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Perché CasaPound va in piazza con Salvini domani

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2019-10-18

Ma soprattutto: perché Salvini e la Lega non dicono che non vogliono i fascisti del Terzo Millennio alla manifestazione di domani a Roma? Il motivo è molto semplice: Salvini e CasaPound si assomigliano molto, e alla Lega i voti (romani) del partito di Iannone potrebbero fare comodo per eleggere il prossimo sindaco della Capitale

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CasaPound sarà in piazza San Giovanni assieme alla Lega per la manifestazione di domani 19 ottobre. Ad annunciarlo su Twitter (perché da Facebook come è noto sono stati espulsi) anche Simone Di Stefano che ha aggiunto che «non è il momento di dividere, ma di unire». Dall’altra parte la Lega si è limitata a dire che CPI non è “tra i partiti invitati” domani in piazza, ma non ha detto che non ce li vuole. Così come non aveva fatto alcun tentativo per allontanare da Montecitorio quelli di Forza Nuova e CPI durante la manifestazione contro il Conte Bis di settembre.

La storia del grande amore tra Salvini e CasaPound

«Ci saranno quelli di Casapound a San Giovanni? Loro non sono tra i partiti invitati, non parleranno certo dal palco, ma la piazza, come abbiamo detto è aperta»  ha detto all’AdnKronos il capogruppo della Lega alla Camera Riccardo Molinari. Precisando che i saluti romani “non sono graditi”. E sembra quasi che dopo un periodo in cui Matteo Salvini ha evitato accuratamente di farsi vedere troppo vicino al partito di Gianluca Iannone le cose tra la Lega e CasaPound abbiano iniziato ad andare bene. Perché nei mesi in cui è stato al Viminale il Segretario della Lega si è allontanato da CPI. Certo, non del tutto, visto che ha rilasciato una lunga intervista a Chiara Giannini poi pubblicata da Altaforte Edizioni, una casa editrice vicina alla partito della tartaruga frecciata il cui responsabile è Francesco Polacchi, già dirigente del settore giovanile di CPI.

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E proprio nei giorni delle polemiche per l’esclusione di Altaforte dal Salone del Libro di Torino Salvini disse di non aver mai incontrato Polacchi. Eppure la foto qui sotto è stata scattata nel periodo in cui CasaPound e Salvini andavano a braccetto alle elezioni e collaboravano con la lista “Sovranità”.

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Salvini a cena con lo stato maggiore di CasaPound. Si riconoscono: Polacchi (in primo piano) Simone e Davide Di Stefano e Gianluca Iannone

E già in passato (era il febbraio del 2015) Salvini e CasaPound avevano manifestato assieme  a Roma. Stavano quasi per lanciare un polo sovranista. Poi non se ne è fatto più nulla e anche quella volta finì con Salvini che mollava l’alleato un po’ scomodo e un po’ ingombrante che però era stato utile nell’operazione di sfondamento a destra. Come mai allora CasaPound ha continuato a ronzare attorno a Salvini? Evidentemente è il momento di unire, non di dividere.

Salvini guarda ai voti di CasaPound per far eleggere il prossimo sindaco di Roma?

Qualche tempo fa, quando già non era più ministro, Salvini ha preso le difese di CPI per il blocco delle pagine Facebook. Lo ha fatto senza nominarla esplicitamente. Ma chi doveva capire ha senza dubbio colto il riferimento. Nel frattempo CasaPound ha annunciato l’addio alla politica e ha iniziato a fare azioni di performance art in giro per le città per denunciare la censura. E adesso andrà a Piazza San Giovanni perché «questa opposizione non si riduca a parlare solo di immigrazione e tasse, ma anche e sopratutto di casa, lavoro, figli, salari e Stato sociale». Segno che non solo CPI è una forza di opposizione ma che si sente parte della stessa coalizione che si oppone al Governo Conte.

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Ma c’è di più. Secondo il Messaggero la Lega sta guardando a CasaPound e ai voti dei fascisti del terzo millennio di Roma per poter andare alla conquista della Capitale e della poltrona di sindaco nel dopo-Raggi. Che CPI vada forte a Roma è cosa nota (lo dicono i risultati delle elezioni al Municipio di Ostia) e la presenza sul territorio è di quelle che si vedono (soprattutto quando c’è da dare addosso agli “zingari”) e quindi sono preferenze che fanno gola. Anche se CPI non sembra avere intenzione di tornare a fare politica attiva il suo 1,5% (a Roma) fa sicuramente gola: è un bel gruzzolo che potrebbe consentire al centrodestra che guarda molto a destra di prendersi il Campidoglio. E chi è Salvini per rifiutare l’appoggio spontaneo di Iannone e compagni, pardon, camerati?

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