Come la Lega vuole sabotare il reddito di cittadinanza

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-02-13

Il Carroccio presenta una serie di emendamenti che peggiorano le condizioni per percepirlo. La ministra Lezzi lancia l’allarme su Facebook

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Se n’è accorta persino la ministra del Sud Barbara Lezzi: il clima nella maggioranza di governo Lega-M5S è talmente idilliaco che la Lega ha presentato una serie di emendamenti che puntano al sabotaggio del reddito di cittadinanza. E la parte divertente della vicenda è che in teoria la maggioranza per approvarli ci sarebbe pure, alla faccia dei grillini.

Come la Lega vuole sabotare il reddito di cittadinanza

Il provvedimento-simbolo del MoVimento 5 Stelle è a rischio e non solo per il caos generatosi attorno al bando per i Navigator: a giudicare dal pacchetto di emendamenti (una quarantina su 1.570) depositati in Senato, l’alleato dei 5S al governo punta a escludere di fatto e del tutto gli stranieri, ai quali viene ora richiesta non solo la residenza decennale in Italia, gli ultimi due consecutivi. Ma anche il permesso di soggiorno per tutti i componenti (non ne basta uno). E un certificato – per chi è extra Ue – che attesti la composizione del nucleo familiare, emesso dallo stato estero di provenienza e “vidimato” dal consolato italiano.

Non solo: per tutti poi, anche per gli italiani, la Lega pretende come requisito per la card gialla che in casa ci sia sempre qualcuno che abbia lavorato almeno due anni negli ultimi dieci, anche non consecutivi. Che le 8 ore a settimana obbligatorie di lavori utili alla collettività, in attesa di un impiego, siano portate a 36. E che i giovani tra 18 e 28 anni svolgano un anno di servizio civile, 25 ore in media a settimana. Accorgimenti per scongiurare la tentazione del divano o del nero.

Il peggio è che il Movimento 5 Stelle reagisce infilando nei suoi emendamenti (34) di modifica al decretone il taglio delle pensioni dei sindacalisti. Un tentativo già era stato fatto con la proposta di legge D’Uva-Molinari del luglio scorso, respinta dalla Lega e poi affossata. M5S torna ora alla carica con un testo confuso che ricalcola col contributivo e in modo retroattivo una parte delle pensioni in essere. «Una feroce campagna diffamatoria basata sul nulla», commenta la Cgil.

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Il RdC e la penalizzazione delle famiglie numerose 

In ballo c’è anche altro. Ovvero il rischio di sfavorire le famiglie numerose e avvantaggiare i single denunciato dall’INPS di Tito Boeri :le proposte di revisione del meccanismo di calcolo che amplia l’assegno base di 780 euro garantito al singolo con reddito zero e in affitto. Nel decreto legge in vigore dal 29 gennaio il primo componente vale 1, gli altri maggiorenni 0,4 e i minori 0,2 per un massimo di 2,1. Spiega Repubblica:

Questo significa che l’assegno può arrivare ad un massimo di 500 moltiplicato 2,1 e quindi 1.050 euro al mese più il contributo per la casa (280 euro se in affitto, 150 euro se in mutuo). Ora i Cinque Stelle chiedono di correggere il moltiplicatore dei minori: da 0,2 a 0,3 fino a un totale di 2,5 (così l’assegno passa da 1.050 ad un massimo di 1.250 euro più il contributo casa). E di aggiungere uno 0,5 per ogni disabile maggiorenne (0,3 se minore).

La Lega invece si limita a suggerire uno 0,1 per ogni disabile o non autosufficiente. E ad allargare la pensione di cittadinanza anche ai nuclei con disabili sotto i 67 anni. Acqua fresca per il Forum delle associazioni familiari. «Senza coefficienti più coraggiosi le famiglie restano penalizzate: quelli proposti sono ancora fortemente iniqui, persino peggiori di quanto prevede la scala Isee», osserva il presidente Gianluigi De Palo.

Infine c’è il problema segnalato anche da Barbara Lezzi: la Lega vuole impedire che si sommi allo sgravio esistente per il Sud. M5S prova a estenderlo anche alle famiglie per colf e badanti. Ha buone chance di passare però la proposta della Lega di portare a 45 mila euro (da 30 mila) il tetto della liquidazione erogabile subito agli statali che vanno in pensione con quota 100.

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