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E anche Beppe Grillo si dissocia (furbo!) dal voto per salvare Salvini

dipocheparole 17/02/2019

Dopo Marco Travaglio, anche Beppe Grillo – a modo suo – si dissocia dal voto per salvare Salvini che il MoVimento 5 Stelle sta mettendo su per lunedì su Rousseau

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Dopo Marco Travaglio, anche Beppe Grillo – a modo suo – si dissocia dal voto per salvare Salvini che il MoVimento 5 Stelle sta mettendo su per lunedì, quando gli iscritti saranno chiamati a votare su un furbissimo quesito che sembra essere stato creato da un manipolatore di stupidi.

E anche Beppe Grillo si dissocia dal voto per salvare Salvini

Su Twitter e su Facebook, il Garante del M5S regala così la sua perla odierna mentre non si ha più notizia del video che il senatore Giarrusso avrebbe dovuto registrare per spiegare la questione agli iscritti. Grillo se la prende con il quesito, che per come è formulato (“Il ritardo dello sbarco della nave Diciotti, per redistribuire i migranti nei vari paesi europei, è avvenuto per la tutela di un interesse dello Stato?”) prevede che chi risponde sì neghi l’autorizzazione e salvi Salvini e chi risponde no mandi invece il leader della Lega a processo.

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Cita poi la sindrome di Procuste, ovvero quella particolare patologia mentale che porta chi ne soffre a provare un forte dispiacere e dolore nei confronti del successo delle altre persone, che siano colleghi, amici o parenti, anche se secondo l’agenzia DIRE Beppe in realtà si riferiva evidentemente al modo di dire che chiama in causa il mito greco. Procuste, si legge nel Dizionario dei Modi di Dire (Hoepli Editore) significa “stiratore”, ed era il soprannome di un leggendario brigante greco che attendeva i viandanti sulla strada da Atene a Megara. Dopo averli catturati li stendeva su una specie di letto al quale la loro statura doveva adattarsi perfettamente, e se questo non avveniva, provvedeva ad amputarli o a stirarli secondo i casi. Quindi Grillo suggerisce il fatto che il quesito su Salvini sia stato “stirato” a dovere per farlo rientrare nella forma desiderata dai vertici del M5S.

Anche Beppe è furbissimo, raga

La citazione del Comma 22 e del suo paradosso riguarda un’apparente possibilità di scelta in una regola o in una procedura, dove, in realtà, per motivi logici nascosti o poco evidenti, non è possibile alcuna scelta ma vi è solo un’unica possibilità. Nella lingua inglese viene citato, di solito, con il significato di circolo vizioso.

Anche se più che dissociarsi, Beppe si sta preparando a recitare lo stesso copione già andato in scena a Bologna in occasione della contestazione che i no vax gli hanno riservato durante il suo spettacolo: a più riprese, mentre gli chiedevano conto della mancata cancellazione dell’obbligo dalla legge sui vaccini lui esortava gli astanti ad andarsi a lamentare con il ministro competente (ovvero Giulia Grillo) visto che era stata una scelta della politica e non sua. Visto che il voto per salvare Salvini ad oggi vede molti attivisti della prima ora orientati a disobbedire al vertice grillino – anche se il risultato sembra comunque scontato – Beppe si porta avanti con il lavoro facendo registrare il suo dissenso in maniera enigmatica ma senza prendere posizione apertamente, così se vince il SalvaSalvini farà finta di niente; se perde il SalvaSalvini lui potrà sempre dire che l’aveva detto prima.

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