L’ipotesi di sequestro di persona per i migranti della Sea Watch 3. Chi potrebbero essere gli indagati?

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2019-03-27

I capitani gialloverdi che da terra danno disposizione di chiudere i porti (senza lasciare tracce) rischiano di essere indagati di nuovo per sequestro di persona. Questa volta è il turno dei 49 migranti tenuti per 12 giorni al largo di Catania dalle fregnacce di Salvini e Toninelli. Ce la faranno i nostri eroi a farla franca anche stavolta?

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La pacchia è finita. Anche per il caso della Sea Watch la Procura di Roma ipotizza il reato di sequestro di persona. I Pm hanno inviato il fascicolo, al momento contro ignoti ai colleghi della Procura di Siracusa che ora avranno il compito di esaminare gli atti e valutare se esistono profili di competenza del tribunale dei ministri di Catania. Il procedimento – coordinato dal sostituto procuratore Sergio Colaiocco – era stato avviato in seguito ad un esposto presentato ad inizio febbraio che ipotizzava il reato di omissione di atti di ufficio.

Come è nata l’inchiesta sul sequestro di persona 

Dopo aver effettuato gli accertamenti di rito – affidasti alla Guardia Costiera – i magistrati ritengono che la vicenda della nave della Ong tedesca battente bandiera olandese cui il governo ha negato il permesso di sbarcare in Italia sia sovrapponibile a quella della nave Diciotti e che quindi il reato più grave è quello di sequestro di persona e ciò radica il procedimento nel luogo in cui sarebbe avvenuta la limitazione della libertà personale. Per questo motivo gli atti sono stati inviati a Siracusa.

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L’esposto che ha dato l’avvio al procedimento non è quello annunciato in Aula al Senato dal senatore PD Francesco Verducci il 29 gennaio scorso ma quello presentato dal gruppo di avvocati dell’associazione torinese “Lasciateci entrare”. Tra i firmatari, scriveva Repubblica di Torino, figurava anche l’europarlamentare Eleonora Forenza.  Solo il 31 gennaio l’imbarcazione, che aveva a bordo 47 migranti tra cui quindici minorenni, aveva potuto attraccare al porto di Catania.

Le fake news di Salvini e Toninelli sulla Sea Watch 3

Per 12 giorni il governo, con in testa il ministro dell’Interno Matteo Salvini e il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Danilo Toninelli, impedì lo sbarco dei migranti. In particolare Toninelli si rese protagonista di una serie di manipolazioni mediatiche come quando definì il vascello come uno yacht di lusso per miliardari. Dopo i soliti annunci di Salvini sui porti chiusi a bordo venne avviata un’ispezione della Guarda Costiera durante la quale vennero riscontrate “irregolarità” (come prontamente annunciato da Salvini) che però riguardavano la sicurezza della navigazione e la tutela dell’ambiente marino.

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La Sea Watch fu anche oggetto di un’indagine condotta dal Procuratore di Catania Carmelo Zuccaro che però smentì subito le fantasiose ipotesi del duo Salvini-Toninelli dichiarando in  un comunicato che «dalle risultanze investigative non è emerso, pertanto, alcun rilievo penale nella condotta tenuta dai responsabili della Sea Watch 3». Insomma non c’era alcun rischio che a bordo ci fossero pericolosi criminali o terroristi infiltrati, solo persone mezze morte di freddo come capita sempre in questi casi. Essendo stato chiarito quell’aspetto sarà difficile questa volta far valere il principio della difesa della sicurezza nazionale. Anche perché proprio Zuccaro ha messo nero su bianco che «la situazione di ‘distress’ giustificava il soccorso da parte di Sea Watch 3» e soprattutto che la questione relativa al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e «avrebbe rilevanza se la motonave si fosse affrettata a intervenire per anticipare l’intervento di una motovedetta delle autorità libiche, responsabili dell’Area Sar in cui stava operando, ma per ben due giorni nessuna motovedetta libica è intervenuta in quella zona».

Chi potrebbero essere gli indagati?

A questo punto ci si può divertire ad ipotizzare chi potrebbe essere indagato per sequestro di persona. La Procura di Catania ha già aperto un fascicolo di inchiesta sull’ordine – che non esiste – di chiusura dei porti. Ma questa nuova indagine per sequestro di persona potrebbe tornare nuovamente a sconvolgere le acque della maggioranza gialloverde. Nell’elenco degli indagati questa volta assieme a Salvini potrebbe finirci anche Toninelli, che all’epoca aveva sfoggiato un inquietante attivismo a base di fake-news. La differenza sostanziale è che all’epoca Salvini ancora dichiarava di volersi fare processare. Oggi pare aver cambiato idea e ha scelto di rifugiarsi dietro lo scudo dell’immunità parlamentare.

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La posizione più grave però rimarrebbe quella di Salvini che in quanto ministro dell’Interno ha il potere di negare l’approdo. Anche questa volta il governo tenterà di dire che si tratta di una decisione collegiale. E di nuovo dovrà dimostrare durante quale Consiglio dei Ministri (non quelli del 10, 17, 24, 28 o 31 gennaio) sia stata formalmente presa la decisione. Sono discorsi di poco conto alla luce del salvataggio di Salvini da parte del M5S ma la nostra democrazia è fatta anche di regole e atti formali. Per la cronaca sulla vicenda risulta esserci solo un comunicato della Presidenza del Consiglio dei Ministri in data 28 gennaio 2019 in cui si tenta di far passare la Tunisia per un porto sicuro e si denuncia la strategia “mediatica” della ONG. A differenza del caso di Nave Diciotti c’è anche la questione dei minori non accompagnati. Otto dei minori a bordo della Sea Watch 3 erano non accompagnati e quindi a norma di legge non potevano essere respinti come invece ha tentato di fare Salvini.

Leggi sull’argomento: Quello che Giorgia Meloni e Francesca Donato non vi vogliono dire sulla storiella degli immigrati che delinquono di più

 

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