A24 e A25: il mistero delle autostrade pericolose ma non troppo

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2018-10-18

Il ministro lancia allarmi sui viadotti della Strada dei Parchi e scappa, il suo ministero dice che non ci sono pericoli. E lui sostiene di non poter chiudere le autostrade pericolose. Ma non è vero, ecco perché

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Una lettera spedita il 23 aprile 2018 dal direttore generale del ministero delle Infrastrutture Vincenzo Cinelli esclude la necessità di far svolgere nuovi «interventi emergenziali» sulla Strada dei Parchi, ovvero la A24 e A25 gestite dalla società omonima. Grazie a quella missiva il ricorso al TAR della società in cui si chiedeva lo sblocco immediato dei fondi per l’adeguamento delle misure di sicurezza antisismiche (circa 200 milioni) è stato respinto.

A24 e A25: il mistero delle autostrade pericolose ma non troppo

Tutto ciò accadeva nel maggio scorso; nel frattempo è diventato ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Danilo Toninelli e la partita è diventata mediatica: il ministro si è fatto filmare nei servizi delle Iene mentre osservava e dichiarava pericolosi e a rischio i viadotti della Strada dei Parchi a dispetto delle disposizioni del suo ministero. E, per soprannumero, lo faceva mentre dal decreto Genova veniva cancellato proprio l’intervento sulla A24 e sulla A25 – mentre trovavano posto le norme per le case abusive di Ischia – perché “i vertici tecnici del Ministero ancora non ritengono che ci siano le condizioni per firmare i decreti attuativi che autorizzerebbero i lavori di messa in sicurezza dei viadotti, perché a loro dire non c’è la copertura; un fatto incomprensibile se si considera che il ministro Toninelli ha assunto, pubblicamente, l’impegno dello sblocco dei fondi”, come ha detto Mauro Fabris, vicepresidente di Strada dei Parchi SPA.

Sono tredici i viadotti che richiederebbero i lavori più urgenti. E gli amministratori della società titolare della concessione hanno reagito mettendo le mani avanti: hanno mandato una diffida al ministero per lo sblocco dei 192 milioni per la messa in sicurezza dei viadotti, inseriti nei fondi per Genova; vogliono che entro 5 giorni vengano autorizzati i lavori urgenti e comunque ritenuti necessari. Ritenuti necessari dal ministro, viste le incredibili dichiarazioni di Toninelli all’ANCE, che dimostrano – se ce ne fosse davvero bisogno – che il grillino non si rende conto del suo ruolo e del rischio connesso a un allarme nei confronti di un autostrada dopo la tragedia di Genova. Il rimpasto di governo con la sua rimozione per lui costituirebbe un’opportunità per smettere di soffrire.

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I viadotti pericolanti della Strada dei Parchi e il ministro che non firma gli interventi

E infatti alla diffida di Strada dei Parchi il ministro ha risposto con una lettera per «segnalare al concessionario di metterei n campo azioni importanti di sicurezza». Ma quali sono le azioni importanti di sicurezza? Chiudere l’autostrada gettando nel caos il trasporto italiano fino a nuovo ordine del ministero? Il vicepreseidente Fabris ieri ha lanciato un grido d’allarme… contro gli allarmismi: «Se calano gli utenti,ci sono le condizioni da contratto per aumentare i pedaggi». Poi ha ribadito: «Se il ministro ha elementi per mettere in dubbio i nostri report che garantiscono la sicurezza dell’autostrada, ha tutto il diritto e il potere per ordinare a Strada dei Parchi provvedimenti o anche la chiusura: noi eseguiremo». Ma Toninelli ha replicato che «lo Stato non ha il potere di chiudere le autostrade».

toninell fondi strada parchi

Fiorenza Sarzanini sul Corriere della Sera però spiega che il ministro dice (altre) balle:

«Vogliamo cambiare tutto», aveva dichiarato il ministro due giorni dopo il crollo con un lungo post su Facebook nel quale annuncia l’avvio della procedura per la revoca della concessione ad Autostrade per l’Italia. Ora Toninelli ha la possibilità di mettere in pratica questo proposito.

Secondo l’articolo 5 della legge sulla circolazione stradale, «il ministro può impartire ai prefetti e agli enti proprietari delle strade le direttive per l’applicazione delle norme concernenti la regolamentazione della circolazione sulle strade» e in caso di «inosservanza di norme giuridiche, può diffidare gli enti proprietari ad emettere i relativi provvedimenti».

Se non lo fanno «dispone l’esecuzione delle opere necessarie, con diritto di rivalsa nei confronti degli enti medesimi». Se davvero la situazione è così grave come Toninelli ha ribadito anche ieri, sarebbe dunque opportuno procedere al più presto. Altrimenti rimangono soltanto le parole di allarme.

E le buffonate da propaganda.

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