Come Di Maio cerca di fare la TAV all’insaputa del M5S

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2019-06-26

L’intero MoVimento 5 Stelle di governo ora è su posizioni diverse rispetto a quelle di qualche tempo fa. E se Laura Castelli tenta la fuga in avanti proponendo una TAV “leggera” in base a un progetto di un sindaco che a quanto pare era stato già bocciato in quanto impraticabile, Luigi Di Maio affida a Giuseppe Conte la soluzione diplomatica

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Per la TAV una scadenza c’è: Bruxelles aspetta una risposta ufficiale entro il 30 settembre, tre mesi prima della scadenza naturale del primo accordo, pena la restituzione dei finanziamenti ricevuti fino a quel giorno. Telt sta preparando le nuove linee guida, che spostano alla fine del 2021 l’utilizzo definitivo degli 813 milioni ricevuti finora, con l ’autorizzazione del Mit e della presidenza del Consiglio.

Come Di Maio cerca di fare la TAV all’insaputa del M5S

Ma la novità è che l’intero MoVimento 5 Stelle di governo ora è su posizioni diverse rispetto a quelle di qualche tempo fa. E se Laura Castelli tenta la fuga in avanti proponendo una TAV “leggera” in base a un progetto di un sindaco che a quanto pare era stato già bocciato in quanto impraticabile, Luigi Di Maio affida a Giuseppe Conte la soluzione diplomatica che dovrà trovare un compromesso tra Lega e grillini. Ma nell’ottica della costruzione dell’opera.

tav telt bandi
Il tracciato della TAV (Corriere della Sera, 11 marzo 2019)

Spiega oggi il Corriere che il tracciato alternativo ideato dall’ex sindaco di Venaus Nilo Durbiano, che prevede lo scavo di una galleria parallela a quella del Frejus, un tunnel di 15 chilometri da Oulx e Modane, è stato bocciato dai tecnici dell’analisi costi-benefici e suscita perplessità anche tra gli esperti del movimento NoTav. Ma soprattutto è una strada poco praticabile perché trattandosi di un progetto completamente nuovo, farebbe cadere ogni finanziamento europeo.

Resta sul tavolo l’ipotesi di una mini Tav, ovvero lo stesso tracciato senza la stazione internazionale di Susa e con l’aggiramento dello snodo di Orbassano. Sono modifiche giudicate possibili anche da Telt, ma hanno una controindicazione. Con l’innalzamento della quota europea al 55% del totale dei lavori, non solo del tunnel di base, ma dei lavori sulla tratta italiana, una revisione al ribasso sarebbe poco conveniente dal punto di vista economico. Tutte cose che il governo italiano sa bene. Il resto sono schermaglie politiche e pillole da indorare a elettori delusi.

Il via libera di Di Maio all’Alta Velocità

Ma il via libera di Di Maio all’Alta Velocità non è in discussione. Spiega oggi Il Messaggero che dopo il via libera del Cio alle Olimpiadi invernali nel 2026 a Milano-Cortina, il clima è cambiato. Lo sa bene Salvini che, nel ribadire la volontà di completare l’Alta velocità Torino-Lione come gli chiede il potente Fronte del Nord galvanizzato dal sì olimpico, ha messo a verbale: «C’è un progetto in itinere e io voglio che i treni corrano e le gallerie vengano completate. Spero che la lezione delle Olimpiadi sia servita».

Ebbene, la lezione è servita eccome. La festa di Milano-Cortina per la pioggia di miliardi e di posti di lavoro in arrivo, ha innescato lo scorno e il rimpianto tra i 5 Stelle che hanno detto no” ai Giochi invernali a Torino e bocciarono le Olimpiadi estive del 2024 a Roma. Tant’è, che tra i fedelissimi di Di Maio si ammette «un cambio di fase». «L’approccio ideologico non è più quello di prima, non esiste più un pregiudizio contro grandi eventi e opere pubbliche», dice uno strettissimo collaboratore del vicepremier, «siamo al governo e dobbiamo fare gli interessi del Paese, guardando ai benefici economici e occupazionali della Tav.

tav m5s alberto airola

Se dovessimo scoprire che grazie al maggior contributo europeo e a una disponibilità della Francia ad accollarsi una quota maggiore dei costi, questa opera pubblica dovesse diventare più conveniente per il Paese, le cose cambierebbero…». Insomma, il “no” granitico si sta trasformando in un “ni” decisamente morbido e malleabile. «Tanto più» aggiungono nell’entourage di Di Maio, «che tra i nostri parlamentari sono sempre di più quelli che non si fascerebbero la testa se alla fine dovessimo dire “sì” alla Tav. Ma è tutto nelle mani di Conte. Di Maio si fida della sua capacità di mediazione. Vediamo…».

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