Marco Travaglio: «Il Tav è la più grande sconfitta del M5S»

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-07-24

“L’annuncio del premier Conte che dà il via libera alle gare d’appalto per il Tav Torino-Lione è la più cocente sconfitta mai subìta dai 5Stelle in dieci anni di vita”

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Non l’ha presa benissimo Marco Travaglio. Il direttore del Fatto non ha mandato per niente giù l’annuncio del premier Giuseppe Conte, che ieri, d’accordo con Di Maio, ha annunciato il suo sì all’Alta Velocità lasciando il MoVimento 5 Stelle solo a chiedere un voto in Parlamento ben sapendo che lì la maggioranza è a favore dell’opera e che così arriverà una sconfitta onorevole ma netta:

L’annuncio del premier Conte che dà il via libera alle gare d’appalto per il Tav Torino-Lione è la più cocente sconfitta mai subìta dai 5Stelle in dieci anni di vita. Molto peggio dei rovesci elettorali alle Europee del 2014 e del 26 maggio scorso. Molto peggio del voto suicida per salvare Salvini dal processo Diciotti. Perché il Movimento era No Tav ancor prima di nascere, quando Beppe Grillo già negli anni 90 sposò la sacrosanta battaglia del popolo della Val Susa contro l’opera pubblica più demenziale, anacronistica, inquinante, dannosa e costosa d’Europa.

marco travaglio m5s tav

 

Travaglio conclude che c’è modo e modo di perdere una partita così cruciale:

Anche senza aprire una crisi di governo che porterebbe al voto e poi al trasloco di Salvini dal Viminale a Palazzo Chigi, i 5Stelle avrebbero potuto sostituire il vertice di Telt (la società italo-francese che vuol bandire le gare) per rinviare tutto a quando anche Parigi e Bruxelles avranno tirato fuori i soldi. Cioè a mai. E poi sfidare Salvini a far cadere il governo: probabilmente il Tav sarebbe finito sul binario morto.

Ora, persa per persa, portino almeno la questione in Parlamento, con un ddl per revocare il trattato italo-francese. Così gli italiani saprebbero chi vuole sprecare i loro soldi e chi usarli per opere davvero utili e urgenti. Sarebbe sempre una sconfitta, ma onorevole e trasparente. Nascondersi dietro a Conte, capo di un governo a maggioranza M5S, è come perdere la partita senza neppure giocarla.

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