I sovranisti riescono a dare una colpa anche alla mamma e bambino morti abbracciati in fondo al mare di Lampedusa

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2019-10-16

Di fronte all’evidenza dell’ennesima strage nel Mediterraneo gli elettori ammaestrati dalla destra italiana a furia di piano Kalergi, invasione e sostituzione etnica ci spiegano che quello dei morti in mare è un problema sì: ma solo perché ci tocca pagare il funerale senza avere nulla in cambio

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I sommozzatori della Guardia Costiera hanno individuato il relitto del barchino affondato il 7 ottobre al largo di Lampedusa. Si trova a sessanta metri di profondità e all’interno sono stati trovati i cadaveri di dodici persone, fino ad oggi ritenute disperse. Tra loro sono stati trovati anche il corpo di una giovane donna, una mamma, ancora abbracciata al figlio di pochi mesi. Ma per i sovranisti votati al Cuore Immacolato di Maria la madonna con il bambino di Lampedusa non fa alcun effetto.

«Se sono morti è colpa loro: potevano non partire»

Forse ci dovremmo abituare alle reazioni rabbiose e disumane dei nostri connazionali. Forse dovremmo iniziare a pensarla come quella candidata di Fratelli d’Italia che ha scritto che non bisogna pagare per le bare dei migranti morti in mare. Perché se alla notizia dell naufragio i nostri bravi patridioti hanno fatto spallucce ora che vengono posti per l’ennesima volta di fronte al fatto che in mare si muore quando non c’è nessuno a salvarti dicono che la colpa è dei migranti. In poche parole se quel bambino è morto è colpa di sua mamma, non nostra.

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E di chi è la colpa? Del PD e dei buonisti che vogliono i porti aperti, ripetono in coro. «Più partenze uguale più morti», spiegano, ignorando forse che anche con i porti chiusi di Salvini di morti ce ne sono stati parecchi. Ma anche dei paesi che “permettono l’esodo”, vale a dire quei paesi da cui i migranti scappano. Stati che dovrebbero diventare delle enormi prigioni, in modo da consentire ai bravi cittadini italiani di poter andare in giro con la coscienza pulita.

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Ma c’è pure quello che dice queste persone (i morti annegati e assiderati) «non vanno compatite, queste persone sono responsabili delle loro azioni». Chi è causa del suo mal pianga se stesso. Anzi, smettetela di morire per intimorirci e impietosirci!

Ci tocca pure pagarci le bare

Dobbiamo chiudere i porti non per salvare le vite umane ma perché «le bare ci costano» e non possiamo nemmeno usare i migranti per farci qualcosa. Da vivi magari potevano tornare buoni se fossero stati salvati da una nave delle ONG per fare la solita pantomima del divieto di sbarco. E una volta sbarcati magari potevamo mandarli a raccogliere pomodori per pochi euro. «Non sono certo io che organizzo i viaggi» scrive uno che dà indistintamente la colpa a scafisti e ONG dimenticando che quel barchino è arrivato da solo, non grazie alle navi umanitarie.

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Un altro invece è più rassegnato, la morte è ineluttabile quando non riesci a resistere alla «tentazione di venire in Italia per farsi mantenere per tutta la vita dalle nostre tasse». Come a dire: colpa vostra se siete morti, potevate essere più forti e resistere alla fame a casa vostra. Sareste morti lo stesso ma almeno non ne avremmo saputo nulla. Non manca il tizio che ci spiega che sono gli stessi migranti a buttare a mare donne e bambini quando le cose si mettono male, ma basta leggere l’articolo per capire che quella mamma e quel bambino si trovavano sulla nave. E il fatalista-complottista commenta: «il piano Kalergi si deve fare, costi quel che costi». Come una teoria complottista sia entrata a far parte del linguaggio mainstream della politica lo sappiamo: è grazie a gente come Giorga Meloni, Matteo Salvini e Gianluigi Paragone.

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C’è poi il “debunker” quello che ci spiega che è impossibile che dopo dieci giorni madre e figlio siano ancora abbracciati.«Un corpo molla la presa» scrive una, «vorrei proprio vedere queste riprese» scrive un’altra. Ci vogliono impietosire con questa storia della mamma morta col bambino «ma a tutto c’è un limite». E con “tutto” si intende ovviamente la propaganda buonista e  immigrazionista, non la strage continua di persone nel Mediterraneo. Quella può andare avanti.

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E sappiamo come finirà quando i cadaveri li vedranno davvero: diranno che sono bambolotti, diranno che i buonisti li stanno strumentalizzando e spiegheranno che anche in Italia i bambini muoiono ma non fanno certo notizia.

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Qualcuno va ancora più indietro e si lamenta che «per le migliaia di soldati e marinai italiani morti nel Mediterraneo dal 1940 al 1943 non è andato neanche un pescatore con la canna per recuperarli».  Cosa c’entra? Nulla. Non è una gara a chi ha più morti da “raccattare”. Insomma prima i morti italiani, poi pensiamo gli altri. E perché nessuno parla dei soldati romani morti nelle guerre contro Cartagine???

 

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