Il giallo delle mail cancellate da Lanzalone

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2018-06-17

I carabinieri hanno trovato vuoto il computer che l’avvocato usava. Il 24 maggio la sindaca lo aveva avvisato del sequestro degli atti che riguardavano il suo ruolo nella vicenda dello stadio

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L’indagine sullo Stadio della Roma a Tor di Valle è tutt’altro che finita e presto potrebbe allargarsi. Perché c’è un giallo a cui gli investigatori devono dare una risposta: quello delle mail cancellate da Luca Lanzalone poco prima dell’arrivo dei carabinieri dell’operazione Rinascimento.

Il giallo delle mail cancellate da Lanzalone

Racconta infatti oggi La Stampa in un articolo a firma di Edoardo Izzo che quando i carabinieri hanno controllato il computer che si trova nell’appartamento di Lanzalone dietro via San Lorenzo in Lucina, poche ore dopo la cena di finanziamento per Rousseau a cui l’avvocato aveva partecipato e nella quale era presente anche Davide Casaleggio, hanno “scoperto” che le mail erano state tutte cancellate. Perché? Il 24 maggio scorso, 20 giorni prima che scattassero le manette, Virginia Raggi in persona aveva avvertito Lanzalone che i carabinieri erano arrivati in Campidoglio chiedendo di vedere per sequestrarli i documenti sulla consulenza affidata all’avvocato Lanzalone sulla questione dello Stadio.

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La domanda è: perché Lanzalone ha cancellato tutte le mail? Una delle ipotesi al vaglio degli inquirenti è che l’avvocato possa essersi mosso dopo essere stato avvertito della perquisizione del 24 maggio. Il giallo si intreccia con l’interrogatorio di Lanzalone, che al magistrato ha detto di essere stato scelto da Raggi per la mediazione sullo stadio senza nominare Fraccaro e Bonafede. Ieri invece Davide Casaleggio ha dato un’altra versione dei fatti: “L’ho conosciuto dopo la sua esperienza a Livorno dove ha fatto un ottimo lavoro e per quello è stata una scelta naturale fargli portare avanti un’attività anche su Roma“.

Gli omissis nelle carte giudiziarie

Sempre La Stampa fa sapere che sono oltre 100 le pagine omissate nelle carte depositate dalla procura di Roma nell’inchiesta sullo stadio della Roma. Dietro quegli omissis nomi importanti di altri politici coinvolti nelle indagini. Nel marzo 2017 un’interrogazione presentata da Michela Di Biase del Partito Democratico in Assemblea Capitolina aveva chiesto conto dell’incarico ricevuto da Lanzalone nella vicenda. L’avvocato un paio di settimane prima con una lettera al capo dell’avvocatura Carlo Sportelli aveva avanzato uno “schema di convenzione” proprio con l’avvocatura capitolina. Ricevendo dagli uffici un rifiuto. Perché (il senso della risposta di Sportelli) Lanzalone non era stato chiamato ad occuparsi di un contenzioso e dunque sarebbe stato più opportuno farsi inquadrare dal gabinetto della sindaca.

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L’interrogazione su Luca Lanzalone presentata da Michela Di Biase in Assemblea Capitolina

Successivamente la sindaca aveva risposto: “L’avvocato Luca Lanzalone il 10 febbraio ha depositato una comunicazione con la quale veniva da me incaricato di seguire alcune vicende in particolare quella della società Eurnova e quindi dello stadio. E specificava che questa collaborazione si sarebbe formalizzata mediante un accordo con l’assessore all’Urbanistica, che però poi si è dimesso, quindi non ha potuto trovare formalizzazione. La troverà a breve appena il nuovo assessore, i cui atti saranno formalizzati nelle prossime ore o direttamente domani, procederà a questa formalizzazione”.

Leggi sull’argomento: La cena di Lanzalone con Casaleggio per finanziare Rousseau

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