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L’imbarazzante silenzio del MoVimento 5 Stelle sul Venezuela

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2019-01-24

Improvvisamente i più accesi tifosi della rivoluzione bolivariana (e di Trump) hanno perso la parola. Da che parte vuole stare il MoVimento 5 Stelle? Con il pacifista Trump che appoggia Guaidò o con l’amico Putin che sta dalla parte di Maduro? L’onestà intellettuale andrà di moda!

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La situazione politica in Venezuela è complicata. Il paese ha da ieri due presidenti: il presidente eletto Nicolás Maduro, uomo forte di Caracas ed erede politico di Chavez, e l’autoproclamato presidente “pro tempore” Juan Guaidó, leader dell’Assemblea Nazionale venezuelana. C’è chi parla di golpe da parte di Guaidò, l’esercito e la polizia non hanno deciso per il momento se continuare ad appoggiare Maduro o schierarsi da parte del 35enne presidente ad interim. Secondo il ministro della Difesa Lopez invece i militari stanno ancora dalla parte del presidente eletto.

Cosa sta succedendo in Venezuela?

All’intricata situazione politica interna fanno eco le posizioni della comunità internazionale. Alcuni paesi, tra cui Stati Uniti Brasile, Perù, Ecuador, Bolivia, Costa Rica e Paraguay, hanno invece già riconosciuto la presidenza di Guaidò. Il Canada sarebbe pronto a farlo mentre in un tweet il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk ha espresso la speranza che gli stati europei decidano di appoggiare Guaidò che in quanto presidente dell’Assemblea Nazionale «gode del mandato popolare dei cittadini venezuelani a differenza di Maduro». Messico, Cuba e la Turchia invece continuano a dare il proprio sostegno a Maduro mentre la Russia ha già messo in guardia gli USA sulle conseguenze di un eventuale intervento militare.

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L’Italia non ha ancora deciso da che parte stare. PD, Fratelli d’Italia e i centristi chiedono al governo di riferire in aula al Senato e di sostenere l’iniziativa di Juan Guaidó invitando il ministro degli Esteri Moavero Milanesi a non perdere tempo. Il partito di maggioranza del governo Conte invece preferisce non sbilanciarsi. Il senatore pentastellato Stefano Lucidi si limita ad esprimere “solidarieta’ e vicinanza alle popolazioni del Venezuela” ricordando che “il governo del cambiamento, con la Farnesina, ha stipulato un accordo con il governo venezuelano tre giorni fa per la messa a disposizione dei cittadini italiani di medicinali”. Tace invece il grande esperto di Esteri e di crimini del sionismo (nonché viceministro) Manlio Di Stefano che pure in passato aveva manifestato di gradire il governo Maduro e apprezzare la situazione del Venezuela.

Il senso del MoVimento 5 Stelle per il Venezuela

Lasciando da parte quella volta in cui Di Maio ha detto che Pinochet è stato dittatore del Venezuela c’è stato un tempo, non troppo lontano, in cui i pentastellati erano davvero molto affascinati da Chavez e Maduro. Nel 2017, in occasione dell’anniversario della morte di Chavez Manlio Di Stefano, Ornella Bertorotta e Vito Petrocelli si recarono “in missione” nel paese sudamericano. La delegazione pentastellata ignorò i vari problemi del Paese come l’inflazione galoppante (è ok perché stampano la loro moneta!) e la mancanza di denaro per poter pagare le ditte che stampano le banconote (ma almeno hanno la sovranità monetaria!)  e la cronica penuria di generi alimentari sugli scaffali per lodare il fantastico programma di insegnamento musicale nelle scuole.

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Cento dollari cambiati in Bolivar. Immaginate di andare a fare la spesa (fonte via Twitter.com, credits: the Broke Backpacker)

Successivamente Di Stefano, Alessandro Di Battista, Maria Edera Spadoni, Marta Grande e Daniele Del Grosso avevano presentato in commissione alla Camera una risoluzione parlamentare in cui tesseva le lodi di Maduro e si criticava il sistema di sanzioni imposto da quel demone di Obama (ma in fondo Trump ha addirittura detto che non esclude un intervento militare) e  si ricordava come «l’opposizione che controlla oggi il Parlamento, dopo le elezioni vinte nel dicembre del 2015, ha cercato, pur non avendone alcuna prerogativa costituzionale, di destituire il presidente Maduro in più occasioni». In un’altra occasione Di Battista era tornato a ripetere il ritornello del “ci vogliono elezioni libere” che già grandi soddisfazioni aveva procurato quando parlava di Assad.

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Perché oggi il M5S tace e non prende le difese di Maduro? In fondo pure Macron si è schierato con Guaidò mentre il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov ha fatto sapere che la Russia ritiene. “che il tentativo di usurpare il potere in Venezuela sia illegale e violi le basi e i principi del diritto internazionale”. Il dilemma però è presto spiegato: il M5S che persegue la politica di autodeterminazione dei popoli (immaginiamo anche di quello venezuelano che è in piazza con Guaidò) non sa se stare dalla parte del “venezuelano” Putin o a da quella di gran pacifista venezuelano di Trump. Giusto un mese fa infatti Di Battista ci spiegava che a differenza di quel golpista di Obama  in politica estera Trump si stavacomportando meglio di tutti i presidenti USA precedenti. All’epoca il Presidente USA aveva annunciato il ritiro dalla Siria facendo un favore a Putin, ma come tutti i suoi predecessori Trump si comporta diversamente quando si parla di Sud America. Peccato che Di Battista, giornalista, scrittore ed esperto di popoli oppressi non se ne sia accorto.

Leggi sull’argomento: Come funziona il tribunale dei ministri e cosa succederà a Salvini per la Diciotti

 

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