Fact checking
Il sindaco della Lega che spiega perché il pizzino di Salvini sulle famiglie sfollate dopo il terremoto in Emilia è una fregnaccia
Giovanni Drogo 31/12/2019
La Lega vorrebbe usare gli sfollati del sisma del 2012 in Emilia per dimostrare che la ricostruzione procede a rilento. Ma a smentire il partito di Salvini non ci sono solo i dati, ma anche un sindaco della Lega: quello di Finale Emilia, il comune dove fu localizzato l’ epicentro delle scosse più devastanti
Nel pizzino della convention leghista di Bologna con il vademecum per i leghisti per la campagna elettorale in Emilia-Romagna spuntava un’interessante indicazione. Tra l’invito a «usare Bibbiano come una clava» e il divieto di «parlare del buongoverno della Regione» c’era anche il suggerimento sul terremoto. Negli appunti si legge, testuale, «dare a Salvini come argomento una famiglia ancora fuori casa» dopo il terremoto del 2012 che sconvolse l’Emilia-Romagna.
La campagna elettorale della Lega sulla pelle dei terremotati
Niente di nuovo, Matteo Salvini e la Lega vogliono usare le disgrazie altrui per prendere voti. Il modo in cui Salvini ha sfruttato l’inchiesta sui presunti abusi commessi a Bibbiano, arrivando ad invitare sul palco la “bambina di Bibbiano” (che non lo era) dimostra che per Salvini la politica è una battaglia che va combattuta con gli stessi metodi della televisione del dolore, quel genere che va da C’è posta per te ai programmi di Barbara D’Urso passando per Chi l’ha visto e La Vita in Diretta. In particolare la famiglia terremotata deve essere scovata e portata sul palcoscenico per poter attaccare la giunta regionale sui «ritardi nella ricostruzione».
C’è un problema però. A smentire la tesi leghista ci pensa il sindaco di Finale Emilia, il comune dove era localizzato l’epicentro della scossa di magnitudo 6.1 registrata alle quattro del mattino del 20 maggio 2012. Proprio Finale Emilia è stato uno dei comuni maggiormente colpiti e danneggiati dalla serie di scosse sismiche che si sono protratte fino al giugno di quell’anno. La torre dell’Orologio, distrutta dal terremoto, divenne il simbolo della tragedia che colpì l’Emilia. E dal 2016 il sindaco del comune modenese è Sandro Palazzi, che si definisce assolutamente della Lega.
Il sindaco della Lega che dice che la ricostruzione procede bene
Intervistato oggi dal Corriere Palazzi – che non era a conoscenza del “pizzino” – ritiene che per quanto riguarda la ricostruzione non si siano stati ritardi. Anzi: «Io ritengo sia difficile dare un giudizio assoluto sulla ricostruzione, come capita spesso ci sono luci e ombre, anche nella gestione da parte della Regione. Per quanto riguarda la parte privata si è creato un meccanismo che è diventato il punto di riferimento anche per altre calamità che sono successe negli ultimi anni». Per Salvini potrebbe essere molto difficile trovare qualche famiglia terremotata, e soprattutto far credere che il dramma di quella famiglia rappresenta lo stato delle cose nella regione (così come del resto ha fatto facendo diventare l’inesistente “sistema Bibbiano” un paradigma nazionale).
Continua il sindaco Palazzi: «è innegabile che l’esperienza emiliana, un po’ come era accaduto con il terremoto del Friuli del ‘76, abbia fatto scuola. Dopo tre anni da sindaco posso dire che qui la ricostruzione privata ha funzionato: a 7 anni dal sisma siamo attorno al 93% delle pratiche affrontate, di cui circa il 70% già concluse. Su questo fronte la Regione Emilia-Romagna ha lavorato bene». In una frase Palazzi commette due “errori”: dice che la ricostruzione sta andando bene e che la Regione ha lavorato bene. Due cose che per i leghisti non bisogna fare. Ma del resto già durante un confronto televisivo Lucia Borgonzoni fu costretta ad ammettere che la sanità regionale funziona bene.
A Finale Emilia dopo il terremoto c’erano circa 5 mila persone senza casa, oggi sono 200 «più o meno una settantina di famiglie. Sono in affitto con un contributo per autonoma sistemazione, entro 2-3 anni rientreranno tutte. Sono rimasti solo i casi più difficili». Insomma anche quelli che sono senza casa oggi non lo sono per colpa dei ritardi e delle lungaggini ma perché la situazione era complessa, ma il rientro nelle loro case è già previsto in tempi relativamente brevi, a prescindere dalla vittoria della Lega. Il grosso del lavoro è stato fatto, fare campagna elettorale sul terremoto di sette anni fa non ha più senso. Senza contare che riguardo a quello che si poteva fare per gli sfollati di altri terremoti Salvini dovrebbe avere il buon gusto di tacere.
Qualcuno magari potrà dire che a Finale Emilia sono fortunati perché hanno un sindaco della Lega ed è per quello che le cose vanno bene. Eppure è sufficiente consultare i dati su OpenRicostruzione, quelli dell’Osservatorio Partecipazione post-sismica o leggere il rapporto della Regione a sette anni dal terremoto per vedere che le cose vanno bene dovunque. Nel Rapporto si legge che per quanto riguarda la ricostruzione privata «il numero delle domande depositate al 31 marzo 2019 è pari a 10.088». Di queste «8.966 hanno ricevuto l’ordinanza di concessione dei contributi e per 6.942 i lavori sono conclusi».
Le oltre diecimila domande corrispondo a 27.350 unità immobiliari «di cui 20.357 ad uso abitazione e 6.993 destinate ad attività economiche (negozi, uffici, botteghe artigiane, depositi agricoli e non agricoli). Delle oltre 20.000 abitazioni di cui sopra, 15.661 sono principali, ovvero prime case». Sinora sono stati completati i lavori di ricostruzione di 6.942 interventi che hanno reso agibili 19.854 unità immobiliari; di queste, 14.894 sono abitazioni (prime e seconde case). Quindi sì, ci sono persone che sono ancora senza casa, ma perché devono ancora essere ultimati i lavori. Nel cosiddetto “cratere ristretto”, ovvero l’area maggiormente colpita sono state presentate 9.672 domande che coinvolgono complessivamente 26.069 unità immobiliari, di cui 19.349 abitazioni (14.906 principali) e 6.720 destinate ad attività economiche. Le ordinanze di concessione emesse, si legge nel rapporto della Regione, «sono 8.587, e in 6.630 casi i lavori sono già conclusi» sono già tornate agibili 14.066 abitazioni (11.221 principali su 14 mila ) e 4.742 unità immobiliari destinate ad attività economiche. Le percentuali sono quindi le stesse date dal sindaco di Finale Emilia.
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