Marcello Foa: l’esperto di fake news che abbocca ad una mail scam senza riconoscerla

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2019-12-18

Se vi arrivasse una email da parte del sindaco del vostro paese che vi chiede dei soldi per un progetto importante probabilmente penserete che è falsa e non ci darete troppo peso. Ma se siete il presidente della Rai e la mail falsa arriva da un account che si spaccia per il ministro dell’Economia allora vi sentirete in dovere di coinvolgere l’amministratore delegato dell’Azienda, prima di giungere alla conclusione che sì, quella mail è falsa

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Il caso della mail truffa al Presidente della Rai Marcello Foa approda addirittura alla Commissione di Vigilanza. A chiedere che Foa riferisca alla Commissione è il Presidente Alberto Barachini (Forza Italia) che ha fatto pervenire la richiesta di audizione in merito alla vicenda della mail falsamente riconducibile all’ex ministro dell’Economia Giovanni Tria e alla presunta tentata truffa con richiesta di denaro ai danni della Rai.

Ma davvero è così difficile riconoscere un tentativo di scam?

Nei giorni scorsi i giornali avevano riferito il curioso episodio della mail del finto ministro Tria arrivata nella casella di posta di Marcello Foa la scorsa primavera quando il vero Tria era ancora titolare del MEF. Nella mail colui che si era presentato come il ministro dell’Economia formulava una richiesta di fondi per sviluppare un progetto all’estero indicando anche gli estremi del conto corrente su cui fare il bonifico. La storia potrebbe finire qui, l’ennesima variazione sul tema di una delle tante mail con principi nigeriani, amici che hanno perso tutti i documenti o ricche ereditiere che chiedono il vostro aiuto in cambio di una ricompensa. Ma a Foa non la si fa e così dopo aver messo a conoscenza della mail l’amministratore delegato Fabrizio Salini e dopo alcuni controlli non ha abboccato, anzi avrebbe segnalato la vicenda alle forze dell’ordine.

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O almeno questo è quello che si pensa. Perché qualche giorno fa su Facebook il deputato di Italia Viva Michele Anzaldi scriveva che stando alle ricostruzioni giornalistiche «Foa avrebbe preso sul serio, tanto da portarla all’attenzione dell’Ad e del Cda, una richiesta diretta da parte di un ministro di pagare un’azienda. Vera o falsa che sia stata la richiesta, il presidente del Cda avrebbe dovuto ignorarla, se ritenuta farlocca, oppure denunciarla, se ritenuta vera. Invece Foa l’ha portata all’attenzione di Salini. Quando mai un ministro farebbe arrivare una richiesta diretta di denaro ad un’azienda statale?». E sarebbe stato proprio Salini a sventare il tentativo di truffa. Da qui la richiesta di audire Salini in Commissione.

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In commissione però è stato invitato Foa, che come sottolinea Anzaldi, «è parte in causa» e che quindi si dovrebbe limitare a consegnare la documentazione. Al di là del tentativo, assai banale, di truffa rimane il fatto che Foa invece che cestinare immediatamente la mail (il senatore Maurizio Gasparri ha fatto sapere che lui l’avrebbe subito riconosciuta come falsa) ne abbia addirittura parlato con l’amministratore delegato dell’azienda. Il coinvolgimento di Salini da parte di Foa sembrerebbe quasi indicare che il presidente della Rai aveva preso sul serio il tentativo di scam. Perché evidentemente a certi livelli è perfettamente normale che un ministro dell’Economia scriva al Presidente della televisione pubblica per chiedere dei soldi.

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Del resto Marcello Foa è quello che le fake news e le notizie false le riconosce a chilometri. Come quando mise in giro la storia degli europarlamentari PD pagati da Soros oppure quando sul Corriere del Ticino venne pubblicata la bufala (la pezza d’appoggio era un falso grossolano della polizia tedesca) dell’allarme per imminenti attentati dell’ISIS in Germania che la Merkel voleva tenere nascosto che Foa commentò così: «si è in presenza di un metodo per la creazione di Post Verità governative o, se preferite, di una manipolazione sistematica delle informazioni». Per tacere di quando Foa ricevette il premio “Oriana Fallaci” insignito dal fondatore di Imola Oggi. Magari la spiegazione è che in Rai, dopo il servizio sul signoraggio e i servizietti del Tg2 a trazione sovranista, le balle forse fanno un po’ fatica a riconoscerle. E così deve essere pure per le mail false.

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