Il giochino tra Conte e Di Maio per fregare il M5S sulla TAV

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2019-07-24

Ieri il premier e il vicepremier si sono accordati per la messinscena sulla TAV. Ma è da un anno che i grillini si preparano a dire sì all’opera. Ora hanno trovato il modo per fregare i loro militanti, consentendo la TAV (nei fatti) pur essendo No-TAV (a parole)

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Mettiamo che siate un vicepremier che ha capito che è impossibile opporsi a una certa opera, ma se lo dite apertamente rischiate di essere linciati dai vostri stessi esponenti del vostro partito. Mettiamo che però abbiate la possibilità di mandare avanti qualcun altro a fare la figuraccia di doverlo annunciare, lasciandovi una scappatoia. Se questa è la vostra condizione, probabilmente siete Luigi Di Maio e Giuseppe Conte.

Il giochino tra Conte e Di Maio per fregare il M5S sulla TAV

Dalla fine del 2018 infatti arrivano da più parti segnali che vogliono il MoVimento 5 Stelle pronto a fare, in un modo o nell’altro, la Tav. A novembre si parlò per la prima volta del cambio di prospettiva grillino, con la viceministra dell’Economia Laura Castelli impegnata in missioni diplomatiche presso il fronte del sì all’opera. Poi cominciano a uscire le storie sulla mini-TAV, ovvero sul ridimensionamento dell’opera con risparmi su risparmi e a giugno diventa chiaro a tutti che l’obiettivo di Di Maio & Co. è fare la TAV possibilmente all’insaputa dei No-Tav.

E infatti puntualmente ieri è arrivato l’annuncio di Giuseppe Conte: le condizioni sono cambiate, ora si risparmiano soldi e fare l’opera è conveniente, il governo dà parere favorevole ma è sovrano il parlamento che dovrà decidere. Subito dopo Di Maio ha risposto sulla sua pagina Facebook che va bene, si esprima il parlamento, ma lui rimane No-TAV e lo scrive chiaro e tondo nello status.

Le prossime mosse sono ampiamente prevedibili: si andrà in qualche modo a un voto in Parlamento, il MoVimento 5 Stelle darà fondo a tutte le sue maggiori arti retoriche per far sapere al popolo là fuori che loro sono contro il TAV, poi il voto porterà alla vittoria il fronte Sì Tav. E la sceneggiata è definitivamente compiuta. Di Maio avrà ottenuto di aver fatto la faccia brutta ad uso e consumo di Facebook e delle telecamere; Salvini porterà a casa la sua vittoria; i militanti grillini No Tav avranno il loro contentino: “Almeno ci hanno provato”. E tutti vivranno felici e contenti.

Beppe Grillo sotto un treno

C’è altro? Sì che c’è. Il 9 dicembre 2018 Beppe Grillo assicurava a un militante di Potere Al Popolo: «La Tav non si farà. Te lo garantisco io. Dobbiamo finire questa analisi costi-benefici, ma sono certo che non si farà». Povero Beppe. Tommaso Ciriaco su Repubblica racconta che con lui Conte & Di Maio hanno avuto un occhio di riguardo:

E già, perché domenica 21 luglio si è sfiorato anche questo incidente. Il fondatore del Movimento compie 71 anni, mentre Giuseppe Conte comunica allo staff: «Oggi intervengo per dire agli italiani che la Tav si farà». «Presidente, è sicuro?», domanda un consigliere pietoso, ricordandogli la ricorrenza: «Oggi Beppe compie gli anni, forse sarebbe meglio…». Rimandano, ma soltanto di due giorni. E adesso “Beppe” parla come un ex.

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E Toninelli? Ieri il ministro minacciava dimissioni su dimissioni in caso di sì al TAV.  Cinque minuti dopo il via libera del premier, fa trapelare: «Resto al mio posto. Conte ha riconosciuto che i tre miliardi risparmiati sono anche grazie al lavoro del ministero. Li useremo per opere utili». E la sceneggiata è ormai completa. La parte più divertente è ammirare quanti fessi ci siano cascati.

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