Cosa ha vinto esattamente Salvini con l’Aquarius in Spagna

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2018-06-11

Signore e signori ecco a voi il primo “successo” del governo pentaleghista. Avevano chiesto a Malta di accogliere le persone a bordo, La Valletta ha detto no e per fortuna la Spagna si è fatta avanti. Nel frattempo ammettono di averli usati come ostaggi e che non c’era pericolo per l’ordine pubblico, quindi potevano sbarcare. In più i problemi del regolamento di Dublino rimangono sul tavolo. E domani è un’altra nave

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Era solo questione di giorni prima che l’ineffabile macchina della propaganda di Lega e MoVimento 5 Stelle potesse intestarsi la prima grande vittoria del governo gialloverde. Ed oggi eccola qui: la Spagna ha dichiarato di voler accogliere i 629 migranti a bordo della nave Aquarius. Subito il presidente del Consiglio ha trovato la forza di interrompere la consegna di gesti di solidarietà alle popolazioni del terremoto del 2016 per spiegare che si tratta di un grande successo dell’azione del suo esecutivo.

La “vittoria” di Toninelli, Salvini e Conte

Conte ha ringraziato i ministri Salvini e Toninelli spiegando che è grazie al loro lavoro se il governo ha raggiunto “questo primo prezioso risultato”. Vale la pena ricordare che Salvini non ha fatto altro che scavalcare il collega del M5S e annunciare la chiusura dei porti per impedire lo sbarco dell’Aquarius. Non è stata intavolata nessuna trattativa con i partner europei; anzi il governo ha iniziato a fare pressioni su Malta chiedendo che i migranti sbarcassero a La Valletta. Dal momento che le 629 persone a bordo della nave della Ong SOS Mediterranee sbarcheranno a Valencia non si capisce esattamente dove sia il successo italiano.

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Avremmo potuto parlare di successo – forse – in caso Malta avesse accettato le condizioni italiane. Ma dal momento che l’Italia aveva torto dal punto di vista del diritto marittimo internazionale questo non è accaduto. La Spagna è intervenuta quindi per fare quello che già si erano proposti di fare il sindaco di Napoli e quello di Livorno (quest’ultimo aveva prontamente cancellato il post su Facebook).

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Ci sono stati contatti diplomatici con la Spagna? No. La sindaca di Barcellona Ada Colau si è offerta di accogliere i migranti. Il primo ministro Sanchez ha formalizzato la decisione da parte del governo. Il governo Conte si era invece rivolto al presidente maltese Muscat, che però ha risposto picche. Curiosamente tutta la vicenda è stata gestita dal ministro dell’Interno Salvini e non dal ministro degli Esteri Enzo Moavero Milanesi o da quello per gli affari europei Paolo Savona. Sanchez ha quindi tolto le castagne dal fuoco all’Italia, e non tanto perché il nostro Paese aveva degli argomenti forti a suo favore quanto per un gesto di umanità. Mentre a sottolineare il calcolo fatto sulla pelle di uomini donne e bambini ci ha pensato il ministro del Lavoro Luigi Di Maio che su Facebook ammette candidamente di aver usato quelle persone come ostaggi quando scrive «Ora, qual è il punto: che il nostro governo ha deciso, visto che non c’era nessuna emergenza, di non far sbarcare la nave e di fare appello agli altri». In realtà è il contrario: non c’erano motivi per non far sbarcare i migranti visto che secondo il Codice della navigazione stabilisce (all’art. 83) stabilisce che il Ministero dei Trasporti possa vietare «per motivi di ordine pubblico, il transito e la sosta di navi mercantili nel mare territoriale».

Il governo gialloverde sull’immigrazione segue la linea della Lega

Matteo Salvini  è stato il primo a cantare vittoria spiegando che «Poco cambia che la nave si chiami Aquarius o Sea Watch 3: vogliamo porre fine a questo traffico di esseri umani. E dunque come abbiamo sollevato problema per Aquarius lo faremo per tutte le altre navi». Il ministro ha sottolineato che la soluzione della vicenda Acquarius “non è la fine di nulla”: «mi risulta che una nave di una Ong olandese si trovi a 28 miglia dalla Libia [quindi in acque internazionali e all’interno della zona SAR italiana NdR] in attesa del suo ricco carico di esseri umani. Noi continueremo con la linea del buonsenso e della condivisione».

