Opinioni
Ma avete visto che immonda furbata è il post del M5S sul voto online per salvare Salvini?
Alessandro D'Amato 17/02/2019
Evidentemente quelli del MoVimento 5 Stelle ritengono che gli iscritti alla piattaforma Rousseau siano degli stupidi. Perché l’incredibile post con cui hanno annunciato il voto per salvare Salvini sulla Diciotti è un capolavoro di presa in giro nei confronti di chi legge a partire dalla prima riga. Dove si rimangiano come un sol uomo tutte le […]
Evidentemente quelli del MoVimento 5 Stelle ritengono che gli iscritti alla piattaforma Rousseau siano degli stupidi. Perché l’incredibile post con cui hanno annunciato il voto per salvare Salvini sulla Diciotti è un capolavoro di presa in giro nei confronti di chi legge a partire dalla prima riga. Dove si rimangiano come un sol uomo tutte le fregnacce che i vari Toninelli, Conte e Di Maio hanno raccontato in questi mesi sulla questione politica sottesa allo sbarco dei naufraghi salvati da una nave della marina militare italiana (!!!) e alla primissima riga riescono a definire l’accaduto “il ritardo dello sbarco dei migranti dalla nave Diciotti”, confondendo l’accusa di sequestro di persona aggravato con le lamentele dei passeggeri che partono tardi a Capodanno per colpa di Alitalia.
L’intero testo pubblicato dal MoVimento 5 Stelle – che, bontà sua, riesce soltanto nel terzo paragrafo a nominare il sequestro di persona – è un palese tentativo di orientare il voto degli iscritti alla piattaforma Rousseau, a partire dal favoloso “distinguo” con cui spiegano che se uno viene accusato di qualcosa deve andare a farsi processare (quindi Salvini deve farsi processare) tranne in un caso: nel caso che a processo ci vada Salvini:
Questo quindi non è il solito voto sull’immunità dei parlamentari. Di quei casi si occupa l’articolo 68 della Costituzione, e su quelli il MoVimento 5 Stelle è sempre stato ed è inamovibile: niente immunità, niente insindacabilità. Nessuna protezione per i politici che devono rispondere delle loro azioni individuali. Noi mandammo a processo i nostri portavoce Paola Taverna e Mario Giarrusso e entrambi votarono per farsi processare.
Tra l’altro nel testo ci sono due errori: si parla di 137 migranti – e invece erano 177 – e di una giunta per le autorizzazioni a procedere mentre il vero nome è “giunta delle elezioni e delle immunità parlamentari”. Il capolavoro però è nella scelta delle modalità di voto, che sono chiarissime: guardate la domanda che ritorna a parlare di ritardo nonostante le carte del tribunale di ministro parlino di reati (questo perché il M5S rispetta i giudici…) e chiede di votare sì per negare e no per concedere l’autorizzazione a procedere.
La situazione, dopo che oggi il senatore Giarrusso ha candidamente confessato che aveva pronti due discorsi, uno per il sì e uno per il no all’autorizzazione a procedere, per il video che avrebbe dovuto accompagnare la votazione – e che a questo punto forse è saltato proprio per questo motivo – è un must per l’Italia: ovvero è disperata, ma non seria.
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