Ma siamo proprio sicuri che sia Virginia Raggi la sindaca di Roma?

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2019-04-18

La strategia della finta tonta di Virginia Raggi colpisce ancora. Avevamo appena finito di elogiare la sindaca di Roma perché nella registrazione di Lorenzo Bagnacani si dimostrava finalmente consapevole del fatto che Roma fosse ridotta una merda dal punto di vista dell’igiene (invece nei trasporti fischia!), mentre quando scrive su Facebook e risponde alle domande …

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La strategia della finta tonta di Virginia Raggi colpisce ancora. Avevamo appena finito di elogiare la sindaca di Roma perché nella registrazione di Lorenzo Bagnacani si dimostrava finalmente consapevole del fatto che Roma fosse ridotta una merda dal punto di vista dell’igiene (invece nei trasporti fischia!), mentre quando scrive su Facebook e risponde alle domande nelle interviste invece racconta tutt’altro, ovvero che tutto va bene, Madama la Marchesa. Ed eccola che ci smentisce con un meraviglioso post che tira fuori la fantastica strategia del “Che ora è?“, “Venerdì“.

virginia raggi

Andiamo nel merito. Oggi che tutti i giornali hanno parlato dalle 7 del mattino dell’indagine per corruzione nei confronti di Armando Siri, la sindaca comincia lamentandosi del fatto che si parli di lei e non di Siri e, già che c’è, mette insieme notizie di altri giorni (o settimane, o mesi…) per fare la vittima.

Molto rumore per nulla. Indagano il governatore dell’Umbria Catiuscia Marini per concorsi truccati nella sanità; il sottosegretario della Lega Armando Siri per una presunta tangente di 30mila euro tra Sicilia e Liguria; il segretario del Pd e Governatore del Lazio, Nicola Zingaretti, per finanziamento illecito…ma parlano di me.

Si tratta di uno degli elementi più miserabili della strategia di comunicazione della Raggi. Il numero è sempre lo stesso, e come le torte in faccia nei film in bianco e nero, ormai ha ampiamente stancato. Vediamo invece il resto:

Parlano di audio rubati in cui dico quello che direbbe qualsiasi altro cittadino di Roma: me la prendo duramente con l’ex amministratore delegato dell’Ama perché ci sono i rifiuti in strada e non lo posso accettare.

Uso parolacce ma non me ne vergogno perché sono incazzata quando vedo chi pensa a prendere i premi aziendali piuttosto che a pulire la città. Perché questo è quello che si ascolta in quegli audio.

La Raggi dice di prendersela con l’ex ad dell’Ama (Lorenzo Bagnacani) ma mente sul perché: come sanno tutti quelli che hanno seguito la storia (e quindi nessuno dei suoi fans), la Raggi non è andata allo scontro con Bagnacani perché Roma era sporca, ma perché Bagnacani non ha voluto rinunciare a un credito di AMA nei confronti del Comune di Roma, come gli “consigliava” il Campidoglio.

La Raggi non ha cacciato Bagnacani perché Roma è sporca. Se lo avesse fatto, sarebbe stato comprensibile. Lo ha cacciato al termine di una querelle tra l’assessorato al bilancio, il direttore generale del Comune e l’a.d. di AMA.

In più la Raggi come sempre omette di mettere assieme due dati: lei caccia la gente da AMA da quando è arrivata in Campidoglio:  il primo, Daniele Fortini, era stato protagonista di uno scontro su Malagrotta e i TMB di Cerroni con Paola Muraro; il secondo, Alessandro Solidoro, è durato appena trenta giorni; poi si è conclusa (con lite legale annessa) l’era di Antonella Giglio e ora è toccato a Bagnacani. Eppure Roma rimane sporca. 

Nessuna pressione ma solo tanta rabbia per chi non ha fatto bene il lavoro per il quale era pagato. Si pretendeva che approvassi un bilancio con il quale i dirigenti di Ama avrebbero avuto centinaia migliaia di euro in più.

I vertici del Campidoglio – il ragioniere generale, segretario generale, il direttore generale, l’assessore al bilancio, i dipartimenti competenti – hanno bocciato la proposta dell’ex ad Bagnacani. Ed io e la mia Giunta abbiamo votato contro come avrebbe fatto qualsiasi romano.

Ora andrebbe anche ricordato che a parte Fortini, tutti quelli che ha cacciato li aveva nominati lei. Se (come dice lei) si sono rivelati degli incapaci,  chi li ha nominati non è esente da colpe. Perché ci vuole un incapace per nominare un altro incapace, e ok. Ma se ne nomini continuamente, allora è chiaro che il problema sei tu.

Se poi, com’è altamente probabile se non certo, questi non fossero degli incapaci ma semplicemente persone che non sono disposte a farsi comandare fino ad assumere decisioni che reputano sbagliate o illegali, allora come si fa a dargli torto?

Addirittura si ipotizzava che aumentassi ancora la tassa dei rifiuti, mentre in azienda sarebbero continuati ad arrivare i premi a pioggia. Mi sono ribellata e non me ne pento. Continuano a gettare fango su di me ma io ho le spalle grosse e continuerò a difendere la mia città e i miei concittadini.

In ultimo, andrebbe ricordato alla Raggi che di aumento della tassa dei rifiuti ha parlato lei in occasione dell’incendio del TMB Nuovo Salario. E che se Tizio è un cialtrone, chi lo ha messo lì è responsabile di aver nominato un cialtrone. Lei invece prima li nomina, poi li lascia lì a guadagnarsi lo stipendio (mentre, come dice lei, “Roma è una merda“), infine li caccia e li accusa di… essersi guadagnati lo stipendio. La strategia dello struzzo, anche se accompagnata dalla Ola, comincia a diventare imbarazzante. A questo punto sorge un dubbio: ma siamo proprio sicuri sicuri che sia la sindaca?

Leggi anche: Sirigeddon: come il governo gialloverde si sta suicidando per Armando Siri

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