Poggioreale, il reato di tortura e come Salvini usa gli agenti della Penitenziaria per fare propaganda

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2019-12-13

Secondo una relazione del Garante nazionale dei detenuti nel carcere partenopeo ci sono condizioni “incompatibili con la dignità delle persone ristrette”. Ma questo a Salvini non interessa, per lui è importante fare campagna elettorale, sulla pelle dei detenuti e su quella degli Agenti. Perché in quelle carceri sovraffolate e fatiscenti non ci lavora mica lui

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«Gli unici ad essere “torturati” in carcere sono i poliziotti, non i delinquenti. Basta!!!» Matteo Salvini oggi era a Napoli ed è andato in visita al carcere di Poggioreale. Dal momento che quando un politico va in carcere lo fa per verificare le condizioni dei detenuti il leader della Lega si distingue e va per portare solidarietà agli agenti della Polizia Penitenziaria. Dopo aver salutato gli agenti del carcere di Poggioreale Salvini ha scritto su Facebook che «è incredibile che i detenuti abbiano a disposizione avvocati e garanti, mentre i poliziotti, quando hanno bisogno di assistenza, se la devono pagare di tasca propria».

Matteo Salvini e la sparata sul reato di tortura da abolire

Naturalmente solo alcuni detenuti hanno diritto al gratuito patrocinio, e questo il senatore leghista lo sa bene visto che è la stessa fregnaccia che tirò fuori per spiegare le ragioni della stretta sulla concessione dei permessi di soggiorno per motivi umanitari. Il fatto che i detenuti possano avere un avvocato (gratuito o pagato) rientra nei più normali diritti delle persone, che va di pari passo al diritto ad un trattamento umano, anche tra le mura del carcere.

salvini penitenziaria poggioreale - 3

Salvini poi è passato ad un altro grande classico, la foto dell’agente ferito. In questo caso si tratta del ginocchio di «un assistente capo della Polizia Penitenziaria colpito ieri nel carcere di Avellino con una macchinetta del caffè». O almeno così dice il leader della Lega. Qualche tempo fa aveva mostrato in diretta televisiva la foto dell’orecchio di un agente della Penitenziaria preso a morsi da un detenuto: «un banalissimo orecchio di un agente della polizia penitenziaria preso a morsi da un detenuto nordafricano». Ma non era vero.

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«Chiederemo la cancellazione del reato di tortura, che è la fattispecie penale più invocata dai detenuti nelle carceri italiane e, guarda caso, è anche l’ipotesi invocata dal signor Pietro Ioia nei suoi ricorsi alla magistratura contro il lavoro svolto dagli agenti della polizia penitenziaria a Napoli» ha dichiarato l’ex ministro dell’Interno andando all’attacco di Pietro Ioia ex detenuto, fondatore dell’Associazione Ex Don (Ex Detenuti organizzati napoletani) che di recente è stato nominato dal sindaco di Napoli Luigi De Magistris garante dei detenuti. Salvini forse ignora che quando una persona ha scontato la sua pena torna ad essere un uomo libero. E forse ignora che Ioia di torture e soprusi da parte degli agenti del carcere ne ha subiti e li ha raccontati.

Come Salvini usa gli agenti della Penitenziaria per fare propaganda

Ma Salvini è fatto così, ci sono detenuti che si guadagnano la sua solidarietà e che lui va a visitare in carcere, come Angelo Peveri, ed ex detenuti che invece sono e rimarranno sempre dei nemici. Lo sono perché Salvini ritiene che «non è possibile credere sempre più ai carcerati e sempre meno ai poliziotti». O almeno questo è quello che scrisse commentando l’arresto di sei agenti della polizia penitenziaria in servizio al carcere Lorusso e Cutugno di Torino accusati di minacce, di aver preso a schiaffi e sputi dei detenuti che hanno accusato di essere stati malmenati, denudati e insultati. Per Salvini «il fatto che la parola di un detenuto valga gli arresti di un poliziotto a me fa girar le palle». Eppure nei confronti di quegli agenti non era stata emessa alcuna sentenza, nessuno li ha condannati sulla base delle “parole di un detenuti” e l’arresto era solo un provvedimento cautelare.

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Un conto è ribadire che gli agenti della Polizia Penitenziaria hanno dei diritti (e ci mancherebbe altro) un altro è suggerire che sono al di sopra di ogni regola. Ed è sbagliato fare di tutta l’erba un fascio, ci sono sicuramente moltissimi, la maggior parte, agenti che non torturano nessuno e che svolgono il loro lavoro con fatica (perché non è facile) ma sempre con dignità e onore. Così come ci sono tantissimi Carabinieri che non pestano a morte i fermati in caserma e insabbiano le prove, o tantissimi politici onesti o moltissimi milionari che non evadono le tasse. Eppure i casi di cronaca parlano chiaro. Un mese fa undici agenti della Polizia penitenziaria sono stati rinviati a giudizio con l’accusa di aver intimidito e pestato un detenuto del carcere di San Vittore tra il 2016 e il 2017. Altri 15 agenti sono indagati per per abusi e torture a un detenuto del carcere di San Giminiano, quattro di loro sono stati sospesi dal servizio. A Poggioreale, che è un carcere con tantissimi problemi uno su tutti il sovraffolamento con anche 12 detenuti per cella, diversi detenuti hanno denunciato di aver subito violenze e soprusi. In quel carcere, una struttura fatiscente dove secondo una relazione del Garante Nazionale dei detenuti pubblicata il 21 agosto (quando Salvini era ministro) le condizioni dei detenuti in alcuni reparti «possono essere facilmente considerate in violazione dell’articolo 3 della Convenzione europea per la tutela delle libertà fondamentale e dei diritti umani che inderogabilmente vieta “trattamenti o pene inumane o degradanti”» Salvini ha detto che vuole abolire il reato di tortura.

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Ci sono ovviamente delle indagini e dei processi in corso, ma Salvini si è già schierato e ha già deciso da che parte stare. Proprio lui che quando gli chiedono un commento su Gianluca Savoini si chiude nel silenzio più assoluto dicendo proprio che “c’è un’indagine in corso”. Ma com’è che su cose che lo riguardano molto da vicino Salvini dice di non voler parlare o di non saperne nulla mentre di quello che succede altrove è sempre pronto a dire la sua? È così difficile affermare che gli agenti della Penitenziaria hanno dei diritti senza dover per forza negare il fatto che anche i detenuti ne hanno? È così strano pretendere che chi lavora in carcere rispetti la legge e che negli istituti di pena venga rispettata la dignità dei detenuti? Non si tutelano i diritti degli Agenti della Penitenziaria mettendoli in contrapposizione con quelli dei detenuti. E soprattutto non si dovrebbero usare vicende delicate, sulle quali sono in corso delle indagini, per fare propaganda. Perché su una cosa Salvini è equo: sta usando i detenuti e gli Agenti allo stesso modo.

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