Massimo Mariotti, il candidato di Fratelli d’Italia che usa i soldi pubblici per finanziare un convegno di estrema destra

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2019-11-22

Ieri la trasmissione di Corrado Formigli è tornata ad indagare sui rapporti tra politica ed estrema destra. E ha scoperto che alcuni nostalgici del Fascismo, confluiti in Fratelli d’Italia, sono stati nominati a capo di società partecipate veronesi. Una di quelle ha finanziato un convegno sui “pericoli dell’immigrazione”

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PiazzaPulita ieri sera ha mandato in onda un servizio su Verona e sui rigurgiti neofascisti nella città di Giulietta e Romeo. Dopo l’episodio dei cori razzisti nei confronti di Balotelli ci si è accorti che nella città alberga un cuore nero che si è fatto strada fino nelle istituzioni. Ma non ci sono solo i vari Luca Castellini o gli ultras che nel 1996 impiccarono un manichino di “un negro” dal settore centrale della curva dell’Hellas. Alcuni personaggi, che definire nostalgici del Fascismo è un eufemismo, si sono costruiti una carriera dentro le partecipate.

Quei camerati veronesi dentro il partito di Giorgia Meloni

Uno è ad esempio Andrea Miglioranziex bassista del gruppo nazi-rock Gesta Bellica ed ex- camerata del Fronte Veneto Skinhead, eletto nel 2007 con la Lista Tosi nel 2012 venne nominato alla presidenza di AMIA, la municipalizzata del Comune di Verona che gestisce la raccolta dei rifiuti. Di recente Miglioranzi (ex Fiamma Tricolore) è entrato a far parte del partito di Giorgia Meloni, Fratelli d’Italia. Ma non è l’unico esponente di FdI con simpatie fasciste. Ieri Alessandro Lasta ha intercettato Massimo Mariotti, che a maggio era candidato per Fratelli d’Italia al Parlamento Europeo.

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A “presentare” Mariotti agli spettatori è l’avvocato Luigi Bellazzi (ex MSI) uno che non ha alcun problema a definirsi “fascistissimo” nonché a professare di essere un convinto negazionista dell’Olocausto. Per lui gli ebrei nei campi di concentramento sono morti di tifo e lo Zyklon B serviva per disinfestare le baracche dei lager da insetti e parassiti.

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Ad  un certo punto Bellazzi, parlando della presenza dell’estrema destra a Verona, dice: «se poi le vuole che io le dica che la SERIT ad un certo punto è presieduta da Massimo Mariotti che proviene anche lui dall’ambiente neofascista, è così, è vero, specula sulla nostalgia non perde occasione di ricordare anniversari e questo e quell’altro».

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E che quest’ultima affermazione sia vera lo scopre andando a sbirciare la pagina Facebook di Mariotti che è un susseguirsi di necrologi, anniversari di nascite ed eventi “storici” come quella del colpo di stato spagnolo di Francisco Franco.

Ma non è che in Fratelli d’Italia c’è un problema con il neofascismo?

Nell’agosto del 2018 Mariotti (già assessore e presidente di Amt e Acque Veronesi) è tornato alla presidenza di Serit, la società controllata di Amia, che si occupa di trattamento dei rifiuti in 62 comuni della provincia di Verona. Nell’ottobre scorso SERIT aveva finanziato con un contributo di 1.500 euro (di soldi pubblici) il convegno “Le bugie sull’immigrazione”, organizzato dall’associazione Nomos del consigliere Andrea “Barzi” Bacciga, attualmente indagato per aver fatto un saluto romano durante una seduta del consiglio comunale.

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«Come mai una partecipata che fa asporto rifiuti finanzia questi eventi?» chiede Alessandro Lasta a Mariotti. Che però non risponde. Per essere legale, è lecito. Ma è opportuno? Meno imbarazzato invece quando l’inviato di Piazza Pulita gli mostra un messaggio in cui invitava gli amministratori (di Fratelli d’Italia?) a non partecipare alle cerimonie del 25 aprile.

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Cerimonie che, secondo Mariotti «restano invece nella memoria dei camerati per quello che erano: una mattanza di soldati che avevano deposto le armi, oltre a stupri e sevizie nei confronti di civili che avevano la sola colpa di credere in una Italia migliore». L’Italia migliore era la Repubblica di Salò, stato fantoccio della Germania Nazista guidata da un dittatore che mandava gli italiani ebrei nelle camere a gas. Non manca, come in tutti i messaggi sovranisti, la bandierina d’ordinanza e quella manina che viene generalmente usata come saluto romano ma che per Mariotti è solo una mano che saluta (peccato che non usi quell’emoji solo per salutare).

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A salvare dalle domande di Lasta interviene ad un certo punto Roberto Perticone, anche lui storico esponente della destra (e della Destra di Storace) e candidato nel 2017 per Fratelli d’Italia. Anche Perticone non nasconde le sue simpatie per il Fascismo, come quel post del 28 aprile in cui definisce il Duce “il due volte crocifisso” oppure quell’altro in cui rivendica di essere sotto processo per aver fatto il saluto romano. Non si tratta di casi isolati. In tutto questo la Meloni che ha da dire?

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