Fermi tutti: la Lega ha scoperto il complotto delle Sardine per indottrinare i bambini di tre anni

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2019-12-13

Pensavate voi che le Sardine fossero pesciolini innocenti, buoni al massimo per i gattini di Salvini? E invece vi sbagliate perché quello del movimento delle Sardine è tutta una grande chiesa che parte dall’ideologia gender e arriva ai presepi e ai canti di Natale negati. E allora la Lega lancia l’allarme: giù le pinne dai bambini!

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«Nell’asilo di via della Maddalena è stato fatto un laboratorio politico: hanno fatto disegnare ai bambini le sardine», questa la denuncia della consigliera comunale della Lega di Genova Lorella Fontana. In attesa delle polemiche sul Natale negato e di quelle sui canti immigrazionisti l’antipasto è a base di pesce. Quel genere di pesce che alla Lega va di traverso: le sardine. A Genova, città di mare, a furia di mangiare sardine a quelli della Lega forse è venuta la sindrome sgombroide.

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Perché in consiglio comunale la consigliera leghista, assieme alla collega Marta Brusoni (di Genova Vince), ha presentato un’interrogazione al fine di fare luce su quello che ha definito indottrinamento politico: «All’asilo di Vico Rosa si fa indottrinamento invece di crescere i bambini secondo attività di carattere pedagogico lontane da ideologie politiche: hanno impegnato bambini a disegnare sardine, per una manifestazione politica, un comportamento inaccettabile». L’asilo è di proprietà comunale ed è stato affidato in gestione alla cooperativa sociale Mignanego attraverso un bando pubblico nel 2015 con una concessione decennale.

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Le fa eco la consigliera Brusoni che una settimana fa aveva definito «inaccettabile, meschino e non tollerabile usare dei minori per finalità politiche». A denunciare il nuovo esempio di “scuola di pensiero unico” era stato Diego Pistocchi sull’edizione ligure del Giornale in un articolo che parlava dell’ideologia delle sardine inculcata all’asilo nido. C’è chi, come Gianluca Veneziani su Libero di oggi scrive che il caso è «paragonabile ai tanti tentativi far filtrare l’ideologia gender negli asili attraverso favole apparentemente edificanti» e ancora «è come se l’infanzia fosse oggetto di una strategia di rieducazione di massa, di un cavviamento al Pensiero Unico, di un corso accelerato per diventare buonisti del futuro».

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Manca solo il complotto della distribuzione di ossitocina in mensa per controllare chimicamente le giovani menti dei bambini di tre anni di un asilo pubblico e il grande piano del Pensiero Unico è al completo. Ma per fortuna c’è l’europarlamentare Isabella Tovaglieri che denuncia che i bambini sono stati «coinvolti dalle maestre a disegnare sardine per la loro manifestazione» (loro delle maestre?). Robe che in confronto i bambini del Bangladesh sfruttati per cucire palloni da calcio fanno una vita migliore.

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Secondo il legale rappresentante della cooperativa, Paola Campi, «è difficile pensare in che cosa consisterebbe un laboratorio politico con bambini di tre anni». Ed in effetti passi per l’indottrinamento gender ma in che modo disegnare delle sardine (dei pesci di carta) può avere qualche significato “politico” per dei bambini che probabilmente non hanno ben presente il senso dell’esistenza della Lega, del PD o di Giuseppe Conte? Anche perché, fanno sapere dall’asilo, il laboratorio è stato chiesto dai genitori: «abbiamo fatto un laboratorio, chiesto dai genitori, perché i bambini ne sentivano parlare e la motivazione che ci ha spinte ad accogliere una richiesta, partita dai genitori, è che creare insieme ai bambini le sardine sarebbe stato un atto di accoglienza, non discriminazione e difesa delle differenze».

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Un’attività che quindi non è stata scolta all’insaputa dei genitori, e non solo, perché le maestre raccontano che «prima di proporre l’attività, abbiamo condiviso con i genitori, in chat, la proposta, chiedendo se qualcuno fosse contrario all’idea che i figli realizzassero le sardine. Nessuno si è fatto avanti in privato, come avevamo chiesto per tutelarne la privacy. Anzi, la mamma che ha sollevato poi il caso, con un messaggio delle 19.15 dello stesso giorno del laboratorio,  su Whatsapp, manifestava la propria gioia per il lavoro realizzato dal figlio, pur dichiarandosi “Pro Salvini”». Insomma il bimbo aveva fatto un bel disegno di una sardina, e tutti erano contenti. Ne è nata una discussione, tra adulti non tra bambini, che probabilmente ha spinto quella mamma a “denunciare” l’episodio che poi è stato pescato dalla Lega per alimentare la paura delle sardine ideologiche che dalle piazze si riversano nelle scuole dei nostri figli. Aiuto Salvei!

Foto copertina via Facebook.com

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