I Protocolli dei Savi di Sion: cosa sono e perché piacciono a complottisti e senatori

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-01-22

Un falso storico che la polizia zarista russa aveva messo in circolazione per fermare le rivoluzioni è diventato un caposaldo della letteratura fascista e nazista mondiale, prima di essere adottato dal mondo fondamentalista islamico e oggi dai senatori M5S in cerca di complotti da sventare. Piccola storia di una bufala pericolosa e sanguinaria

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Da quando sono stati pubblicati agitano le menti dei politici, degli scrittori e dei propagandisti ma i Protocolli dei Savi di Sion (Протоко́лы сио́нских мудрецо́в) continuano a girare dal 1903, a dimostrazione del fatto che una falsa notizia non muore grazie alla sua smentita e che la moneta cattiva scaccia sempre quella buona.

Cosa sono i Protocolli dei Savi di Sion

I Protocolli dei Savi di Sion vengono dalla Russia zarista: la prima stesura del testo venne effettuata da Sergej Aleksandrovič Nilus tra il 1901 e il 1903 e il 1903 è anche la loro pubblicazione sotto forma di documento “ritrovato” sul quotidiano Znamia fu guidata dalla polizia segreta zarista, seguita da quella, in appendice, a un trattato religioso di Serge Nilus, funzionario dello zar. Dal 1905 vennero tradotti in inglese, francese, tedesco e nelle altre lingue europee e la loro popolarità varcò gli oceani quando il quotidiano di Henry Ford, Dearborn Independent, li ha citati come prova del complotto demo-pluto-giudaico-massonico ai danni della democrazia. Il primo a rivelarne la falsità fu Philip Graves del The Times, che ne dimostrò l’evidente somiglianza con il Dialogue aux enfers entre Machiavel et Montesquieu, una satira scritta nel 1864 dall’avvocato francesce Maurice Joly mentre un’indagine successiva dello storico Vladimir Burtsev ha rivelato che i Protocolli dei Savi di Sion erano contraffazioni composte dalla polizia segreta russa erano costruite usando i testi di Joly, quelli di un romanzo fantastico di Hermann Goedsche uscito nel 1868 e altre fonti. La curiosità è che nessuna delle opere di ispirazione citava gli ebrei: nel libro di Joly gli autori del complotto erano i gesuiti.

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Il testo, che viene presentato come l’esposizione di un piano operativo degli “Anziani” per la conquista del mondo attraverso la finanza, fu utilizzato per “spiegare” – o meglio, per infamare – la rivoluzione del 1905 e successivamente per sostenere che il bolscevismo fosse eterodiretto dal Grande Capitale per distruggere la patria russa. Successivamente ebbero grande popolarità in Italia e soprattutto in Germania, dove Hitler li utilizzò per giustificare l’Olocausto ebraico. Dopo la seconda guerra mondiale la loro popolarità è diminuita in Occidente ma non nel mondo islamico, visto che erano funzionali alla costruzione del significato nei confronti del nemico Israele, e poi dai movimenti neofascisti in tutta Europa oltre che negli Stati Uniti e in Russia; in Italia, in particolare, fu la Lega Nord a riportarli in vita prima di Forza Nuova e del resto della fascisteria e prima di quel gran genio del senatore Lannutti.

I protocolli dei Savi di Sion, la politica e la letteratura

Il libro è diviso in ventiquattro Protocolli in cui gli Anziani illustrano i loro sistemi per ottenere il controllo sul mondo, allo stesso modo con cui nel Principe Machiavelli illustrava i metodi per mantenere il potere. Nei Protocolli gli Anziani spiegano che vogliono convincere i goyim (ovvero i gentili, come gli ebrei chiamano i cristiani) attraverso la diffusione della libertà tra le masse e la contestazione dell’autorità tradizionale e dei valori cristiani. Una struttura simile ad altre opere di propaganda di quel periodo e che costituivano la Reazione del vecchio mondo al nuovo che stava avanzando travolgendolo. La massoneria e il capitalismo, ovvero due forze che all’epoca minacciavano l’ordine costituito, vengono dipinti come strumenti per il controllo delle masse attraverso la stampa, i mass media all’epoca nati da poco e i parlamenti che mettevano in pericolo i poteri assoluti dell’epoca.

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Negli anni la tradizione è stata via via reinterpretata fino a fondersi con quella degli Illuminati e dei Rettiliani, in un tripudio di sciocchezze di cui il testo citato dal senatore Lannutti è un perfetto esempio:

La loro caratteristica principale è quella di essere nascosti agli occhi della popolazione mondiale. Il loro albero genealogico va indietro migliaia di anni, alcuni dicono che risale alla civiltà sumera/babilonese o addirittura che siano ibridi, figli di una razza extraterrestre, i rettiliani. Sono molto attenti a mantenere il loro legame di sangue di generazione in generazione senza interromperla.

