Il MoVimento 5 Stelle si rimangia la regola del doppio mandato?

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2018-10-17

Secondo il pentastellato Emanuele Dessì alcuni senatori vogliono chiedere la modifica della regola del doppio mandato elettivo per consentire a chi ha svolto un mandato da consigliere comunale di poter svolgere due mandati parlamentari. Il sondaggio lanciato sulla pagina del senatore però non sta andando benissimo perché come diceva Casaleggio «ogni volta che deroghi a una regola praticamente la cancelli»

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Il MoVimento 5 Stelle è al governo, ed è notoriamente un governo del cambiamento. Ma dove sta scritto che questo cambiamento non debba coinvolgere anche lo stesso M5S? Non si tratta di speculazioni giornalistiche. Qualche giorno fa Massimo Bugani, consigliere comunale a Bologna (al secondo mandato) socio di Rousseau e vicecapo della segreteria personale del presidente del Consiglio Conte ha dichiarato che alle prossime amministrative il partito di Grillo potrebbe allearsi con le liste civiche. Sì, proprio quelle “accozzaglie” che il M5S ha sempre attaccato quando ha perso le elezioni (dicendo che siccome si presentava da solo le aveva vinte).

I senatori che vorrebbero cambiare la regola dei due mandati

C’è poi una seconda importante riflessione. La questione qui è quella sulla quale a quanto pare si si interrogano alcuni senatori pentastellati che chiedono che «ai fini del computo dei due mandati non vengano considerati quelli eventualmente svolti come consigliere comunale, soprattutto se di opposizione, così distinguendo tra mandato amministrativo e mandato legislativo». A chiederlo su Facebook è il senatore Emanuele Dessì, famoso per essere finito nella lista degli impresentabili e che guardacaso ha già svolto un mandato da consigliere comunale (di opposizione) al comune di Frascati.

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Come è noto una delle regole più importanti del MoVimento 5 Stelle è quella che riguarda il limite dei due mandati. Una regola che è stata più volte messa in discussione ma che nessuno fin’ora ha pensato di modificare anche perché i pentastellati ricordano ancora le parole di Gianroberto Casaleggio che disse «ogni volta che deroghi a una regola praticamente la cancelli». Dopo quasi dieci anni di vita però nel partito fondato da Grillo sono molti gli eletti al secondo mandato che alla prossima tornata elettorale dovranno tornare – novelli Cincinnato – a coltivare il proprio orticello.

 

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Il regolamento e lo statuto del M5S parlano di “due mandati elettivi”

Secondo Dessì però alcuni senatori ritengono che sia necessario distinguere tra mandato legislativo e mandato amministrativo (soprattutto se svolto all’opposizione). La deroga proposta sembrerebbe valida solo per quei portavoce che hanno fatto il “salto di qualità” e che dalle aule dei consigli comunali e regionali sono passati in Parlamento. In questo senso quindi personaggi politici come Virginia Raggi continuerebbero a dover sottostare al limite del doppio mandato anche se il primo è stato svolto all’opposizione. Viceversa chi ha svolto un mandato da consigliere d’opposizione (ma non solo) e ora si trova alla Camera o al Senato vedrebbe azzerare il mandato precedente e avrebbe a disposizione due legislature parlamentari invece che una.

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Fonte: Statuto del M5S

La distinzione tra mandato amministrativo e mandato legislativo pare pretestuosa visto che nello Statuto del M5S si parla espressamente di divieto a presentare la candidatura qualora siano già stati esperiti “due mandati elettivi”.  Lo Statuto rimanda però ad un apposito Regolamento per la definizione del concetto di mandato elettivo. Nel regolamento per le parlamentarie 2018 (che riguarda sia i parlamentari candidati al plurinominale che all’uninominale) invece al punto g dell’articolo 6 (e al punto g dell’articolo 2 relativamente ai collegi uninominali) è scritto che il candidato «non dovrà avere assolto in precedenza più di un mandato elettorale, a livello centrale o locale, a prescindere dalla circoscrizione nella quale presenta la propria candidatura». In poche parole: un mandato elettivo è un mandato elettivo, dovunque questo venga svolto.

Quando Fabio Fucci chiese di abolire la regola dei due mandati e venne sfiduciato dalla sua maggioranza

C’è ovviamente la possibilità di modificare il Regolamento; il comma b dell’articolo 9 dello Statuto che prevede che il Comitato di Garanzia possa proporre al Capo Politico eventuali modifiche al regolamento. Ma anche in quel caso le modifiche – per venire incontro alle richieste dei senatori pentastellati – dovrebbero essere retroattive. Cosa che complicherebbe le cose perché sarebbe come dichiarare che alcuni portavoce “contano” più di altri.

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Non è certo la prima volta che qualcuno mette in discussione la regola più sacra del MoVimento. Già dopo le elezioni di marzo quando sembrava impossibile dare vita ad un governo che durasse un’intera legislatura c’è stato chi aveva avanzato l’ipotesi di intendere la regola dei due mandati come “due mandati pieni” in modo da tutelare (e tenere in riga) gli eletti della XVIII legislatura. A dire il vero ci fu anche chi propose di distinguere tra un mandato svolto all’opposizione e un mandato “di governo”. A farlo fu l’ex sindaco pentastellato di Pomezia Fabio Fucci (proprio alla scadenza del suo secondo mandato elettivo) che chiese di abolire la regola perché mal si conciliava con il buon governo.

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All’epoca però Di Maio ribadì che il limite dei due mandati non si doveva toccare. Fucci uscì dal MoVimento e decide di correre per conto proprio, con una lista civica, non dopo aver rivelato che gli era stato offerto «l’incarico di capo di gabinetto di un importante ente pubblico fuori Pomezia quando dovessi terminare l’esperienza da sindaco, per rimanere nel M5S». Ma al di là di questi episodi sono proprio i commentatori del post di Dessì a non gradire la proposta di abrogare la regola del doppio mandato elettivo facendo notare che sia il ruolo di parlamentare che quello di consigliere comunale sono incarichi elettivi e che non c’è alcuna differenza ai fini del regolamento. Rimane un dubbio: perché proprio ora che per il governo del Popolo sta andando tutto bene (se si escludono le promesse rimangiate su Tav, Tap, Ilva e condono fiscale) i senatori del M5S si mettono in testa di chiedere l’abrogazione della regola dei due mandati con una deroga per i parlamentari?

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