Perché il piano di Conte, Toninelli e Di Maio per salvare Salvini potrebbe finire molto male

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2019-02-17

Uno scenario paradossale ma non irreale: se i senatori salvano il Capitano alla fine potrebbero finire a processo gli altri tre. E lì ci sarebbe da ridere…

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Ieri il pubblico ministero di Catania Carmelo Zuccaro  ha ricevuto dal Senato le memorie con cui i tre rappresentanti del governo hanno scritto di aver condiviso le scelte del ministro dell’Interno Matteo Salvini nella gestione del «caso Diciotti», con la conseguente necessità di iscrivere i loro nomi nel registro degli indagati. Ed entro il termine di due settimane previsto dalla legge trasmetterà i documenti al Tribunale dei ministri (avvisando gli interessati) con le proprie richieste.

Cosa succede se Conte, Di Maio e Toninelli sono indagati con Salvini

Zuccaro quindi indaga Conte, Di Maio e Toninelli per gli stessi fatti per cui ha chiesto l’archiviazione per Salvini. Coerenza vuole che anche per i tre che hanno deciso di fare da scudo umano al Capitano il procuratore chieda l’archiviazione.  Dopodiché per il collegio di tre giudici che ha già chiesto al Senato l ’autorizzazione a procedere contro il responsabile del Viminale, cominceranno a decorrerei 90 giorni entro cui potranno svolgere indagini e dovranno decidere se mandare tutto in archivio o sollecitare il Parlamento a poter processare anche i nuovi indagati. Giovanni Bianconi sul Corriere della Sera ricostruisce i possibili scenari in attesa della pronuncia della giunta e di quella di Palazzo Madama entro il 24 marzo:

Se dunque il Senato negasse l’autorizzazione a procedere per Salvini, è possibile che questa scelta politica incida sulla decisione dei giudici, nella previsione che il «no» del Parlamento si replicherebbe per gli eventuali correi. Tuttavia non sarebbe una strada obbligata né scontata, giacché le decisioni giudiziarie restano autonome rispetto a quelle politiche.

Del resto non è nemmeno certo che i giudici — sia pure convinti che il reato di sequestro di persona dei 177 migranti lasciati per cinque giorni a bordo della Diciotti sia stato commesso — optino per la corresponsabilità penale del premier, del suo vice e del ministro dei Trasporti. Nelle memorie mandate a Catania (come chiesto subito dall’ex magistrato ed ex presidente del Senato Pietro Grasso), nessuno dei tre ha scritto di aver deciso insieme a Salvini di non concedere il permesso di sbarco,cioè l’atto concreto con cui si è consumato il presunto sequestro.

Attenzione, quindi: Conte, Di Maio e Toninelli parlano di “condivisione” delle scelte di Salvini in termini generici, parlando di una linea politica sull’immigrazione condivisa con tutti i ministri competenti; gli altri due che le scelte erano collegiali: il tribunale dei ministri potrebbe decidere che non ci sono gli estremi del concorso penale e chiuderla lì salutando gli indagati volontari per necessità politica e lasciandoli al loro destino.

Leggi anche: Travaglio spiega cosa succede se il M5S vota l’impunità a Salvini

Un grosso guaio all’orizzonte?

C’è però da fare un altro ragionamento sulla questione dell’indagine nei confronti di Conte, Toninelli e Di Maio e sui tempi delle decisione. Un ragionamento che potrebbe portare a una situazione paradossale ma anche abbastanza divertente nei risvolti involontariamente comici del bel gesto dei tre. Salvini infatti (e di rimbalzo il governo tutto) potrebbe usare il parere di Zuccaro come una clava contro il Tribunale dei Ministri e come un valido alibi nel dibattito interno al M5s. Ma Marco Lillo sul Fatto racconta un nuovo scenario:

Il tempo però può svolgere un ruolo beffardo. Lunedì gli attivisti del M5S dovranno votare sulla piattaforma Rousseau per decidere la posizione del Movimento su Salvini. Martedì poi la Giunta (con il voto del M5s, immaginiamo coerente alla deliberazione del voto online) potrebbe salvare il ministro dell’Interno ovvero concedere il via libera all’autorizzazione a procedere.

Se Zuccaro trasmettesse la sua richiesta di archiviazione su Conte, Di Maio e Toninelli dopo il voto contrario al processo per Salvini si potrebbe realizzare uno scenario da incubo per il Movimento: Salvini potrebbe salvarsi grazie al voto dei grillini mentre Conte, Di Maio e Toninelli potrebbero essere assoggettati al medesimo giudizio con un esito non del tutto scontato.

Non si tratta di un’ipotesi di scuola: il tribunale dei ministri dopo il salvataggio di Salvini potrebbe ostinarsi a chiedere a questo punto solo per i restanti membri del governo autodenunciatisi l’autorizzazione a procedere. L’esito del voto in Giunta qui potrebbe essere opposto:

Se Salvini non ha difficoltà politiche ad accettare il salvataggio infatti Conte, Di Maio e Toninelli non potrebbero farlo. Tutti gli esponenti di vertice del M5S, in testa Alessandro Di Battista,hanno sempre sostenuto che, se al posto di Salvini ci fosse stato Di Maio, lui sì che si sarebbe fatto processare senza tante storie. Dopo tante affermazioni di diversità e superiorità morale, il M5S non potrebbe incassare l’immunità come un leghista qualunque. Non si potrebbe escludere quindi lo scenario assurdo di un’autorizzazione a procedere concessa con il voto favorevole delle sinistre e del M5S controC onte, DiMaio e Toninelli.

Si arriverebbe così al paradosso di un processo separato ai membri del governo del M5S mentre Salvini si godrebbe lo spettacolo in tv forte dello scudo dell’immunità. Popcorn!

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