Tutti i leghisti che sbugiardano Salvini (su Savoini e la Russia)

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2019-07-14

Mentre il Cazzaro Verde è impegnato nella circonvenzione di elettore incapace scappando dall’argomento o rispondendo a pene di segugio, nel Carroccio c’è chi racconta la verità. E chi continua a parlare di complotti degli USA

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«È un soldato della Lega, delle nostre idee»: Mario Borghezio, che con Matteo Salvini è piuttosto arrabbiato da quando il Capitano non l’ha ricandidato all’Europarlamento, a colloquio con il Corriere della Sera oggi spiega che Gianluca Savoini è un nome conosciuto e apprezzato nel Carroccio, sottintendendo che quindi non è più il caso per il segretario di fare il finto tonto.

Tutti i leghisti che sbugiardano Salvini (su Savoini e la Russia)

Non è l’unico. Mentre il Cazzaro Verde (si può chiamare così, Travaglio ha vinto una causa su questo) è impegnato nella circonvenzione di elettore incapace scappando dall’argomento o rispondendo a pene di segugio, Palmarino Zoccatelli, veronese, presidente dell’Associazione “Veneto-Russia” – in pratica l’omologo a Nordest di Savoini – dice che Gianluca Savoini è «una brava persona», ben nota negli ambienti leghisti. Aggiunge anche che tutta questa vicenda è un attacco a Salvini, ma intanto conferma le frequentazioni che ieri il Carroccio ha provato a negare finché non è spuntata la mail che il consigliere di Salvini ha fatto mandare per accreditare proprio Savoini alla cena con Putin di Villa Madama.

gianluca savoini
Le foto di Salvini con Savoini (Corriere della Sera, 14 luglio 2019)

Ma il più esplicito, come da tradizione, è sempre Borghezio:

Savoini è un mestatore?
«No, si era guadagnatola stima della Russia. Lo consideravano un amico, interlocutore affidabile. Ma la prova assoluta che tutto fosse alla luce del sole è che in questa stagione le casse della Lega sono vuote».

Perché allora Salvini scarica Savoini?
«Sul perché preferirei non dichiarare. Ma si può capire una certa prudenza davanti a un’inchiesta che sembra una spy story».

Petrolio e rubli dalla Russia per finanziare la Lega alle Europee?
«Della questione affari nulla so e nulla voglio sapere. Ma la linea ufficiale della Lega, “non sappiamo nulla”, è comprensibile. Prudenza doverosa da parte di chi ha responsabilità nel governo, visto il tentativo pesante di montatura indirizzata a colpire Salvini attraverso una persona facilmente identificabile come a lui vicina».

Chef Rublo che dice?

Intanto Salvini, che ufficialmente è “tranquillissimo”, continua a essere in realtà piuttosto nervoso. Palazzo Chigi ieri ha scaricato su Salvini la presenza di Savoini alla cena a villa Madama per la visita di Stato di Putin: una nota precisa che «l’invito è stato sollecitato da Claudio D’Amico, consigliere per le attività strategiche del vicepresidente Salvini, il quale ha giustificato l’invito in virtù del ruolo di Savoini di Presidente dell’Associazione Lombardia-Russia».

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Di certo Salvini ha il vizietto di scaricare chi è in difficoltà. E’ successo di recente con Paolo Arata, che disse di non conoscere fino a quando non uscì la sua partecipazione agli stati generali della Lega come esperto di energia; intanto, racconta il Messaggero, dal M5S in queste ore iniziano a insinuare dubbi anche su Giancarlo Giorgetti, il potente sottosegretario alla presidenza, nonché numero due della Lega. Come nel caso del figlio di Paolo Arata, Federico, c’è un’altra assunzione in carico a Giorgetti finita nel mirino: si tratta di Michele Sciscioli, capo del dipartimento Sport a Palazzo Chigi,la delega ricoperta appunto dal big del Carroccio.

Sciscioli, 40 anni e un master in Affari internazionali, per lungo tempo ha avuto rapporti economici e professionali con la Russia, lavorando per anni al palazzo della Sogin (la società dello Stato responsabile dello smantellamento degli impianti nucleari italiani) a Mosca. Prima di ritornare con Giorgetti, con il quale aveva collaborato ai tempi del governo Berlusconi. «Vedete? Si ripete lo stesso schema di Arata: rapporti poco specchiati, trame: bisogna indagare su certi profili».

Il complotto degli USA

La Lega risponde come può. In queste ore è gettonatissimo il complotto degli USA per spiegare il rublogate.

Sempre nel Carroccio c’è chi ricorda anche un altro particolare: lo scorso 20 giugno, due giorni dopo il ritorno di Salvini dal viaggio a Washington, uscì un rapporto molto duro di Mike Pompeo, segretario di Stato americano, sulla lotta al traffico di immigrati. Un dossier che portò Roma a essere «declassata a livello 2». Una frustata che spiazzò Salvini in quel momento, proprio perché arrivata aridosso dell’incontro con Mike Pence e Mike Pompeo. Un messaggio che ora nella Lega leggono «in tanti modi».

Tanti modi, tutti disperati. Perché intanto le cronache raccontano di altri strani giri di denaro con protagonista un elettricista – Francesco Barachetti – e con soldi che fanno lunghi giri e poi ritornano, come nel caso della barista.

francesco barachetti lega

Intanto Gianluca Meranda, di cui oggi il Fatto ha segnalato l’appartenenza alla massoneria, verrà sentito dai pm di Milano.

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