La fregnaccia del piano da 10 miliardi di Salvini per il dopo coronavirus

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2020-02-26

Il leader della Lega prova a vestire i panni del “responsabile” e propone un piano da mille e una notte (e dieci miliardi di euro) per uscire dall’emergenza coronavirus. Ma come al solito non dice dove vuole trovare tutti quei soldi

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«20 milioni di euro non bastano. Servono forse a una parte della popolazione di Codogno… Secondo stime Lega servirebbero 10 miliardi a sostegno di famiglie e imprese», così Matteo Salvini a proposito delle misure necessarie per far ripartire la Lombardia e il Veneto (o solo la Lombardia? non è chiaro) dopo l’emergenza coronavirus Covid-19. Nei giorni scorsi il Governo aveva deciso di stanziare 20 milioni di euro per far fronte agli oneri derivanti dallo stato di emergenza sanitaria aumentando di «20 milioni di euro per l’anno 2020 a valere sul Fondo per le emergenze nazionali» (trovati nel fondo per la lotteria degli scontrini).

Perché Salvini non dice dove vuole trovare quei 10 miliardi di euro?

Secondo Salvini non bastano e così la Lega chiede di stanziare addirittura 10 miliardi. E perché non 100, o 1000, si sono chiesti in tanti. Perché come al solito l’ex ministro dell’Interno non dice dove e come saranno trovati quei soldi. Che sono tanti, se pensate che la manovra di bilancio 2020 vale complessivamente circa 29-30 miliardi. La proposta della Lega prevede di destinare un terzo di quella cifra a misure di sostegno ai territori colpiti dal coronavirus.

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Salvini ha anche fatto un lungo elenco delle misure necessarie per tutelare le famiglie e le imprese colpite dal coronavirus. Chiede nell’ordine: l’esonero versamenti IVA, IRAP, IRPEF e INPS; la sospensione dei termini per la rottamazione delle cartelle; la sospensione rate dei mutui; l’istituzione di una Tax Free Zone; la sospensione degli articoli 3 e 4 del Decreto fiscale; un nuovo accordo con l’Europa su deficit e aiuti di Stato; la cassa integrazione in deroga; la costituzione di un fondo straordinario a sostegno del pagamento dei canoni di locazione delle imprese coinvolte dall’emergenza; un piano per il recupero della didattica uno straordinario per il turismo e la cedolare secca sugli affitti.salvini coronavirus 10 miliardi - 1

Salvini non entra nel merito delle singole richieste. Non dice ad esempio perché le banche dovrebbero smettere di esigere il pagamento delle rate del mutuo (per quanto tempo?) e chi dovrebbe pagare al posto dei debitori. Non dice che un nuovo patto con l’Europa sul deficit non è riuscito a negoziarlo nemmeno quando stava al governo (vi ricordate la storia del 2,4% che poi è diventato 2,04%?) e soprattutto non dice dove ha intenzione di trovare tutti quei soldi. E no, i minibot non sono un’opzione nemmeno questa volta.

Ogni volta che la Lega ha bisogno di soldi propone di fare più debito

Perché se si parla di un piano da 10 miliardi bisogna avere anche il coraggio di dire come si intende finanziarlo. Sembra di intuire che l’idea geniale sia quella di fare maggior deficit (ovvero più debito), ma questa è subordinata all’eventualità – remota per ora – che l’Europa ci accordi questa possibilità consentendo uno sforamento delle regole comunitarie. Il problema è che al momento il numero di casi di coronavirus registrati in Italia non è certo quello di un’emergenza sanitaria su scala nazionale. La Commissione Europea del resto ha già deciso di stanziare 230 milioni di euro per aiutare la lotta globale contro la diffusione del coronavirus, potrebbe stanziarne altri ma non si arriverà mai alla cifra richiesta da Salvini. Anche perché in un modo o nell’altro ci sarebbero da superare le resistenze degli altri governi.

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Certo, sono stati fatti molti test tampone, che costano, così come ci sono state maggiori spese a carico del SSN. E sicuramente qualche bar che è dovuto stare chiuso per qualche giorno ha avuto un calo dei ricavi. Ma è un po’ poco per sostenere la tesi del maggior deficit. Non bisogna poi dimenticare un precedente, doppiamente interessante: la Flat Tax. Salvini per mesi ha sparato cifre assurde (50 miliardi, 30 miliardi, 15 miliardi, chi offre di più) senza mai dire dove voleva trovare quei miliardi. Un metodo per trovare una parte di quei 10 miliardi potrebbe essere un aumento delle tasse (e perché no, delle accise tanto care a Salvini) ma il partito che per mesi ha detto che voleva la tassa piatta e tagliare le accise sulla benzina naturalmente questo non lo può dire. Non resta quindi che sciacallare sul coronavirus, come già per altre emergenze. Ma almeno questa volta Salvini non farà la figuraccia di essere assente al Parlamento Europeo durante il voto per i sostegni ai terremotati.

Leggi anche: L’ordinanza del Veneto sul Coronavirus… copiata e incollata da quella dell’Emilia-Romagna

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