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Per Salvini quello di oggi è un nuovo inizio per quanto riguarda la politica migratoria aggiungendo che il problema è stato risolto «grazie al buon cuore del governo spagnolo». Nessun successo quindi per la “politica” italiana di sbattere a vanvera i pugnetti sul tavolo anche se per il ministro dell’Interno quello che è accaduto oggi, conclude, è comunque «un primo importante segnale del fatto che l’Italia non può sostenere da solo questo peso enorme».

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Dopo il provvido intervento del governo spagnolo ha ritrovato la voce anche il presidente della Camera Roberto Fico che da San Ferdinando (dove si è recato in visita ai compagni del bracciante maliano ucciso la settimana scorsa) ha detto che «Da tempo l’Italia chiede all’Europa di farsi carico con solidarietà sugli sbarchi. Il gesto della Spagna va in questa direzione e penso che questa sia la strada da percorrere, quella del rispetto della Costituzione, della solidarietà che però deve essere condivisa anche dagli altri Paesi europei». Ma per farlo bisogna andarci a parlare in Europa; la deputata Dem Lia Quartapelle fa notare però che al momento i ministri gialloverdi hanno disertato tutti gli incontri con i colleghi europei.

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E senza dubbio l’Europa può fare di più sul tema dell’immigrazione. Peccato ci siano alcuni ostacoli: ad esempio l’opposizione dei paesi del gruppo di Visegrad al meccanismo di redistribuzione dei rifugiati; l’opposizione di Salvini e di Conte alla modifica del trattato di Dublino che prevede quote automatiche per la ricollocazione dei richiedenti asilo e il superamento del concetto del “paese di primo approdo” ed infine la mancanza di una politica comunitaria di gestione delle frontiere perché ogni Stato membro vuole mantenere la sua quota parte di sovranità.

Chi è che non sta facendo la sua parte in Europa?

Oggi Salvini canta vittoria perché i 629 della Aquarius andranno in Spagna; paradossalmente con le modifiche al regolamento di Dublino bocciate dal governo i richiedenti asilo a bordo della nave sarebbero stati redistribuiti nei paesi membri al momento dello sbarco. Domani probabilmente ci dirà che è grazie al governo Conte che gli sbarchi sono diminuiti: i dati del Ministero dell’Interno dimostrano che non è così.

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Fonte: Ministero dell’Interno

Oggi ci hanno detto che Malta non sta facendo la sua parte sull’accoglienza dei rifugiati. I dati dell’Unione Europea sul meccanismo di ricollocazione d’emergenza fanno vedere che Malta ha accettato rifugiati sia dalla Grecia che dall’Italia. Anche la Spagna partecipa al programma di ripartizione ma ha accolto più rifugiati dalla Grecia che dall’Italia. Al tempo stesso la Spagna è uno dei punti d’accesso dei migranti (anche se in misura minore di Italia e Grecia).

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I paesi del gruppo di Visegrad (Ungheria, Polonia, Repubblica Ceca e Slovacchia) invece continuano a rifiutarsi di farsi carico delle loro quote. Perfino la Bulgaria, che è un paese della frontiera europea che ha più di qualche problema con i flussi migratori ha accettato una piccola quota di rifugiati. È con gli alleati sovranisti dell’Est Europa che Salvini e Conte dovrebbero fare la voce grossa. C’è poi da chiedersi come sarà percepita la vicenda a livello europeo. In Italia il governo suona la grancassa e dice di aver vinto. Ma non è detto che gli altri Stati membri si facciano abbindolare. Potrebbero ad esempio far notare a Salvini (ed ad Orban) che in Europa c’è chi accetta volontariamente i migranti e che tutti devono fare la propria parte. Credere che questo giochino sulla pelle di seicento persone sia privo di conseguenze per il nostro Paese è una pia illusione e prima o poi Conte e Salvini si accorgeranno di dover pagare il conto. A meno che l’idea geniale del governo non sia quello di proporre in Europa le stesse modifiche del regolamento di Dublino che ha bocciato tre giorni fa.

Leggi sull’argomento: Aquarius, chi ha ragione tra Italia e Malta

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