Ma qual è l’obiettivo degli Illuminati? Creare un Nuovo Ordine Mondiale (NWO) con un governo mondiale, una banca centrale mondiale, un esercito globale e tutta una rete di controllo totale sulle masse. A capo ovviamente loro stessi, per sottomettere il mondo ad una nuova schiavitù, non fisica, ma “spirituale” ed affermare il loro credo, quello di Lucifero. Questo progetto va avanti, secondo alcuni, da millenni ma ebbe un’incremento nella prima metà del 1700 con l’incontro tra il “Gruppo dei Savi di Sion” e Mayer Amschel Rothschild, l’abile fondatore della famosa dinastia che ancora oggi controlla il Sistema Bancario Internazionale. L’incontro portò alla creazione di un manifesto: “I Protocolli dei Savi di Sion”.

Il controllo politico, l’usura, la manipolazione delle menti

La costruzione di senso dei Protocolli dei Savi di Sion infila tutte le caratteristiche dell’immaginario collettivo dell’epoca per ri-mediarle all’interno della teoria del complotto propalata. Un brano del Pendolo di Foucault di Umberto Eco rievoca in chiave sarcastica una possibile ricostruzione della costruzione del testo e del suo significato, che si basava su scritti, miti e leggende di anni prima per acquistare senso agli occhi del lettore:

Ci era piaciuta molto la faccenda del cimitero di Praga. Era la storia di un certo Hermann Goedsche, un piccolo funzionario postale prussiano. Costui aveva già pubblicato documenti falsi per screditare il democratico Waldeck, accusandolo di voler assassinare il re di Prussia. Smascherato, era diventato il redattore dell’organo dei grandi proprietari conservatori, Die Preussische Kreuzezeitung. Poi sotto il nome di sir John Retcliffe aveva iniziato a scrivere romanzi a sensazione, tra cui Biarritz, nel 1868. Quivi descriveva una scena occultistica che si svolgeva nel cimitero di Praga, molto simile alla riunione degli Illuminati che Dumas aveva descritto all’inizio del Giuseppe Balsamo, dove Cagliostro, capo dei Superiori Sconosciuti, tra cui Swedenborg, ordisce il complotto della collana della regina. Nel cimitero di Praga si riuniscono i rappresentanti delle dodici tribù di Israele che espongono i loro piani per la conquista del mondo.
Nel 1876 un pamphlet russo riporta la scena di Biarritz, ma come se fosse avvenuta realmente. E cosi fa nel 1881, in Francia, Le Contemporain. E si dice che la notizia viene da fonte sicura, il diplomatico inglese sir John Readcliff. Nel 1896 tale Bournand pubblica un libro, Les Juifs, nos contemporains, e riporta la scena del cimitero di Praga, e dice che il discorso eversore viene fatto dal gran rabbino John Readclif. Una tradizione posteriore dirà invece che il vero Readclif era stato condotto nel cimitero fatale da Ferdinand Lassalle, genero di Marx.
E questi piani sono più o meno quelli descritti nel 1880, pochi anni prima, dalla Revve des Etudes Juives (antisemita) che aveva pubblicato due lettere attribuite a ebrei del xv secolo. Gli ebrei di Arles chiedono aiuto agli ebrei di Costantinopoli perché sono perseguitati, e costoro rispondono: “Beneamati fratelli in Mosè, se il re di Francia vi obbliga a farvi cristiani, fatelo, perché non potete fare altrimenti, ma conservate la legge di Mosè nei vostri cuori. Se vi spogliano dei vostri beni fate che i vostri figli diventino mercanti, in modo che a poco a poco spoglino i cristiani dei loro. Se si attenta alle vostre vite fate diventare i vostri figli medici e farmacisti, così che essi tolgano ai cristiani le loro vite. Se distruggono le vostre sinagoghe, fate diventare i vostri figli canonici e chierici in modo che distruggano le loro chiese. Se vi fanno altre vessazioni, fate che i vostri figli diventino avvocati e notai e che si mescolino agli affari di tutti gli stati, in modo che mettendo i cristiani sotto il vostro giogo, voi dominiate il mondo e possiate vendicarvi di essi.”
Si trattava sempre del piano dei gesuiti e, a monte, della Ordonation templare. Poche variazioni, permutazioni minime: i Protocolli si stavano facendo da soli. Un progetto astratto di complotto migrava da complotto a complotto.

I Protocolli dei Savi di Sion sono stati pubblicati nuovamente in estratto nel 2002 in New Jersey da un giornale in lingua araba. Anche lì erano esposti come un nuovo documento ritrovato misteriosamente e veritiero nel suo contenuto. Nonostante gli anni di confutazione i Protocolli riappaiono di tanto in tanto come una bufala che riciccia su Facebook a causa dell’algoritmo. La moneta cattiva scaccia sempre quella buona.

Leggi sull’argomento: Elio Lannutti non è antisemita ma…

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