Ora Salvini vuole 50 miliardi di euro per l’emergenza Coronavirus (chi offre di più?)

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2020-03-02

Una settimana fa chiedeva 10 miliardi di euro per fronteggiare l’emergenza. Oggi rilancia e ne chiede 50. Cambiano le cifre ma l’unica cosa che Salvini non dice è dove ha intenzione di trovare tutti quei soldi

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Sembra ieri che Matteo Salvini chiedeva a social unificati un piano di interventi da dieci miliardi di euro a sostegno delle zone colpite dall’emergenza sanitaria dovuta al coronavirus Covid-19. La Lega aveva pure elaborato un piano “dettagliato” per venire incontro alle necessità delle imprese e degli attività produttive danneggiate economicamente “dal coronavirus“. O meglio: dalle misure di precauzione adottate per contenere la diffusione del contagio e dalla psicosi di coloro – ad esempio operatori turistici stranieri – che hanno messo “in quarantena” l’Italia.

Cinquanta miliardi, chi offre di più?

Sembra ieri invece era una settimana fa. Perché oggi il Segretario della Lega ha rilanciato: di miliardi ne servono 50. Chi offre di più? La sensazione è proprio quella, Salvini continua a spararle grosse facendo finta che delle proposte siano delle soluzioni. I suoi elettori invece non si rendono conto che la situazione è in costante evoluzione e che quindi i “cinquanta miliardi” di oggi potrebbero diventare “250 miliardi” tra una settimana (ammesso e non concesso che Salvini stia semplicemente moltiplicando per cinque).

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Inutile far notare che il capo del Carroccio è sempre quello che quando era ministro – e quindi al Governo – non ha saputo trovare i soldi per la flat tax e nemmeno quelli per cancellare le accise sui carburanti. E che oggi è proprio lui che chiede di «rinviare, o meglio cancellare, pagamenti, cartelle, sanzioni e adempimenti fiscali. Non solo nelle “zone rosse”, in tutta Italia!». Con quali soldi, verrebbe naturale chiedere. Anche sapendo che proprio grazie al pagamento delle tasse che si riesce a sostenere il Sistema Sanitario Nazionale. Vale a dire quella “cosa” che sta combattendo in prima linea l’emergenza coronavirus.

Ma Salvini dove li trova tutti quei soldi?

«Voglio aiutare i nostri imprenditori, i nostri albergatori, perché questa non è una mazzata da 3,6 miliardi di euro come dice il Governo. Qua con non meno di 50 miliardi di euro non si fa nulla», così oggi Matteo Salvini da Foligno, in quell’Umbria dove la giunta leghista invece che stanziare soldi “nuovi” per fare fronte all’emergenza gioca al gioco delle tre carte “rimodulando” fondi europei che non possono essere utilizzati nell’immediato come aiuti alle categorie più colpite. Già che c’è Salvini chiede anche di bloccare la “plastic tax”, un sempreverde cavallo di battaglia della Lega. Non appena riapriranno le scuole state pur certi che chiederà l’abolizione della “sugar tax” per venire incontro ai produttori di merendine ingiustamente colpiti dal coronavirus.

salvini 50 miliardi coronavirus - 2«Il turismo è in ginocchio, già arrivano le disdette per luglio e agosto in Sardegna» continua Salvini. Dimenticando forse che su quell’aspetto pesano probabilmente più le responsabilità del Presidente della Sardegna Christian Solinas (che è della Lega) sulla gestione della vicenda della continuità territoriale che l’epidemia di coronavirus. Cosa rimane del piano da 10 miliardi di qualche giorno fa? Nulla, a quanto pare. Ma tanto era scritto sull’acqua.

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Salvini continua a chiedere una sola cosa: “il blocco di tasse, mutui, affetti, bollette, cartelle esattoriali” (e perché non anche del conto della spesa e del ristorante?) senza dire dove si trovano non solo quei soldi che servono per tagliare le tasse ma nemmeno senza avere il coraggio di spiegare che senza le tasse non si può mandare avanti il Paese (chi la paga Quota 100, giusto per dirne una?). Ma visto che quando era al governo nessuno si è mai preoccupato delle coperture economiche delle sue proposte finanziarie è evidente che ora che sta all’opposizione l’argomento sia ancor meno interessante. A rispondere alle sparate social del leader della Lega arriva Pietro Bussolati, responsabile Imprese della segreteria nazionale Pd che in una nota ha detto che «mentre Matteo Salvini spara via social numeri a caso sulle risorse necessarie a fronteggiare l’emergenza Coronavirus, passando dai 10 miliardi di due giorni fa ai 50 miliardi di oggi, il Pd ascolta dalla voce delle imprese e dei rappresentanti dei lavoratori richieste e suggerimenti per sostenere ed aiutare il sistema Paese. Salvini continui a giocare con il cellulare e a prendere in giro gli italiani che ormai non gli credono più, visto il calo di consensi verso di lui. Il Governo ha messo in campo con il Ministro Gualtieri una prima risposta tempestiva in pochi giorni, aprendo anche un dibattito necessario a livello internazionale per fronteggiare l’emergenza Coronavirus e l’impatto sull’economia. Il Paese, per fortuna, va avanti anche senza i giochini e i numeri sparati a caso da Salvini».

 

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