Gli impresentabili della Lega di Salvini in Sardegna

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2019-02-19

Indagati, riciclati e massoni: la Lega di Salvini in Sardegna è un partito tutt’altro che compatto dove i candidati si attaccano alle spalle. Stranamente però il MoVimento 5 Stelle ha deciso di chiudere un occhio sui problemi locali dell’alleato nazionale. Perché?

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Domenica si voterà in Sardegna per il rinnovo del consiglio regionale e l’elezione del Presidente. Da una settimana il ministro dell’Interno sta battendo l’isola per gli ultimi giorni di campagna elettorale e di promesse. Dopo l’Abruzzo la Lega vuole sfondare in un’altra regione della fu terronia. Vincere in Sardegna sarebbe una vittoria storica per Matteo Salvini, il segno tangibile che la sua Lega ormai è un partito politico davvero su scala nazionale. E soprattutto significherebbe ridimensionare ulteriormente il M5S che alle politiche aveva fatto l’en plein in terra sarda.

Perché il M5S non approfitta del caos leghista in Sardegna?

La cesura con il MoVimento si vede anche da alcuni dettagli. Piccolissimi e ormai irrilevanti pure per il partito di Di Maio che curiosamente durante la campagna elettorale non ha minimamente affrontato il tema degli impresentabili. Qualcuno si ricorderà di quando l’onestà era una delle bandiere del M5S, al punto che alle regionali siciliane del 2017 l’allora candidato presidente Giancarlo Cancelleri aveva pubblicato una lunga lista di impresentabili candidati con il centrodestra e il centrosinistra. Nel frattempo però sono successe alcune cose. Il M5S ha candidato e fatto eleggere degli “impresentabili” alle politiche del 4 marzo e a giugno ha formato un governo proprio con la Lega.

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I volantini elettorali di Artizzu sul bancone della guardiola del comune di Cagliari [Segnalazione via Twitter.com]
Chissà magari è per questo che dal M5S non si è levato un fiato sugli impresentabili della Lega alle regionali. In compenso molti ex leghisti hanno “denunciato” la presenza nelle liste di massoni, presunti massoni, veleni e riciclati vari. Come già venuto alla luce in altre regioni del Sud ed emerso da una recente inchiesta di Report anche in Sardegna la Lega di Salvini è un partito sostanzialmente inesistente. Ne dà un ritratto poco lusinghiero oggi Tommaso Rodano sul Fatto Quotidiano che tra delatori, rivalità e ripicche dipinge i contorni di un partito che non c’è ma che allo stesso tempo ambisce a diventare maggioranza.

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Iniziamo con i cosiddetti riciclati, pronti a salire sul Carroccio del vincitore ci sono ad esempio Michele Pais che è già passato per Alleanza Nazionale,Pdl e Forza Italia. Dai giovani di FI proviene Pierluigi Saiu (era il coordinatore regionale) mentre Tittino Sebastiano Cau è in lista con la Lega dopo un’esperienza nell’UDC e in Energie per l’Italia (il partito fondato da Stefano Parisi, candidato sindaco a  Milano contro Beppe Sala). Da Alleanza Nazionale proviene anche il cagliaritano Ignazio Artizzu (già consigliere regionale) i cui volantini sono stati avvistati sulla guardiola del Comune di Cagliari. Ci sono, o meglio c’erano visto che è stato allontanato e ha rassegnato le dimissioni, anche i massoni. Si tratta di Giovanni Nurra che ha deciso di candidarsi lo stesso però con l’Unione Democratica Sarda a sostegno di Christian Solinas, il candidato sostenuto dal Centrodestra. Nurra non era un leghista qualsiasi visto che era il Coordinatore del Nord (l’area del sassarese) ovvero il numero tre della gerarchia leghista sull’isola.

Chi comanda nella Lega sarda di Salvini

Nurra ha spiegato che la Sardegna dovrebbe esprimere la sua classe politica. Nonostante le rivendicazioni autonomiste della Lega in Sardegna comandano quelli del Nord. Il Commissario infatti è il deputato Eugenio Zoffili, che è di Erba (Como) ed è stato capo della segreteria di Salvini. Dalla Lombardia viene anche Luca Erba, candidato ad Oristano.  Il vicecommissario invece è Dario Giagoni, attualmente sotto processo a Tempio con l’accusa di appropriazione indebita.

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Giagoni (al centro) assieme a Matteo Salvini qualche giorno fa in Sardegna

Giagoni è capolista in Gallura. Su di lui fa molta ironia sui social un ex leghista Sardo, Marco Marchi, che su Facebook ha pubblicato il video di un fantasmagorico comizio dove spiega che anche la Sardegna (come tutti i luoghi geografici) ha un Nord, proprio come il Nord leghista.

Di Giagoni circola anche l’audio di una telefonata – smentita dall’interessato – dove spara a zero sui leghisti sardi soprattutto sul coordinatore regionale. La prossima udienza del processo a carico di Giagoni è fissata per il 21 febbraio, tre giorni prima del voto. Lui proclama la sua innocenza e confida in un’assoluzione. Il MoVimento 5 Stelle, solitamente sempre pronto a cogliere certi assist, tace.

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Il ricorso che rischia di annullare le liste della Lega [Fonte]
Dulcis in fundo c’è il rischio esclusione delle liste. Un elettore ha presentato infatti ricorso ai tribunali di Sassari e Oristano contro la presunta adesione “fittizia” di Lega, Sardegna Civica, Forza Italia Sardegna, Energie per l’Italia e Sardegna in Comune che avrebbero (il condizionale è d’obbligo) evitato la raccolta grazie all’adesione di un “garante” che secondo chi ha presentato il ricorso era però di comodo. La Lega lo ha fatto appoggiandosi a Paolo Luigi Dessì, consigliere del Partito Sardo d’Azione che però nel frattempo si è candidato con un’altra lista. Il rischio è l’azzeramento delle liste della Lega a Sassari e Oristano.

 

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