Il M5S Roma avanti con Virginia Raggi anche se condannata?

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2018-10-18

«Siamo con Virginia anche senza simbolo: abbiamo iniziato un grande lavoro su Roma e non ci fermeremo proprio adesso», dicono alcuni consiglieri grillini. Ma quale lavoro di preciso?

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«Ho letto il titolo, ma sono passata a notizie più importanti»: ha risposto così Virginia Raggi ieri a chi le chiedeva cosa pensasse dell’intervista rilasciata da Roberta Lombardi a Repubblica Roma in cui la consigliera regionale del Lazio al suo secondo mandato ricordava alla sindaca la necessità di dimettersi in caso di condanna per falso nel caso Marra.

Il M5S Roma va avanti con Virginia Raggi anche se condannata?

Una freddezza comprensibile visto che al di là delle foto in campagna elettorale il rapporto tra le due personalità più importanti del MoVimento 5 Stelle a Roma (una sindaca, l’altra candidata governatrice contro Zingaretti) non è mai stato idilliaco ed è costato richiami ufficiali e abiure all’ex deputata. Eppure da qualche giorno circola in Campidoglio – e di riflesso sui giornali – un’ipotesi diversa da quella che vede la sindaca, in caso di condanna, pronta a dimettersi  seguendo il codice M5S (testo ritoccato a gennaio 2017 dopo l’avviso di garanzia a Raggi) e poi, dopo 20 giorni, «le dimissioni diventano efficaci ed irrevocabili — è il comma 3 dell’art. 53 del Tuel— e si procede allo scioglimento del consiglio, con contestuale nomina di un commissario» da parte della Prefettura.

raggi senza simbolo

L’altra ipotesi è stata oggetto di un articolo del Fatto e oggi di uno del Corriere della Sera Roma, e vede la sindaca andare avanti senza simbolo M5S, tema su cui in Campidoglio si discute da un po’, soprattutto tra consiglieri. Spiega Andrea Arzilli:

Nel retroscena, però, si fanno i conti su chi è disposto a sostenere Raggi anche senza la copertura politica del M5S. Per farlo serve blindare la maggioranza dei 48 scranni in Aula: il gruppo M5S conta 28 consiglieri, di cui solo 2-3 dell’ala «intransigente» legata alla Lombardi.

La maggioranza della maggioranza sembra infatti decisa a non staccare la spina all’amministrazione, ma anzi pressa per farla proseguire anche senza le 5 stelle a sventolare sul palazzo Senatorio. «Siamo con Virginia anche senza simbolo: abbiamo iniziato un grande lavoro su Roma e non ci fermeremo proprio adesso», confidano alcuni consiglieri grillini.

Il problema del secondo mandato

Il M5S Roma finirebbe quindi per sfidare la direzione nazionale grillina decidendo di mettersi al di fuori delle regole grilline per mantenere Virginia Raggi sullo scranno, con tutte le conseguenze a suo sfavore? Per inquadrare correttamente la situazione bisognerebbe prima considerare un’altra questione, anch’essa dirimente: insieme a Raggi c’è un buon numero di attuali consiglieri comunali che sono al loro secondo mandato dopo averne svolto uno proprio in Comune oppure in uno dei Municipi. Chiudere l’esperienza amministrativa di Virginia Raggi, per loro, significherebbe chiudere anche la loro esperienza politica con il MoVimento 5 Stelle per sempre.

emanuele dessì m5s limite secondo mandato - 9

La questione però si intreccia con quella fatta trapelare nei giorni scorsi dal senatore Emanuele Dessì, che vorrebbe alcuni senatori grillini pronti a chiedere una deroga alla regola per consentire a chi ha svolto un mandato da consigliere comunale di poter svolgere un altro mandato parlamentare. È evidente che al netto del “grande lavoro su Roma” che i consiglieri ritengono di aver svolto (i cittadini romani meno, visti i risultati delle elezioni nei municipi e nel Lazio) questo sarà uno dei punti che sarà decisivo nel dirimere la questione dell’appoggio dei consiglieri alla sindaca.

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Il disastro M5S su Roma

Anche perché tutti questi discorsi non sembrano proprio quagliare con un dato di fatto inequivocabile: dopo due anni e mezzo di amministrazione Raggi Roma è più sporca di prima e gli autobus continuano a non passare, in barba alle “grandi vittorie” che i consiglieri e la stessa prima cittadina sbandierano ogni tanto su Facebook per vitalizzare la claque. Interpellati alle urne sulle capacità amministrative del M5S nel voto dei municipi III e VIII qualche mese fa, i cittadini romani hanno preferito mandare al ballottaggio i candidati di centrodestra e centrosinistra invece di quelli grillini.

lanzalone parnasi campidoglio raggi m5s stadio roma - 5

L’incapacità della Giunta Raggi, che non potrebbe venire rivitalizzata nemmeno con la probabilissima vittoria del no nel referendum ATAC che si svolgerà a novembre, ha giocato un ruolo anche nella sconfitta di Roberta Lombardi nella corsa alla Regione Lazio e nelle vittorie dei candidati di centrosinistra e centrodestra in molti collegi della Capitale alle elezioni del 4 marzo: pare difficile, visti i numeri, insistere ancora sulla Raggi e sembra impossibile anche che il M5S riesca a tornare a vincere a Roma presto, anche se dovessero scendere in campo candidati eccellentissimi come Alessandro Di Battista. Sic stantibus rebus, quella della consiliatura sembra più un’agonia che una “bellissima esperienza amministrativa”. Staccare la spina sarebbe un atto di pietà. Soprattutto nei confronti di Roma.

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