Fact checking
Parlamento Cafè: la recita di Natale di Paola Taverna
Giovanni Drogo 24/12/2019
La vicepresidente del Senato rinverdisce i fasti di quando recitava nei video che promettevano l’uscita dall’euro con una gustosa recita natalizia sul tema “Natale in casa Casalino”
Sono passati quasi cinque anni dalla magistrale performance di Paola Taverna, allora semplice cittadina portavoce, nei panni della fatina buona dell’Eurexit. Oggi la vicepresidente del Senato è una persona diversa, al secondo mandato parlamentare non può più strillare con il suo caratteristico accento da romana «io so la gente del Quarticciolo, io nun so politica, non mi puoi permettere de chiamarmi politico», anche perché nel frattempo è diventata scienziata politica.
Natale a 5 Stelle con Paola Taverna
Ma la laurea, la vicepresidenza di Palazzo Madama sono solo alcuni dei successi di Paola Taverna. Perché di pari passo al suo farsi politica, e politica studiata, la nostra eroina della ggente ha anche continuato a coltivare la sua passione per la recitazione. Se stasera non avete voglia di rivedere l’ennesima replica di Una poltrona per due potete sempre guardare il breve cortometraggio natalizio (con tanto di scampanellino delle renne di Babbo Natale in sottofondo) realizzato dal MoVimento 5 Stelle.
Nello sketch che dovrebbe ammiccare alla sit com Camera Cafè. Almeno nel titolo, perché come fa notare Luca Bizzarri (che di Camera Cafè è stato uno dei due protagonisti) «non sanno che Camera Café aveva una camera fissa» mentre nel filmino del M5S la camera si muove ad inquadrare i due protagonisti (oltre alla Taverna c’è il senatore Gianluca Castaldi) e che «non sanno che era davanti a una macchinetta» e non seduti su un divanetto con la tazzina (di porcellana, e non di carta) del caffè in mano.
In teoria il tutto servirebbe per fare un po’ di pubblicità alle tante cose buone fatte dal Governo con la legge di Bilancio (un po’ come quando l’anno scorso la Taverna raccontava dei miliardi dati all’Università). Quest’anno la povera Manovra non ha nemmeno un nome, la chiamano solo “la Manovra” e non “Manovra del Popolo 2 – la vendetta di Conte”. Il problema è che la recitazione è l’unica cosa cui lo spettatore presta attenzione, nessuno dei concetti e dei provvedimenti elencati dai due senatori riesce a rimanere impresso nella memoria.
Se Paola Taverna guadagna più di Giorgia Meloni
Ma non interessa nemmeno al M5S, perché l’elenco delle misure a favore delle famiglie serve solo come pretesto per costruire la gag finale. Quella in cui Castaldi chiede con tono fintamente sorpreso «Allora scusa molti non l’hanno votata tipo quella la madre del popolo, perché non ha votato una misura così spinta sulle famiglie?». Il riferimento è ovviamente a Giorgia Meloni. La Taverna di qualche anno fa avrebbe iniziato con una serie di insulti. La Taverna di oggi, comodamente seduta sul divanetto invece commenta così: «ma quale madre del popolo, ma madre degli slogan casomai! Quella i soldi ce l’ha cosa vuoi che ne sappia delle famiglie che non arrivano nemmeno a fine mese, altrimenti la manovra vedevi come la votava».
«Come sempre hai ragione, non fa na piega», commenta soddisfatto Castaldi. Il problema è che se andiamo a guardare i soldi scopriamo che nel 2019 Paola Taverna ha dichiarato un reddito pari a 103.140 euro, non proprio quello di una persona che fa fatica ad arrivare a fine mese. La leader di Fratelli d’Italia invece ha dichiarato “solo” 98.471 euro. Qualcosina in meno della Taverna, quella che la accusa di non sapere in che condizioni vivono le famiglie povere perché “lei i soldi ce li ha”. La realtà è che i soldi ce li hanno entrambi. Dopo sette anni a Palazzo la retorica pentastellata del “noi siamo francescani” non regge più. Ma del resto Paola Taverna non è mai stata brava con la matematica, come quando al ragazzo che “tornava alla lira” dava mille lire in cambio di una monetina da un euro.
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