Non è la D’Urso: perché il Papeete tv di Salvini è un gioco pericoloso

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2019-09-23

Ieri sera il senatore della Lega si è molto divertito a “confrontarsi” con i temibili Vip che in questi mesi hanno osato criticarlo. Uno spettacolo fatto di salaci battutine sulle “palle”, insulti reciproci e bacioni finali. Esattamente la cifra politica del ministro dei social

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Come un Mark Caltagirone qualsiasi ieri Matteo Salvini è andato da Barbara D’Urso ad affrontare «la gente che esce dalle palle». Perché Salvini sarà anche uno che scappa dal confronto con Carola Rackete ma quando c’è da dibattere con i “vip che in questi anni lo hanno insultato” allora non si fa certo pregare: «rispetto ai soliti dibattiti, quello urla, quello tira fuori la tabella almeno qua ci sono delle palle». Ed eccolo quindi sul trono affrontare gli “sferati”: gente come Alba Parietti, Alda D’Eusanio, Asia Argento, Iva Zanicchi o Idris (quest’ultimo famoso sostanzialmente perché tifoso della Juventus).

Capitani coraggiosi e dove trovarli

Si tratta di Vip che in passato hanno a vario titolo preso “posizione” contro Salvini. Ad esempio Asia Argento nel luglio del 2018 aveva twittato #SalviniMmerda. Una critica davvero ficcante e incisiva. Anche Alba Parietti – che addirittura nel 2015 aveva detto “sarei terrorizzata se Salvini guidasse il Paese, sarebbe quasi da andare via. Salvini fa discorsi da bar, dove arrivava il bullo e sparava cazzate” –  impersona nell’immaginario collettivo il personaggio del radical chic, la riccona che predica i buoni sentimenti ma semina odio contro il povero Matteo. Lui non ha paura. E ci tiene a farlo sapere con l’ennesima (in pochi minuti) battuta sulle “palle”. «La mia nonna mi insegnava “male non fare paura non avere”, quindi magari un ministro o un vicepresidente del Consiglio non dovrebbe venire qui quando si aprono le palle e c’è gente a caso che ci insulta ma a me piace vivere così, la vita è troppo breve e troppo bella per aver paura di qualcosa». Nessuno ha ancora fatto notare che oggi Salvini non è né ministro né vicepremier.

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Eppure per passare dalla Dj booth del Papeete (da ministro) al salotto di Barbara D’Urso (da semplice senatore) non è che ci voglia tanto. In fondo Salvini è pur sempre quello che si faceva fotografare seminudo a letto per la copertina di Oggi (non certo il Financial Times). Oppure è quello che cantava i cori contro i napoletani a Pontida. Ed è sempre quello che qualche giorno fa portava sul palco “la bambina di Bibbiano” dopo aver detto che non bisogna strumentalizzare i bambini per fare politica.

Dalla D’Urso si vota, in Italia invece gli elettori non possono!

Evidentemente qualcuno dalle parti della comunicazione della Lega deve aver pensato che dopo la figura da coniglio con il rifiuto ad andare a Piazza Pulita il modo migliore per dimostrare che Salvini era uno con le palle (come direbbe lui) era quello di mandarlo a battersi su Canale 5. Anche perché il programma della D’Urso non è mica come quello di Formigli: lì il Popolo sovrano può esercitare il sacrosanto diritto di (tele)voto, come sancito dalla Costituzione, quella che Mattarella non ha letto bene quando ha fatto nascere il Conte-bis.

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La parola al Popolo sovrano!1

Prendiamo ad esempio il grande confronto con Asia Argento che appunto scrisse “Salvinimmerda” (con due emme come lei ha ribadito ieri). Davvero un grande dibattito sulla libertà di cinguettare un insulto con Salvini che si lamenta di essere stato offeso ed insultato e la figlia di Dario Argento che invece insisteva sul fatto che il Segretario della Lega non le avesse ancora portato la camomilla. Ma Salvini è più tipo che beve «spuma bianca, spuma nera, spuma gialla, ginger, chinotto, cedrata Tassoni, mi bevo tutto» (al nostro piacciono molto gli elenchi) e quindi purtroppo non c’è molto da fare.

Asia Argento e Alba Parietti non sono l’opposizione a Salvini

E che ieri sera fosse tutto un gioco per rendere più simpatico Salvini è ovvio. E per fortuna che oggi l’ex ministro può solo giocare e dare spettacolo con battute sulle palle e sull’omo de panza omo de sostanza. Perché quando invece Salvini si deve confrontare su argomenti più seri: ad esempio andare in Senato da ministro a riferire sui suoi rapporti con Gianluca Savoini, andare in Commissione Antimafia da ministro oppure affrontare (da ministro) il processo sulla Diciotti il nostro eroe delle sfere non è così smanioso di parlare. E lasciamo perdere il fatto che quando Salvini fa politica (sulle ragazzine, sulla “zingaraccia“, sui migranti o sulla Boldrini bambola gonfiabile) non sia poi questo gran spettacolo.

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Ma ieri sera si è cercato di far  credere che l’opposizione sia in qualche modo rappresentata e riassumibile da Asia Argento, una che dopo averlo insultato su Twitter e dopo aver balbettato qualcosa sulla camomilla e altre amenità ci si è fatta un selfie assieme. E ci vuole poco a sembrare uno statista quando si deve “dibattere” con Alba Parietti, che sarà anche una persona intelligente ma che nella vita non si occupa certo di verificare i dati (e ci mancherebbe). Ad esempio quando Salvini dice che «ho più che dimezzato i morti e i dispersi» mente, perché durante i suoi 14 mesi da ministro in realtà sono addirittura aumentati. Chissà cosa sarebbe successo se di queste cose Salvini ne avesse parlato a Piazza Pulita con Carola Rackete. Lì però non ci sarebbero state Alda D’Eusanio e Iva Zanicchi a difenderlo (sic!) e lui non avrebbe potuto recriminare sul fatto di essere stato offeso e insultato dalla comandate della Sea Watch 3 per buttarla in caciara. Ed è per questo che è andato dalla D’Urso e non da Formigli: perché sapeva che sarebbe stato un confronto innocuo dove gli spettatori avrebbero guardato alla simpatia di Salvini e non a quello che diceva ha fatto. Ieri sera Salvini si è confrontato con degli stereotipi (i radical chic buonisti) e questo è confortante per il suo elettorato che ha visto il proprio Capitano combattere finalmente con i suoi veri avversari. Ma c’è anche un rischio: perché quando finisce tutto a tarallucci e vino (o a selfie e bacioni) si scopre che è tutto finto. Proprio come i porti chiusi di Salvini.

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