Il candido Salvini e quel pudore peloso sul terrorista di Hanau

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2020-02-20

Come al solito quando una strage NON è commessa da un terrorista islamico e non può dare la colpa alla Boldrini e ai buonisti Salvini fa finta di nulla, anzi se la prende se gli fanno notare che l’attacco di ieri notte in Germania affonda le radici nello stesso humus culturale da dove prende spunto per i suoi slogan

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«Orribile strage a Hanau in Germania, una preghiera per i morti innocenti, un pensiero per i feriti e le famiglie delle vittime della follia omicida, un abbraccio di solidarietà al popolo tedesco». Questo il messaggio di Matteo Salvini all’indomani della strage di Hanau dove un terrorista neonazista ha ucciso undici persone in diversi attacchi ad alcuni shisha bar (locali dove si fuma il narghilè). Quando il leader della Lega cinguettava il suo compitino questa mattina era già noto che l’attentatore, il 43 enne Tobias Rathjenaveva pubblicato un video e un manifesto di 24 pagine dove parlava della necessità di annientare «popoli ed etnie che non possiamo più espellere dalla Germania».

Il candido Salvini e quel pudore peloso sul terrorista di Hanau

 

Eppure Matteo Salvini che ogni tanto viene preso dalla smania di dire che lui non sta con gli estremisti di destra e che la Lega non è affatto un partito di estrema destra, sembra aver dimenticato questo dettaglio. Come ha dimenticato – o forse non si è accorto – che 9 delle 11 vittime della strage di Hanau avevano un background migratorio e che anche quattro dei cinque feriti – stando a quanto riferisce l’agenzia Dpa –  hanno radici migratorie.  Il ministro dell’Interno dell’Assia, Peter Beuth ha parlato del movente “razzista” dicendo al tempo stesso che Rathjen non si era mai fatto notare in passato per atteggiamenti estremisti.

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Chiunque abbia letto questa mattina il tweet di Salvini cosa ha capito della vicenda? Che sono morte delle persone a causa di “un folle omicida” e che c’è stata un’orribile strage. Ma nulla dice Salvini riguardo a chi l’ha commessa. E non certo perché ci sono delle indagini in corso o per prudenza. Perché quando a commettere una strage è un terrorista dell’ISIS o di qualche altra organizzazione criminale Salvini non va tanto per il sottile. Informa il suo pubblico che si tratta di un TERRORISTA ISLAMICO, fa dell’ironia sul fatto che fosse proprio islamico (“l’avreste mai detto?”), pubblica le foto di un altro terrorista islamico, anche quello è morto ma di lui ha scritto “non sentiremo la sua mancanza”, di Rathjen invece nulla.

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E non è finita qui perché su Facebook dopo il classico thought and prayers alle vittime, la maledizione nei confronti dell’assassino Salvini si permette anche il lusso di fare la vittima attaccando Gad Lerner che ha fatto notare le similitudini con l’attentato di Macerata (e che dire di quello di Christchurch dove l’attentatore ha direttamente citato Traini?) e dicendo che è #tuttacolpadiSalvini.

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Ma cosa faceva Salvini quando un terrorista islamico uccideva dei poliziotti a Parigi? Chiedeva subito il parere della Boldrini, di Renzi e della sinistra «che spalanca le porte all’Islam, in Italia e in Europa» e che «è complice di tutto il sangue innocente che sta scorrendo».

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Il fatto che nel suo manifesto l’attentatore di Hanau scriva che «poche razze e culture hanno dato contributi positivi all’umanità mentre alcune non solo non hanno dato contributi significativi ma sono  distruttive, specialmente l’Islam» o ancora «alcune persone nel mio Paese hanno contribuito al fatto che tra di noi ora ci sono gruppi etnici, razze e culture che sono distruttive sotto ogni aspetto» ovviamente è solo una coincidenza. Perché Rathjen non cita Salvini ma come abbiamo scritto più volte questo è solo l’humus culturale nel quale si alimentano il neofascismo e il neonazismo. L’estrema destra europea e americana che teme l’invasione, la sostituzione etnica e il genocidio dei bianchi e che propone “soluzioni finali” di triste memoria. La Lega spesso e volentieri parla esattamente questo stesso linguaggio. E Salvini non ha mai risposto alle domande sull’infiltrazione da parte dell’estrema destra italiana dentro il suo partito. Pensate che quelli di Rathjen siano dei deliri perché in un video parla di basi militari segrete per il controllo mentale? Allora che dire di quel politico italiano che denunciava il complotto dell’ossitocina per farci amare gli immigrati?

Come la Meloni supera Salvini a “sinistra” per indossare la maschera che piace ai moderati

Si dirà che Salvini non è il solo a usare questa strategia di rimozione. Lo ha fatto anche il leader del partito di estrema destra Alternative für Deutschland (AfD) che ha parlato del gesto di un folle. Il classico lupo solitario che non ha legami con nessuno e giammai potrebbe aver preso ispirazione da quello che dicono i rappresentanti di certe formazioni politiche. Eppure in Germania episodi di terrorismo legati ad estremisti di destra che agiscono in nome dell’odio razziale e della supremazia bianca ce ne sono stati parecchi in questi ultimi anni. Che siano tutti “matti”? Al Parlamento Europeo AfD fa parte dello stesso gruppo della Lega di Salvini: Identità e Democrazia.

C’è però chi è più furbo di Salvini e che ha capito che queste sono delle occasioni importanti per dare una ripulita alla propria immagine. È il caso della leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni, una che ha sempre menato vanto – come Salvini – di essere allergica al politicamente corretto. Eppure cosa ha fatto oggi la Meloni? Ha pubblicato il tweet perfetto dal punto di vista della politically correctness.

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Nel messaggio di cordoglio della Meloni – un piccolo capolavoro di equilibrismo politico – si evita sì di dire che l’attentatore era un estremista di destra con idee razziste. Ma al tempo stesso ci si mette al riparo da ogni accusa dei buonisti scrivendo che «nella nostra Europa non c’è nessuno spazio per terrorismo, razzismo e xenofobia». Razzismo e xenofobia, che letteralmente significa avversione indiscriminata nei confronti degli stranieri e di tutto ciò che proviene dall’estero. Poco importa in questo momento che la Meloni sia quella dei blocchi navali, del Piano Kalergi, del piano di sostituzione etnica di Soros e di tante altre fregnacce in salsa alt right. Perché ancora una volta la Meloni, che ha pubblicato una mezz’ora dopo Salvini ha colto lo spiraglio lasciato aperto da Luca Morisi con il tweet del leader della Lega riuscendo così ad accreditarsi – agli occhi degli elettori del centro-destra – come la vera moderata tra i due. È un giochino che la Meloni utilizza da un po’ sorpassando di volta in volta Salvini da destra o da “sinistra” (relativamente parlando), non è detto che sul lungo periodo il suo elettorato apprezzi, ma si può sempre dare un colpo al cerchio e uno alla botte. Lo hanno fatto tutti i populisti italiani degli ultimi dieci anni.

Foto copertina credits: Abolizione del suffragio universale via Twitter.com

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