Salvini fa il duro con Mediterranea per nascondere il fallimento della Flat Tax

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2019-07-05

La Flat Tax? Meglio chiamarla “riduzione delle tasse”. Quando si farà? Non subito e non sarà nemmeno per tutti. Con quali soldi? Non è dato di saperlo perché altrimenti “Di Maio ci ruba le coperture”. Ma guardate lì: una barca con 50 persone a bordo, indignatevi!

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Sono due le menzogne che Salvini e il governo Conte raccontano agli italiani da oltre un anno. La prima è che la Libia è un porto sicuro, la seconda è che i porti italiani sono chiusi. Su queste due balle si fonda tutta la politica italiana sulle migrazioni. E non è che ci sia molto di più, perché incredibilmente su quello che è il tema su cui più hanno insistito gli uffici di propaganda di Lega e MoVimento 5 Stelle l’esecutivo “del Popolo” non ha messo in campo azioni di rilievo.

Finché la barca non va, Salvini ci può distrarre

Prendiamo ad esempio l’ennesima farsa del Capitano: il caso Mediterranea. A bordo del veliero Alex che si trova al limite delle acque territoriali italiane al largo di Lampedusa ci sono 54 persone soccorse ieri pomeriggio in acque SAR libiche. Salvini ha detto che quelle persone non sbarcheranno. Anzi se la prende contro l’ennesima “nave pirata” perché non fa rotta verso Malta che si è offerta di accogliere i migranti. Ma non ha detto – e lo fa dire anzi al Viminale – che l’accordo con il governo de La Valletta prevede una sorta di scambio. I 54 a bordo della Alex in cambio di 55 migranti che attualmente si trovano a Malta.

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Una decisione che resta incomprensibile ai più. Non è che i migranti che arriverebbero da malta sono poi così diversi da quelli che si trovano a bordo della Alex. L’unica differenza è che questi ultimi si trovano a bordo dell’imbarcazione di una Ong, e Salvini pur di non darla vinta ai buonisti è disposto ad aprire i porti a tutti gli altri. Lo dimostra il fatto che una sessantina di migranti è arrivata a Lampedusa questa notte, le decine di sbarchi fantasma avvenuti mentre la Sea Watch 3 era al largo dell’isola o anche i salvataggi operati da Nave Cigala-Fugosi o dal rimorchiatore Asso 25. Tutti sbarchi avvenuti senza problemi e senza proclami da parte di Salvini.

La Flat Tax che si farà, ma non subito e non per tutti

A cosa serve quindi chiudere i porti solo alle Ong? Salvini dice che sono in combutta con i trafficanti di uomini, ma prove non ce ne sono come ha dichiarato nei giorni scorsi il Procuratore Capo di Agrigento Patronaggio in un’audizione alla Camera. I sovranisti ogni tanto parlano ancora di pull factor, ma dal momento che il numero delle partenze è diminuito dopo gli scellerati accordi con la Libia. Non resta che un’ipotesi: le Ong sono il “nemico perfetto” per Salvini. Utili a distrarre l’opinione pubblica su quello che il governo sta facendo. Non solo gli sbarchi “fantasma” e l’arrivo costante di migranti.

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Il problema principale di Salvini si chiama Flat Tax. Dell’aumento dell’Iva non se ne parla più, scomparso dai radar ma non certo dal DEF o dalla Manovra del Popolo. Aumenterà? Si troveranno i 23 miliardi di euro necessari per sterilizzare le clausole di salvaguardia? Non chiedetelo a Salvini, non risponderà. Anche sulla tassa piatta ormai non è che Salvini sia prodigo di spiegazioni. Dopo aver letteralmente promesso sfracelli prima delle elezioni europee di recente il Ministro dell’Interno ha smesso di dare i numeri. Nel senso che ora si accontenterebbe – dice – di una flat tax da 10 miliardi di euro. Che al limite sarebbe una riduzione delle tasse.

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Oggi Salvini se ne è uscito con una nuova dichiarazione che senz’altro contribuirà a spegnere gli entusiasmi. Il vicepremeir ha detto che la Flat Tax o il taglio delle tasse (badate bene, sono due cose diverse) si farà ma «non per tutti e non subito però un sostanzioso taglio di tasse per gli italiani è un nostro obiettivo». E pensare che appena un mese e mezzo fa Salvini addirittura parlava di fare la Flat Tax subito e in deficit. Fino a qui tutto nella norma, le solite promesse che Salvini si rimangia piano piano, come per la riduzione delle accise. Se non fosse che l’Istat ha certificato che con il Governo Conte si è registrato un aumento della pressione fiscale e che – contrariamente a quanto dice il vicepremier parlando del “motore che si è riavviato” – ieri il ministro dell’Economia Tria ha parlato di «una fase dell’economia abbastanza difficile in cui siamo ancora vicini a crescita zero». I soldi per la Flat Tax evidentemente non ci sono, Salvini non ha mai detto dove trovarli (eppure il governo ci ha messo poco a trovare gli 8 miliardi per evitare la procedura d’infrazione). Con buona pace di quelli che il 26 maggio hanno votato Lega per essere più forti in Europa, per mandare a casa i clandestini e per avere la Flat Tax, a debito. Come si dice in questi casi: cornuti e contenti.

Leggi sull’argomento: Come l’Italia prenderà 55 profughi da Malta con il sì di Salvini

 

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