Le tre bugie di Matteo Salvini su Savoini

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2019-07-17

Il ministro dell’Interno ha detto di non sapere di cosa si occupa Savoini, che non esistono legami tra l’Associazione Lombardia-Russia e la Lega e che Savoini non agisce per conto della Lega. Ma allora come mai l’associazione di Savoini ha sede nello stesso stabile della Lega e Savoini organizza incontri per il ministro dell’Interno in Russia?

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«L’associazione Lombardia-Russia non ha nulla a che vedere con la Lega» così l’11 luglio la portavoce di Matteo Salvini liquidava il caso Moscopoli. L’associazione è quella presieduta da Gianluca Savoini, già giornalista alla Padania ed ex portavoce di Matteo Salvini. Savoini è l’uomo al centro della vicenda che secondo i leghisti non ha nulla a che fare con il partito. Eppure ci sono diversi elementi che lasciano pensare all’opposto.

Salvini non sapeva che l’associazione ha sede dove ha sede la Lega?

Uno su tutti la sede dell’Associazione Lombardia-Russia, nata nel 2014. Gli uffici di Savoini sono in via Colombi 18, che altro non è che l’ingresso secondario dello stabile di Via Bellerio 41, la storica sede della Lega Nord. Anche l’organigramma dell’Associazione di Savoini è indicativo, oltre alla carica di Presidente Onorario per Alexey Komov, rappresentante del World Congress of Families in Russia (e abbiamo visto a Verona quanto forti siano i legami tra WCF e Lega) il responsabile sviluppo progetti è Claudio D’Amico.

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D’Amico, attualmente assessore per la Lega a Sesto San Giovanni, è il “consigliere per le attività strategiche di rilievo internazionale” del vicepremier Matteo Salvini. Ed è la stessa persona che ha sollecitato l’invito per Savoini alla cena organizzata in onore del Presidente russo Vladimir Putin il 4 luglio scorso a Villa Madama. Alla cena oltre a Salvini, Savoini e Putin erano presenti anche il premier Conte, il vicepremier Di Maio e altri importanti esponenti del governo gialloverde.

Salvini nel 2014 non sapeva che il suo più stretto collaboratore aveva fondato un’associazione?

Certo, Salvini non è che può sapere proprio tutto. Sa ad esempio che esiste un piano segreto per assassinarlo ma non sa che cosa faccia uno dei suoi più stretti collaboratori né cosa faccia quello che era stato il suo portavoce, a che titolo venga invitato a Mosca (perché il ministro sostiene che non è lui ad invitarlo), all’ambasciata russa in Italia oppure ad una cena di Stato in onore di quello che per la Lega dovrebbe essere il principale partner straniero. Curioso.

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Eppure le linee d’azione di Savoini non sono certo cambiate da quel dicembre del 2014 quando Salvini sognava di poter ottenere un prestito da Mosca come la sua amica Marine  Le Pen. Anzi, l’audio pubblicato da BuzzFeed dimostra la coerenza di Savoini, ancora alla ricerca di soldi per la Lega, ancora interessato a stringere i rapporti con la Russia. Sul sito di Lombardia Russia fanno bella mostra articoli come quello qui sopra dove si parla dell’associazione di Savoini come nata “sotto la benedizione di Matteo Salvini“. Savoini stesso viene descritto come colui che “ha sconfitto quanto ad influenza, leader come Roberto Maroni e Luca Zaia. Di sicuro c’è lo zampino di Savoini dietro dichiarazioni come quelle del leghista veneto Federico Caner (ora assessore alla programmazione dei fondi UE della giunta Zaia in Veneto) che nel 2014 diceva che la Crimea era come il VenetoAltri articoli decantano l’importante ruolo dell’Associazione fondata dal “collaboratore più stretto del leader leghista”.

Salvini si è accorto che gli obiettivi dell’associazione di Savoini coincidono con la politica estera della Lega?

Poi magari vengono fuori documenti in cui Savoini spiegava come investire in Crimea aggirando le sanzioni, perché tanto lì gli operai prendono poco più di 100 euro al mese.  Chissà cosa ne pensano i lavoratori veneti che votano Lega. Altro obiettivo di Savoini: togliere le sanzioni alla Russia. Un tema così caro a Salvini che è finito pure nel “contratto di governo”. Insomma sembra davvero incredibile che Salvini non sappia nulla di un’associazione che non solo condivide con la Lega alcuni uomini chiave, non solo ha sede dove ha sede il Carroccio ma il cui presidente ad esempio si prodiga ad organizzare (per conto dell’associazione) una conferenza stampa del ministro il 16 luglio presso la sede della Tass, l’agenzia di stampa russa.

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E ancora, Savoini era presente (a che titolo?) all’incontro con il ministro degli Interni russo assieme a Salvini. A giugno era a Villa Abamelek – residenza dell’Ambasciatore russo – assieme a Salvini per la festa della Giornata della Russia. A maggio del 2018 invece aveva partecipato al Forum Economico Internazionale di San Pietroburgo insieme all’onorevole Paolo Grimoldi, parlamentare della Lega e segretario nazionale della Lega Lombarda. Tutto alla luce del sole, twittato e postato su Facebook senza che nessuno nella Lega rivelasse un accenno di imbarazzo. Fino ad oggi nessuno ha mai messo in dubbio il fatto che la politica estera di Salvini e della Lega per quanto riguarda la Russia fosse allineata su quella di Savoini e della sua associazione. In questi giorni invece Salvini sembra essere colto da strane amnesie selettive. Come mai?

Leggi sull’argomento: Quando Salvini si aspettava i soldi da Mosca

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