Il M5S è fatto così: prima firma il DDL Pillon e poi si dissocia dal Congresso delle Famiglie di Verona

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2019-03-19

Oggi Di Maio dice che il M5S rispetta le diversità, i diritti delle donne e tante altre belle cose. Ma la scorsa legislatura si è astenuto sulla legge sulle Unioni Civili e ora quattro senatori del M5S sono co-firmatari della proposta di legge Pillon di riforma dell’affido condiviso. Quella che si richiama alla bufala dell’alienazione parentale

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«Io a un convegno come quello di Verona, dove si arriva persino a negare il tema della violenza contro le donne, non ci vado. E non ci andrà nessun parlamentare del MoVimento! Noi abbiamo un’altra idea di mondo. Noi pensiamo che la famiglia sia sacra, ma crediamo anche nelle libertà, nei valori, nel progresso. E vi dirò: questi valori a me li ha insegnati proprio mia madre!». Non le manda a dire Luigi Di Maio che già qualche giorno fa aveva definito “destra sfigata” i partecipanti del meeting del World Congress of Families di Verona.

I 5 Stelle che hanno firmato la proposta di legge Pillon

Nonostante il patrocinio concesso – e poi ritirato – dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri Di Maio continua a prendere le distanze da una manifestazione cui parteciperanno tre ministri del suo governo: Matteo Salvini, Lorenzo Fontana e Marco Bussetti, che è un “tecnico” in quota Lega. La presenza del ministro della Famiglia va ben oltre la vicinanza personale di Fontana alle posizioni degli organizzatori, perché Fontana rappresenta tutti gli italiani, non solo una parte e – gli piaccia o no – è il ministro di tutte le famiglie. Di Maio può dire tutte le volte che vuole che “più che destra sono degli sfigati”, ma tutto questo non può far dimenticare come lui e il M5S con quegli sfigati neanche tanto di destra lui ci ha firmato un “contratto di governo”.

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Il frontespizio del “DDL Pillon” di cui sono firmatari anche i senatori Giarrusso, D’Angelo, Evangelista e Riccardi del M5S [Fonte]

E nel contratto di governo si parla della riforma del diritto di famiglia. Una di quelle cose da “destra sfigata” che ha prodotto la riforma delle norme di affido condiviso note anche come DDL Pillon. Ebbene quel disegno di legge che ha come primo firmatario uno che nel 2018 crede all’esistenza delle streghe porta anche le firme di quattro senatori del MoVimento 5 Stelle:  Giarrusso, D’Angelo, Evangelista e Riccardi. Tutto regolare, si dirà, perché “è nel contratto”. E sempre nel contratto è scritto che va valutata «l’introduzione di norme volte al contrasto del grave fenomeno dell’alienazione parentale», una  presunta malattia psichiatrica che non esiste né per OMS né per il Ministero della Sanità.

Tutte le volte che il M5S si è messo con la “destra sfigata”

Che senso ha definire “destra sfigata” quelli che vanno al Congresso di Verona se poi non solo ci stai al governo ma ci fai le leggi assieme sui temi a loro cari? Forse a Di Maio sono sfuggite altre cose. Ad esempio nel settembre del 2018 è nato “Famiglia e vita” l’intergruppo parlamentare dei cattolici del Family Day cui ha aderito la senatrice M5S  Tiziana Drago. Promotore e ispiratore del gruppo è Massimo Gandolfini (uno degli inventori del Family Day), che all’Huffington Post ha spiegato che: «Anche altri, deputati e senatori, dei Cinque Stelle hanno aderito, ma hanno preferito non esporsi, chiedendo riservatezza». Per la cronaca Gandolfini è anche uno degli organizzatori del convegno di Verona. Del resto anche una pattuglia di parlamentari M5S andò al corteo del Family Day nel 2016. All’epoca il M5S parlava di libertà per i parlamentari sui temi etici, oggi invece la musica è cambiata. Ma solo per paura di regalare altri voti alla Lega.

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La piazza del Family Day con i cartelli con scritto “sbagliato” per le coppie omosessuali

Ci sono anche altre “piccole faccende” che fanno capire l’ipocrisia del MoVimento 5 Stelle. Che se in Italia è alleato con la “destra sfigata” rappresentata da quei ministri che vanno a Verona in Europa è al lavoro per formare un eurogruppo populista. Tra i futuri alleati del M5S all’Europarlamento c’è ad esempio il partito neofascista polacco Kukiz’15 con i quali Di Maio ha precisato non c’è una totale unità di vedute perché «non siamo d’accordo con i polacchi su diritti civili e aborto». Anche loro sono “destra sfigata”? E allora perché cercare un’alleanza? Sui diritti civili vale la pena di ricordare a Di Maio l’astensione del suo partito (nella scorsa legislatura) sulle unioni civili per le persone omosessuali. Come al solito a giocare il gioco del “né di destra né di sinistra” il MoVimento 5 Stelle dimostra che si finisce per frequentare persone di destra o stare con la destra. Sarà sfigata anche quella o semplicemente honesta?

Leggi sull’argomento: Salvini e Di Maio «in missione» a carico nostro

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