Quanto fa incassare Baglioni alla RAI con Sanremo
di Mario Neri
Pubblicato il 2019-02-05
In tempi di piccinerie da campagna elettorale sugli stipendi degli artisti della RAI, che vanno sempre di gran moda quando si tratta di aizzare la gente e distrarla dalla recessione, si è parlato molto dei compensi di Claudio Baglioni e delle accuse di conflitto d’interessi nei confronti del conduttore di Sanremo con il Baglioni artista …
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In tempi di piccinerie da campagna elettorale sugli stipendi degli artisti della RAI, che vanno sempre di gran moda quando si tratta di aizzare la gente e distrarla dalla recessione, si è parlato molto dei compensi di Claudio Baglioni e delle accuse di conflitto d’interessi nei confronti del conduttore di Sanremo con il Baglioni artista sotto contratto per Sony Music per l’attività discografica e con F&P Group per la parte live, aziende che per il secondo anno consecutivo hanno fatto il pieno di concorrenti in gara e ospiti alla kermesse.
Adesso che i conti in tasca alla RAI sono stati fatti, però, è bene segnalare come sta andando la partita più importante per Sanremo, ovvero quella degli incassi. Il Sole 24 Ore ci fornisce oggi una stima interessante seppur ancora provvisoria:
Tim per il secondo anno si è riproposta come sponsor unico approfittando della kermesse anche per accendere a Sanremo antenne 5G e mostrare quella che sarà la connettività del futuro. Sponsor unico – ma anche evidentemente un’ottima vendita di break (complice una controprogrammazione inesistente) – hanno spinto il Festival verso un nuovo record della raccolta pubblicitaria che «viaggia tra i 28 e i 29 milioni, almeno 3 più dello scorso anno», ha spiegato la direttrice di Rai 1 evidenziando dall’altra parte «un lavoro molto forte di contrazione dei costi». Mal contato il profitto, confrontando ricavi netti e costi, dovrebbe superare i 10 milioni di euro.
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È noto infatti a tutti, tranne che a chi fa i meme gentisti sulla RAI ma ancora non ha finito le scuole elementari, che la valutazione di una trasmissione tv si fa confrontando i costi ed i ricavi. In questa ottica, non sembra un affarone – ma tanto a Freccero che je frega – spendere 150mila euro per i vecchi filmati di Benigni né darne 30mila a Grillo per un programma che poi non vede nessuno. Mentre conviene all’azienda avere programmi in attivo come quelli di Fabio Fazio, Baglioni (appunto) e persino Bruno Vespa. Perderli vorrebbe dire perdere quei ricavi e quindi quei guadagni. Ma tanto a loro che gliene frega? Sono soltanto i soldi di tutti ad essere in ballo.