Economia
La Banca Popolare di Ragusa e le azioni “invendibili”
di neXtQuotidiano
Pubblicato il 2019-01-13
I piccoli soci protestano perché non riescono a vendere i titoli. La banca dice che è colpa di una direttiva europea. Ma non è vero
Giorgio Meletti sul Fatto Quotidiano ricorda le parole del governatore di Bankitalia sulle crisi bancarie:
Due giorni fa il governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco ha detto una cosa che merita di essere letta nella sua allarmante testualità: “Oggi, con il beneficio della retrospettiva storica, i costi economici e sociali di fenomeni di instabilità finanziaria sistemica sono divenuti a tutti evidenti e portano a considerare sotto una luce diversa l’opportunità di interventi pubblici non solo per le banche illiquide ma solvibili, ma anche nei casi potenzialmente in grado di pregiudicare il funzionamento del sistema finanziario nel suo complesso”. Ci ha detto che l’intervento statale per salvare la Carige è solo il primo.
E infatti proprio il quotidiano di Travaglio ci fa sapere che l’ultimo fronte delle crisi bancarie coinvolge la Banca Agricola Popolare di Ragusa.
I piccoli soci protestano perché non riescono a vendere le proprie azioni all’istituto. “Dal 2016 la banca ha alzato una cortina di ferro facendosi scudo di una direttiva europea e, senza avvisare i suoi azionisti, ha prima limitato il riacquisto di azioni proprie – consentendolo per quantitativi sempre minori (nell’ordine di sole 30 o 20 azioni per volta) – per poi bloccarlo arbitrariamente”, dicono gli azionisti, che hanno fissato un sit in di protesta per martedì prossimo alle 9, davanti alla sede centrale della Banca.
Mala direttiva europea non obbliga la Banca Agricola Popolare di Ragusa a bloccare il riacquisto delle proprie azioni. Proprio come dice una sentenza della Corte Costituzionale e come ha ribadito negli scorsi giorni Valdis Dombrovskis, vicepresidente della Commissione Ue, rispondendo a un’interrogazione sollevata dall’europarlamentare Innocenzo Leontini. “Il regolamento sui requisiti patrimoniali (575/2013) non vieta di riacquistare il loro capitale regolamentare,ma – ha detto Dombrovskis – impone semplicemente di chiedere la preventiva autorizzazione a Bankitalia”.