Di Maio e la balla di Davide Casaleggio che non c’entra nulla con il M5S

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2019-12-13

Ieri Luigi Di Maio ha provato a raccontare di nuovo la storia di Davide Casaleggio come umile tecnico informatico che gestisce la piattaforma del M5S e i sistemi informatici del M5S. Ma c’è un problema: quella piattaforma e quei sistemi informatici non sono del M5S: sono dell’Associazione Roussseau. Che è di Davide Casaleggio

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«Non esistono collegamenti né normativi né economici tra un’azienda privata e il MoVimento 5 Stelle. C’è il MoVimento 5 Stelle e c’è l’Associazione Rousseau ma sono soggetti che non hanno scopo di lucro» così ieri il Capo Politico del M5S Luigi Di Maio a Piazza Pulita a proposito dei rapporti che intercorrono tra il suo partito e l’associazione privata presieduta da Davide Casaleggio. Poco prima Di Maio aveva ribadito a Formigli «vorrei specificare una cosa: l’Associazione Rousseau è un’associazione in cui noi gestiamo tutti i nostri sistemi informatici»: il grande ritorno di Casaleggio Jr come umile tecnico informatico del M5S.

Come Davide Casaleggio controlla il MoVimento 5 Stelle

Ma Di Maio non è riuscito a chiarire in che modo e in base a quali criteri il partito abbia scelto di affidarsi all’associazione presieduta da colui che possiede la Casaleggio Associati e il cui unico merito è di essere il figlio di uno dei due fondatori del MoVimento 5 Stelle. E non è un caso che dentro a Rousseau uno dei tre soci (oltre a Casaleggio) sia Pietro Dettori, ex dipendente della Casaleggio Associati. Lo stesso Casaleggio non nasconde che l’Associazione Rousseau sia un prodotto della Casaleggio Associati visto che in più occasioni ha ripetuto che «la Casaleggio Associati ha donato la piattaforma Rousseau al Movimento». Il problema però è che il MoVimento non è proprietario dell’Associazione Rousseau e di conseguenza nemmeno dei server o del cosiddetto “sistema operaitivo”. Il dubbio è che il M5S non sia proprietario nemmeno degli elenchi degli iscritti. Anzi: non è chiaro in che modo gli iscritti al MoVimento 5 Stelle siano iscritti a Rousseau. Di più: essere cancellati dal database di Rousseau equivale ad essere espulsi dal MoVimento 5 Stelle. Nello statuto del M5S si legge che gli strumenti informatici del M5S saranno quelli della “Piattaforma Rousseau” «mediante appositi accordi da stipularsi con l’Associazione Rousseau». Quindi il rapporto tra M5S e Associazione Roussau è statutario ma nessuno sa come ci sia finito nello Statuto. Perché se si tratta di gestire “strumenti informatici” il M5S potrebbe benissimo voler cambiare “gestore”. Ma lo Statuto stabilisce che è l’Associazione – privata – di Casaleggio a doverlo fare e quindi per cambiare gestore bisognerebbe cambiare lo statuto.

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Quando Di Maio parla dei “nostri sistemi informatici” o dice che «noi abbiamo una piattaforma con cui consultiamo gli iscritti che si chiama Rousseau» in realtà si sbaglia. Perché quei sistemi informatici e quella piattaforma non li ha il MoVimento 5 Stelle ma l’Associazione Rousseau. E indovinate chi certifica i risultati delle votazioni? Un notaio amico di Casaleggio che “si fida” che tutto funzioni correttamente. La situazione al momento è questa: c’è un’associazione privata, che utilizza un “sistema operativo” creato da una società privata, che gestisce la vita politica del MoVimento 5 Stelle e che riceve 300 euro al mese da ciascuno dei parlamentari eletti con il simbolo del partito di Di Maio. Secondo Elena Fattori, ex senatrice del M5S che è stata in passato molto critica circa l’opacità sull’utilizzo dei fondi donati obbligatoriamente dagli eletti «il Movimento è stato rifondato nel 2018 da un lobbista, Davide Casaleggio, che lo gestisce attraverso Rousseau». Qualche settimana fa il ministro dell’Istruzione Lorenzo Fioramonti si interrogava, durante un’intervista al Corriere della Sera, su «che relazione c’è tra noi e un’azienda privata che non si capisce a quale titolo gestisce parte delle nostre risorse e che si inserisce nell’agenda politica?». Per Fioramonti «va benissimo un server provider che ci fa il sito web, ma questa situazione dimostra che il problema più che la leadership, è l’organizzazione del Movimento».

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Rousseau è talmente parte della gestione politica del MoVimento che un’altra socia di Rousseau, Enrica Sabatini, è entrata a far parte del team dei Facilitatori. Assieme a lei anche la senatrice Barbara Floridiache attualmente è responsabile della piattaforma E-Learning di Rousseau. Perché c’è un’altra cosa strana: diversi parlamentari del M5S ricoprono ruoli su Rousseau (c’è chi si occupa delle Lex Iscritti, chi delle Call to Action e così via) ma nessuno di questi ha voce in capitolo sulle decisioni che riguardano la vita dell’Associazione, che sono prese da Casaleggio, Dettori, Sabatini e Max Bugani consigliere comunale a Bologna e “spin doctor” della sindaca di Roma Virginia Raggi. Credete che sia finita qui? No, perché a marzo Davide Casaleggio (quello della Casaleggio Associati, figlio di Gianroberto Casaleggio e presidente dell’Associazione Rousseau) è diventato “fondatore” del MoVimento 5 Stelle. A nessuno è venuto il dubbio che il M5S sia il primo partito ereditario della storia politica. Nessuno si è posto il problema di come “sfiduciare” Casaleggio o l’Associazione Rousseau. Perché lo Statuto del MoVimento prevede meccanismi per sfiduciare il Capo Politico e pure (ma non sono chiarissimi) per l’elezione di un nuovo Garante. L’unico intoccabile dagli strumenti della democrazia diretta è lui: Davie Casaleggio.

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