Il Travaglio furioso e il M5S che tenta il suicidio (politico)

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-02-18

Il direttore del Fatto indica sei motivi per mandare Salvini a processo. Ed è molto arrabbiato con i grillini

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Marco Travaglio è avvelenato con il MoVimento 5 Stelle per il voto per salvare Salvini su Rousseau, e non ha alcuna intenzione di nasconderlo. Oggi il Fatto Quotidiano apre con la presa di posizione dei tre più autorevoli sindaci grillini, ovvero Virginia Raggi, Chiara Appendino e Filippo Nogarin, che chiedono di mandare Salvini a processo. Il direttore invece firma un editoriale che comincia così:

Oggi il M5S tenta il suicidio. E i suoi 100 mila e più iscritti hanno l’onore e l’onere di salvarlo da morte certa, votando No all’impunità per il ministro Salvini sul caso Diciotti. Per almeno 6 buoni motivi.

E poi elenca i sei motivi: il primo è il quesito ridicolo che scambia il sì con il no, già sfottuto ieri da Beppe Grillo che così si è guadagnato la possibilità di dissociarsi dalla decisione se qualcuno gliene chiederà conto durante i suoi spettacoli. Il secondo è la sequela di “errori” contenuti nel post che spinge i grillini a votare per salvare Salvini, il terzo motivo è proprio la presa di posizione dei sindaci grillini, il quarto è l’atteggiamento di Salvini che continua a dire di essere tranquillo anche in caso di processo; il quinto motivo è invece il rischio che alla fine a processo al posto dello stesso Salvini vadano Conte, Toninelli e Di Maio che si sono autodenunciati. Infine, ecco il sesto motivo:

Se gli iscritti salvano Salvini, i senatori M5S voteranno allo stesso modo di Forza Italia per bloccare un processo a un ministro. Regaleranno al Pd l’esclusiva della legalità. E se lo sentiranno rinfacciare finchè càmpano. Se invece votano No ricompattano il M5S, altrimenti spaccato per sempre.

Tutti i dubbi sono comprensibili, anche perchè chi oggi voterà non ha potuto leggere le carte processuali, diversamente dai senatori che le hanno lette e non le hanno (ofingono di non averle) capite. Ma, in caso di dubbio, c’è un solo sistema per non sbagliare enon doversi poi pentire: ascoltare la propria coscienza e agire con coerenza.

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