L’espulsione di Marcello De Vito? Non c’è mai stata

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2019-07-16

Di Maio l’ha annunciata ma l’esplusione non è mai stata notificata al presidente dell’Assemblea Capitolina. Che soltanto qualche giorno fa ha ricevuto una raccomandata con l’apertura di un procedimento disciplinare

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L’espulsione di Marcello De Vito, proclamata a gran voce da Luigi Di Maio nel giorno dell’arresto per la Congiunzione Astrale, non c’è mai stata. Soltanto una settimana fa il MoVimento 5 Stelle gli ha notificato tramite raccomandata l’apertura di un procedimento disciplinare dopo la scarcerazione e l’approdo ai domiciliari del presidente dell’Assemblea Capitolina.

L’espulsione di Marcello De Vito? Non c’è mai stata

La storia la spiega oggi Stefania Piras sul Messaggero: i grillini hanno comunicato l’apertura del procedimento il 9 luglio, tre giorni prima che la Cassazione si pronunciasse sull’ordinanza di arresto. Questo perché i legali hanno avvertito il Capo Politico che De Vito avrebbe potuto fare ricorso e vincerlo.

Quel giorno partì una mail indirizzata a De Vito in cui c’erano le contestazioni dei probiviri, e non di Di Maio, e in cui si diceva che si apriva un procedimento disciplinare. Ma il presidente dell’Assemblea capitolina né in carcere né ai domiciliari ha potuto o può consultare la posta elettronica. Non può nemmeno autosospendersi come è consigliato nello statuto perché non può scrivere a chicchessia.

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La raccomandata di qualche giorno fa serve a dare un presupposto giuridico alla rabbia di Di Maio, insomma. Ma rimarrà lettera morta: De Vito non può controdedurre alle contestazioni. Anche Di Maio sa che non sarà facile dare seguito alla sua intransigenza. A Milano il 5 luglio scorso durante l’assemblea con gli attivisti si è tradito. «De Vito è stato espulso subito da me che non potevo farlo e magari mi farà pure causa. E sarà reintegrato».

Un’indagine, anche per corruzione, non può far scattare nessuna sanzione. Semmai ci vuole la condanna in primo grado, che nel caso di De Vito è lontanissima visto che non è stato nemmeno rinviato a giudizio. Questo perché il codice etico è stato cambiato all’epoca per salvare Virginia Raggi, ironia della sorte, e adesso torna buono anche per lasciare De Vito nel MoVimento 5 Stelle.

De Vito presidente dell’Assemblea Capitolina?

E c’è un effetto collaterale particolarmente gustoso della situazione: niente sanzioni dunque. E quindi De Vito è ancora dentro il Movimento ed è ancora titolare della poltrona più alta dell’Aula Giulio Cesare, perché Raggi e i consiglieri di maggioranza che ripetevano a pappagallo le parole di Di Maio, «Noi li cacciamo subito», non riescono proprio a revocare il presidente dell’Assemblea capitolina.

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Quindi De Vito è virtualmente ancora al suo posto e se dovesse riacquistare la libertà potrebbe tornare a presiedere l’Assemblea, a dispetto delle smentite. Non è tutto così meraviglioso?

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