Il fantasma dello spread sul governo Lega-M5S

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2018-05-16

La bozza di contratto ha avuto l’effetto più prevedibile sulla coalizione giallo-verde: Salvini torna a parlare di migranti e legge Fornero, Di Maio smentisce il referendum sull’euro proposto dai suoi. Prepariamoci quindi a una serie di lunghe sceneggiate con tira-e-molla, fughe in avanti e clamorosi dietrofront con retromarcia annessa. Finché qualcuno non noterà che il contratto serviva a vendergli la Fontana di Trevi senza che se ne accorgesse

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Se è bastata una bozza del contratto Lega-M5S per il governo a far diventare Piazza Affari il fanalino di coda delle Borse europee e a portare lo spread tra BTP e Bund intorno ai 140 punti base, chissà cosa succederà quando l’esecutivo giallo-verde comincerà a muoversi. Ma un assaggio di quello che ci aspetta nei prossimi mesi lo possiamo ammirare guardando la diretta di Matteo Salvini su Facebook.

Il fantasma dello spread sul governo Lega-M5S

Il leader della Lega ha infatti reagito proprio come ci si attendeva: ha detto che lo spread che sale riguarda i giochini di finanza ed è segno che stanno facendo bene (cosa? Non hanno fatto nulla finora…), ha risposto all’editoriale sui nuovi barbari del Financial Times con lo slogan “meglio barbari che servi”, ma soprattutto ha parlato d’altro: ha detto che porterà la Lega al governo solo sulla base di un contratto firmato, si è detto disposto a fare un passo di lato consegnando la presidenza del Consiglio a Luigi Di Maio, ha sostenuto che però al Viminale andrà un leghista per espellere i clandestini e che hanno trovato un punto d’incontro per cancellare la legge Fornero.

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In pratica un intero campionario di argomenti diversi rispetto a quelli scatenati dalla pubblicazione della bozza, che in effetti secondo i giornali di solito informati sui 5 Stelle è da imputare al Quirinale e ai grillini. In effetti la storia del debito da far cancellare alla Banca Centrale Europea, che è rimasta – a quanto pare – anche nelle bozze successive, è una proposta dei grillini mentre la Lega si è sempre detta contraria al referendum sull’euro che si proponeva, senza avere il coraggio di chiamarlo con il suo nome, nel contratto.

Una giornata non particolare

E il silenzio di Salvini sull’Europa – e sulla staffetta oggi ipotizzata sui giornali – dimostra una sua intenzione chiara: quella di evitare di discutere i punti di contrasto fin qui emersi nel programma proprio per andare a chiudere nel tempo minore possibile il contratto con il MoVimento 5 Stelle e poter cominciare a governare con la  maggioranza (non “eletta dal popolo” perché non presentatasi come tale alle elezioni) che si è costituita con i grillini. E non è un caso che anche Di Maio, poco dopo la diretta di Salvini, abbia detto di essere disponibile a stare fuori dall’esecutivo, per non dare al leader della Lega il vantaggio di mostrarsi ragionevole e responsabile da solo, cosa che nei primi tempi della crisi ha determinato una sua crescita nell’immagine rispetto al rivale.

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Intanto la giornata dello spread non è diventata da subito incandescente e il differenziale rimane a livelli più bassi di quelli toccati negli ultimi mesi, mentre la Borsa è calata, sì, ma senza crollare, come sostengono gli esperti della Lega su Twitter per calmare le acque secondo uno schema molto simile a quello della linea tratteggiata stamattina dal Capo. Ma quella che stiamo vivendo non è per nulla una giornata particolare e rischia di diventare invece un’abitudine quando questo governo sarà in sella e comincerà a muoversi.

E il referendum sull’euro?

Anche Di Maio sul referendum sull’euro si è dimostrato piuttosto timido rispondendo alle domande dei giornalisti: “Quando vedrete il contratto capirete la sintesi politica”, ha detto abbottonandosi molto. La sintesi politica è quella che ieri la Lega ha pubblicato su Facebook dopo la diffusione della bozza. E come vedete c’è un abisso tra la richiesta di prevedere forme di uscita dalla valuta unica e l’intenzione di ripensare la governance economica europea “insieme ai partner europei, con lo spirito di tornare all’impostazione pre-Maastricht”. Con l’obiettivo della pace, della fratellanza, della solidarietà, addirittura: sembra di sentir parlare Miss Universo.

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Il punto è che il fantasma dello spread continuerà ad aggirarsi per l’Italia lungo tutto l’arco di vita del governo Lega-M5S, proprio perché saranno gli sherpa dei due partiti a scatenare polemiche come quella nata a causa della bozza leakata dall’Huffington Post. Un po’ perché alcune delle teste d’uovo chiamate a mettere giù i punti sono talmente inesperti da non saper calcolare le conseguenze delle loro azioni, come del resto abbiamo visto anche in campagna elettorale. Un po’ perché anche la Lega ad un certo punto dovrà cominciare a rispondere della differenza tra quanto ha promesso e quanto proverà a ottenere.

Il poliziotto buono e il poliziotto cattivo

Prepariamoci quindi a una serie di lunghe sceneggiate con tira-e-molla di questo genere, fughe in avanti con proposte curiose e clamorosi dietrofront con retromarcia annessa. Il tutto mentre qualcuno nella commedia assumerà il ruolo del poliziotto buono e qualcun altro quello del poliziotto cattivo, magari a fasi alterne e senza soluzioni di continuità. Finché qualcuno non deciderà davvero di attuare quello che ha promesso, magari sospinto da una base che comincerà a rumoreggiare non appena noterà che il contratto serviva a vendergli la Fontana di Trevi senza che se ne accorgesse.

DANILO TONINELLI FOTO

Lì saranno le robuste tortorate della realtà a far notare che al popolo non gliene frega niente dello spread, ma lo spread può fregarsene allegramente del popolo e proprio per questo sarebbe stato il caso, sempre per il popolo, di fregarsene prima. Con tutto ciò che ne consegue.

In copertina: vignetta di El Giva

Leggi sull’argomento: La bomba del contratto Lega-M5S

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