Popolare di Bari diventerà una superholding del centrosud?

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-01-23

Una autoriforma del credito cooperativo per creare una maxi aggregazione sul modello della francese Crédit Agricole

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Mentre oggi è in programma il consiglio di amministrazione della Banca Popolare di Bari, che deve sciogliere i nodi dell’azionariato dell’istituto e del deterioramento degli indici patrimoniali,  si parla di un progetto più ampio di sistema che ha l’obiettivo di dare un futuro a lungo termine al credito cooperativo italiano.

Popolare di Bari diventerà una superholding del centrosud?

Il Corriere della Sera scrive oggi che il progetto di sistema, gradito alla Banca d’Italia, vedrebbe proprio la PopBari nel ruolo di perno centrale, anche per la sua storia di banca aggregante, con già 29 acquisizioni in quasi 60 anni di storia, che ne hanno fatto la più grande popolare del Sud. Adesso, intorno alla PopBari potrebbero coagularsi altri istituti centro-meridionali per dar vita, grazie a una sorta di autoriforma del credito coop, a una maxi aggregazione sul modello della francese Crédit Agricole, la più grande banca mutualistica d’Europa.

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Cosa prevede la riforma delle banche di credito cooperativo (Corriere della Sera, 15 febbraio 2016)

Dovrebbe quindi nascere una holding cooperativa che controlli un’unica società per azioni in cui far confluire le grandi popolari del Centro-Sud, oppure fare il contrario: diverse SPA e un’unica cooperativa a guidarle. Questo soggetto verrebbe quindi quotato in modo anche di permettere ai soci che non riescono a vendere le azioni di avere indietro i soldi. Le banche potenzialmente interessate sono 19 ma l’idea è di non superare i 30 miliardi di attivi per non ricadere nella lente della BCE. Entro metà del 2019 si potrebbe iniziare con le popolari laziali – Cassinate, Frusinate, Lazio e Fondi – seguite dalle due pugliesi e dalla Popolare di Ragusa, che ha problematiche simili.

Il piano di Rothschild per Popolare di Bari

Intanto oggi si discute il piano strategico che dovrà essere approvato il 30 gennaio. Il progetto, elaborato da Rothschild, prevede una spinta maggiore sulla bancassicurazione (con una formazione del personale ad hoc), sulla banca digitale (il cui precursore, in Italia, è stato l’attuale amministratore delegato, Vincenzo De Bustis) e sugli npl, con lo scorporo di 2 miliardi di crediti non performing in un veicolo. Al momento non sarebbe previsto un aumento di capitale. Sperando che il senatore Lannutti non abbia niente da dire sui Rothschild, vista la sua passione per i protocolli dei Savi di Sion.

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