Ma il M5S che strilla di Bibbiano è lo stesso che firma il DDL Pillon?

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2019-07-22

Ma come mai il partito di quelli che parlano del “sistema Bibbiano” e accusano il Partito Democratico di “vendersi i bambini dopo averli torturati con l’elettroshock” non parla dei contenuti della riforma dell’affido condiviso che prevede la “rieducazione alla bigenitorialità” dei minori che, magari a causa di violenze, non vogliono avere a che fare con uno dei genitori?

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Luigi Di Maio ce l’ha insegnato: se l’esponente di un partito è indagato per abuso d’ufficio in un’inchiesta giudiziaria che riguarda dei presunti abusi è lecito raccontare agli elettori del «partito di Bibbiano» che «toglie i bimbi alle famiglie con l’elettroshock per venderseli». La responsabilità penale è individuale solo quando riguarda quelli che il M5S non riesce ad espellere. Le carte si leggono solo quando ad essere indagati per abuso d’ufficio sono i sindaci del MoVimento 5 Stelle.

Anche il DDL Pillon prevede la possibilità di togliere i figli ai genitori

Perché il M5S è il partito della trasparenza, dell’onestà e della coerenza. Prendiamo ad esempio il DDL Pillon in discussione al Senato. Come abbiamo spiegato oggi la proposta di legge per la riforma dell’affido dei minori sottoscritta da Lega e M5S presenta un’interessante punto di contatto con Bibbiano. Non ovviamente sotto il profilo penale ma per quanto riguarda invece una questione che sta molto a cuore a coloro che si strappano le vesti perché i giornali (o Papa Bergoglio) non parlano abbastanza di un’inchiesta che deve ancora arrivare in Aula. Parliamo dell’eventualità che un giudice possa stabilire di togliere l’affidamento a uno dei due coniugi (separati) sulla base del sospetto che l’altro ex partner possa aver in qualche misura “convinto” il figlio ad “alienare” il padre o la madre.

bibbiano genitori affidatari ddl Pillon - 3

In poche parole la legge prevede la possibilità che se un figlio in qualche modo rifiuta il padre (vuoi perché violento o abusante) un tribunale possa stabilire di toglierlo alla madre (o viceversa) e affidarlo esclusivamente al genitore “rifiutato” anche se non ci sono elementi per dire che il minore è vittima di un “plagio”. In alternativa il minore potrà essere affidato ad una comunità, una “struttura specializzata”, dove sarà seguito dai servizi sociali (ovvero i grandi accusati della vicenda Bibbiano) e da operatori (psicologi, altra categoria sotto accusa) per seguire uno “specifico programma per il pieno recupero della bigenitorialità”. Insomma, se tu con tuo padre o tua madre non vuoi avere a che fare il rischio è che ti tolgano dalla casa di tua madre (o tuo padre) per mandarti a casa sua. Oppure finirai in una casa famiglia lontano da entrambi finché non “imparerai” ad amarli tutti e due.

Ma lo sa il M5S cosa c’è dentro (e dietro) il DDL Pillon?

Cosa c’entra tutto questo con il MoVimento 5 Stelle? C’entra. Perché il DDL Pillon è stato firmato anche da alcuni senatori del M5S. Ed è qui che la faccenda si fa interessante. Perché già qualche mese fa  Luigi Di Maio aveva commentato così il DDL: «come si può pensare che un bambino debba passare 15 giorni con il papà e 15 giorni con la mamma come se fosse una formula matematica? È giusto, ma solo in teoria». Di Maio si era evidentemente fermato alla proposta di affido con tempi paritetici, che appunto sulla carta è bellissima ma nella vita vera presuppone ad esempio il trasferimento a cadenza quindicinale di tutti i libri di scuola e quant’altro serva al minore (senza contare che non è mica detto che i due genitori finiscano per vivere nella stessa città, e in quel caso come si fa?).

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Di Maio all’epoca diceva che il DDL andava riscritto «sediamoci al tavolo, riscriviamo la legge, facciamolo anche con le opposizioni». Questo non è successo. Anzi. Il M5S a questo punto avrebbe potuto come gesto simbolico ritirare le firme dei senatori cofirmatari del MS. Ma dei cinque senatori pentastellati (D’Angelo, Evangelista, Riccardi, Piarulli e Giarrusso) solo due (Piarulli e Giarrusso) hanno ritirato la propria firma dal DDL. E prima dell’uscita del Capo Politico. Di Recente invece la senatrice Tiziana Carmela Rosaria Drago, nota per la sua partecipazione “a titolo personale” al World Congress of Families di Verona ha aggiunto la propria firma al DDL. Ora va da sé che se il M5S volesse spingere la Lega a mettere in discussione il disegno di legge potrebbe farlo, ad esempio ritirando le firme. E non è dato di sapere quanto elettori del M5S sarebbero contenti di sapere che mentre il partito combatte il metodo Bibbiano e va in piazza ad incontrare le madri e i padri cui sarebbero stati strappati i figli di fatto avalla una legge che utilizza lo stesso metodo, basandosi per altro su presupposti tutt’altro che chiari come quelli della Sindrome da Alienazione Parentale. Che senso ha combattere sui social contro presunti “lavaggi del cervello” ed inesistenti “elettroschock” e poi firmare una proposta di legge che si basa su una teoria che non è mai stata dimostrata inventata da un tale che sosteneva che in fondo gli abusi sessuali sono una cosa normale perché in altre società è considerata la norma. Com’è che il M5S che in questi giorni vuole difendere i diritti dei bambini ha firmato e intende votare il DDL Pillon?

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