I troll del Reddito di Cittadinanza che chiamano la Guardia di Finanza

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2019-06-04

Prendere in giro i percettori del Reddito di Cittadinanza è diventato lo sport nazionale di quelli che – non avendo problemi economici – si divertono a scatenare il panico per vedere l’effetto che fa. Ma è un giochino che ha già stufato

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Può piacere o meno ma il Reddito di Cittadinanza è una cosa seria. Non per tutti ovviamente, perché c’è chi sostiene che si tratti di una misura assistenzialistica (ed è un’opinione legittima) destinata a persone che non hanno voglia di lavorare e che vogliono vivere alle spalle dello Stato. Naturalmente sappiamo che non è così, e che ci sono molti percettori del RdC che preferirebbero di gran lunga avere (o riavere) un lavoro che prendere 500 euro al mese per stare a casa. Perché cinquecento euro al mese non sono poi così tanti, se ci devi vivere un mese in una grande città.

La guerra dei troll ai poveri del Reddito di Cittadinanza

Come è noto ci sono diversi gruppi Facebook dove chi ha il RdC va in cerca di informazioni. Il che visto che ogni situazione reddituale è leggermente diversa è come andare a farsi fare una diagnosi via Facebook mostrando la foto di un bubbone. Uno di questi gruppi è Reddito di cittadinanza carta acquisti bonus bebè rei bonus mamma INPS e da qualche tempo è stato invaso da troll che minacciano di chiamare la Guardia di Finanza per denunciare quelli che lavorano in nero e prendono il RdC.

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Che ci siano persone che prendono il RdC e lavorano in nero è una possibilità che è contemplata addirittura dal legislatore il quale appunto prevede che chi «venga trovato, nel corso delle attività ispettive svolte dalle competenti autorità, intento a svolgere attività di lavoro dipendente, ovvero attività di lavoro autonomo o di impresa, senza averlo comunicato» possa perdere il diritto alla ricarica della card. Ma non risulta al momento che queste ispezioni siano iniziate. Tanto più che nelle varie versioni degli annunci sul Reddito di Cittadinanza questo compito di “sorveglianza” avrebbe dovuto essere affidato ai Navigator, che però non sono ancora stati assunti e che probabilmente alla fine avranno tutt’altri compiti.

Le inutili trollate a chi prende il Reddito di Cittadinanza

Nessuno al momento sta controllando i profili Facebook di chi percepisce (o dichiara di percepire) il Reddito di Cittadinanza. Ma questo in molti non lo sanno. E così i vari troll hanno buon gioco ad entrare nei gruppi dove i percettori del RdC si confrontano sul genere di spese che si possono fare o sull’ammontare delle ricariche sulla card delle Poste per parlare di lavoro nero e cercare di “stanare” dei veri beneficiari del Reddito di Cittadinanza pronti a confessare su Facebook che sì, anche loro lavorano in nero e prendono il sussidio.

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Il meccanismo della delazione del resto è stato fortemente incentivato da dichiarazioni dei membri dell’esecutivo nei mesi scorsi, quando ancora si parlava di spese immorali e di controllo di vicinato su chi ha diritto al RdC.

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Qualcuno che magari ingenuamente “confessa” c’è, e forse lo fa pensando che RdC a parte, lavorare in nero non sia un reato (o meglio che a rischiare sia solo il datore di lavoro ma non il dipendente). I troll di turno magari si faranno delle grasse risate leggendo i commenti di gente che dice di lavorare in nero e prendere il RdC (il tutto spassandosela alla grande). Ma la maggior parte è gente che è lì per trollare a sua volta. Insomma il giochino finisce per essere l’ennesima presa in giro nei confronti di quegli italiani che hanno fatto domanda per il Reddito di Cittadinanza da parte di chi li considera magari dei “parassiti”. Anche la minaccia di chiamare il 117 non sortisce alcun effetto perché come si legge sul sito della Guardia di Finanza: «alle segnalazioni anonime non viene dato alcun seguito. Gli operatori al telefono eseguono ogni utile accertamento necessario ad identificare correttamente l’autore della chiamata».

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