Ma Salvini che parla di “orgoglio italiano” a Porta a Porta è lo stesso dell’intervista a El Pais?

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2020-03-06

Spettacolari chiacchiere da bar del Capitano ieri da Bruno Vespa su coronavirus, mancanza di medici, infermieri e posti letto e sul dramma degli italiani trattati come appestati. Ma non dimenticatevi che Salvini è quello che ieri diceva che il Governo è impreparato, che qualche giorno fa che il coronavirus sarebbe arrivato sui barconi e che consentire gli sbarchi avrebbe messo a repentaglio la vita degli italiani e che continua a sciacallare su Covid-19

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«Mi sembra chiaro ed evidente che qualcuno sta usando il virus per fare una guerra commerciale ai lavoratori italiani, ai prodotti italiani». Ha le idee chiare Matteo Salvini dopo essersi accomodato sulla poltroncina dello studio (vuoto, a causa del coronavirus) di Bruno Vespa a Porta a Porta. Il tema è ovviamente l’epidemia di Covid-19, le reazioni dei partner europei al diffondersi del virus e le proposte per superare l’emergenza.

Salvini non vuole polemiche, ma le ha fatte fino a ieri

E chissà se nella personalissima scala di valori del leader della Lega è peggio strumentalizzare il virus per una presunta guerra commerciale oppure fare sciacallaggio prima sui migranti e poi sul coronavirus per attaccare il Governo dichiarando ad un giornale straniero che il Paese è allo sbando e il Governo non è in grado di affrontare l’emergenza. «Non è possibile che sia l’Italia vista come bubbone e qualcun altro che non controlla e fa finta di niente», dice Salvini. Che forse si dimentica la scenetta di Attilio Fontana che indossa la mascherina durante una diretta su Facebook. Oppure l’uscita di Luca Zaia che ha accusato i cinesi di mangiare topi vivi. Sarà solo un caso ma Salvini, Fontana e Zaia fanno parte dello stesso partito.

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Ma Salvini di queste cose non parla «stiamo costruendo delle proposte. Non è il momento delle polemiche», dice. Strano: perché letteralmente fino a ieri la Lega ha polemizzato con il Governo dicendo che se si fosse fatto come dicevano loro tutto questo non sarebbe successo. Eppure in questo gran casino che è l’emergenza sul Coronavirus i presidenti di Lombardia e Veneto condividono con lo Stato centrale una buona dose di incapacità nell’affrontare l’epidemia, di impreparazione, di risposte incomplete e risposte tardive. Tra le proposte della Lega c’è quella di sospendere l’introduzione della plastic tax (a partire da luglio): «mi sembra chiaro in questo momento che tra mascherine e prodotti di soccorso, sia chiaro che la plastica serve». Peccato che, come avevamo spiegato a suo tempo a Lucia Borgonzoni le aziende che producono dispositivi medicali e i loro imballaggi sono escluse dal pagamento della Plastic Tax. Fermo restando che, coronavirus o no, il global warming non aspetta.

«Dove prendete i soldi? In Italia»

«Noi sul tavolo del governo portiamo un’esigenza subito reale concreta di avere 1.000 medici in più in Lombardia e 3.000 infermieri», spiega il Segretario del Carroccio. E aggiunge: «adesso, non a giugno». Anche qui dimentica che Regione Lombardia, che pur è tra le eccellenze della sanità italiana, è quella dove il comparto della sanità privata convenzionata ha il peso maggiore con circa il 40-50% (questo anche a danno del pubblico). Perché Salvini, ad esempio, non chiede ai privati convenzionati di fare altrettanto, ovvero di assumere qualche migliaio di medici e infermieri? Gestire un’emergenza sanitaria è molto costoso e poco redditizio, meglio lasciar fare al SSN. Salvini però è uno che pensa che se non ci sono abbastanza medici e infermieri sia colpa dei migranti. E mentre Salvini dice che la Lega vuole portare i medici specializzandi in corsia (ci vanno già) ricordiamo che Giancarlo Giorgetti si diceva assolutamente non preoccupato dalla mancanza di 45mila medici di base.

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Ma per fare tutto quello che propone Salvini servono soldi. Prima 10 miliardi, poi 50 miliardi di euro. Nessuno ha capito bene da dove dovrebbero saltare fuori questi soldi, ma l’ex ministro dell’Interno ha la risposta (preconfezionata) pronta. Quando Vespa glielo chiede ecco che il nostro se la cava brillantemente dicendo «dove li prendete? In Italia!». Poi, come se niente fosse, inizia a parlare della necessità di trovare 30 miliardi di euro (non erano 50?) per far fronte alle conseguenze dell’epidemia.

Salvini, l’arcitaliano che combatte il coronavirus coi soldi degli altri

Ma il Salvini che riscopre l’unità nazionale (è già successo, non vi preoccupate) è anche quello che scopre cosa significa trattare gli altri da appestati: «alcuni Paesi non ci vogliono? Innanzitutto abbiamo scoperto che noi dovevamo essere generosi, solidali accoglienti fino a settimana scorsa accogliendo tutto il resto del mondo e adesso qualcuno non vuole più gli italiani. Ecco, tenerselo in buona nota e farne buona memoria». Se non fosse che quando ci volevano “generosi e accoglienti” Salvini prima chiudeva i porti e poi diceva che i migranti avrebbero portato il coronavirus  dall’Africa ci sarebbe anche spazio per solidarizzare con questa vittima di italianofobia. Purtroppo non abbiamo tempo per il vittimismo di Salvini. Anche perché a voler chiudere “i porti” agli italiani sono anche i suoi amici sovranisti.

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Anche perché lui, quello che si lamenta della guerra commerciale nei nostri confronti è lo stesso che dichiarava guerra al riso cambogiano, al latte in polvere indiano, che si opponeva al CETA mentre l’ex ministro Centinaio esultava per la vendita sul mercato cinese di zampe e orecchie di maiale (a “maiale esistente”) usati per la produzione di würstel. Non è la prima volta, dicevamo, che il nostro rispolvera il potere quasi taumaturgico del tricolore ma ieri si è davvero superato chiedendo agli italiani di dare una mano: «anche chi sta davanti al televisore può dare una mano all’Italia perché come diceva Sant’Agostino “dal male si può trarre un bene” e quindi riscoprire l’orgoglio italiano». E qui Salvini inizia con uno dei suoi classici elenchi stile joca jouer «vacanze italiane, mangiare italiano, bere italiano, vestire italiano, comprare italiano». Capito? Alla fine pagano gli italiani, mica Salvini.

Leggi anche: Come Salvini sta danneggiando l’Italia per fare sciacallaggio politico sul Coronavirus

 

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