Il MoVimento ti fa lo sconto: tre vaccini in meno con il M5S al governo

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2018-01-19

L’immunologo Guido Silvestri, autore della “vaccination policy” del MoVimento 5 Stelle, corregge Luigi Di Maio e spiega in che modo cambierebbe davvero l’obbligo vaccinale con il M5S al governo. La Legge Lorenzin resta, il DDL Taverna è “obsoleto” e il numero di vaccini obbligatori rimane sostanzialmente quello

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Quella dei vaccini non deve essere una battaglia politica da campagna elettorale, perché in gioco c’è la salute dei cittadini. Non solo dei più piccoli ma di tutti. E sembra assurdo che a seconda delle convinzioni politiche si possa pensare che un vaccino è inutile o dannoso perché “lo ha imposto la Lorenzin”. Personaggi come Matteo Salvini, Luigi Di Maio e Alessandro Di Battista continuano però a tenere vivo il discorso e la propaganda sulle vaccinazioni obbligatorie.

Il MoVimento 5 Stelle è per la massima copertura vaccinale (e non è contro l’obbligo)

Qualche giorno fa abbiamo appreso con sollievo che il M5S è a favore delle vaccinazioni obbligatorie ma solo alle quattro esistenti prima della Legge 119/2017. Luigi Di Maio ha spiegato qualche giorno fa che il M5S è «a favore della raccomandazione dei vaccini e per l’obbligo, ma come era inteso prima del decreto Lorenzin». Il Capo Politico del MoVimento ha aggiunto su Facebook che il partito ha già presentato in Parlamento “un disegno di legge, a prima firma Paola Taverna, che prevede esattamente ciò che ho detto: restano i 4 vaccini che erano obbligatori già prima dell’introduzione del decreto Lorenzin e per tutti gli altri si punta sul metodo della raccomandazione”. Finalmente il MoVimento ha chiarito una volta per tutte che è a favore della massima copertura vaccinale possibile, come per altro già scritto nella posizione ufficiale del M5S sui vaccini.
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Ed è proprio Guido Silvestri, il consulente scientifico del MoVimento, colui che ha formulato la “vaccination policy” del M5S a precisare il senso e la portata dell’approccio del partito di Grillo ai vaccini. Perché se è vero (ma è vero?) che oggi è una sciocchezza dire che il M5S è contro i vaccini non si può far finta di non sapere prima dell’intervento di Silvestri aveva ben altre “policy” riguardo i vaccini. Senza andare a scovare i casi estremi (che ci sono) nel 2015 la senatrice Elena Fattori riteneva inutile che il piano vaccinale non avrebbe dovuto comprendere il vaccino anti HPV per i maschi perché gli individui di sesso maschile – diceva facendo del sarcasmo –  “non hanno l’utero”. Fortunatamente poi qualcuno ha avuto l’idea di rivolgersi a Silvestri che ha contribuito ad ancorare il M5S su posizioni pro-Scienza e pro-Vaccini.
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Silvestri fa anche notare altre cose. Ad esempio che il DDL Taverna sui vacini è “ora de facto obsoleto in quanto fu scritto nel panorama normativo precedente al DL Lorenzin”. Ora che il DL Lorenzin è legge – scrive Silvestri – “ogni introduzione di una policy basata sul principio di raccomandazione va fatta comunque partendo dal contesto della normativa attuale“.

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Se non fosse ancora chiaro questo significa che una volta al governo il M5S non eliminerà o cancellerà la legge sulle vaccinazioni obbligatorie come invece sostiene il deputato pentastellato Matteo Mantero il quale qualche giorno fa spiegava che “la Fattori parla a titolo personale”. Oppure al consigliere regionale Davide Barillari che in una chat ribadiva che “siamo contro l’obbligo ora e sempre”.

Tre vaccini obbligatori in meno con il M5S!1

Silvestri però sconfessa anche la linea dettata appena quattro giorni fa da Di Maio perché scrive che l’introduzione di un nuovo piano basato sulla raccomandazione in accordo con quanto stabilito dal DDL Taverna «è diverso dal sostenere che si voglia tornare alla situazione “pre Lorenzin”, cioè con quattro vaccini e gli altri raccomandati che ha creato non poca confusione». Il che è esattamente la risposta al dubbio che avevamo sollevato in questo articolo.
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Silvestri precisa infine che anche se l’obbligo non è il principio centrale ispiratore della proposta a pentastellata vengono previste “alcune forme specifiche di applicazione”. Innanzitutto ci sarà una fase iniziale di sperimentazione del nuovo piano in alcune regioni pilota “quindi senza bruschi cambiamenti nell’immediato“. Si suppone che le regioni pilota gestiranno il servizio vaccinale in maniera differente dal Veneto (l’unica che dal 2008 ha sospeso completamente l’obbligo) dove si è registrato un diffuso calo della copertura vaccinale. Verrà inoltre introdotta una clausola di salvaguardia per 3-5 anni che prevede «in caso di epidemia e/o copertura vaccinale inferiore a quella necessaria per raggiungere l’effetto gregge (in genere il 95%), il che significa per esempio che rimarrebbe obbligatoria la trivalente MMR fin quando non si arrivi a questi livelli di copertura».
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Di nuovo: per il momento il DL Lorenzin non si tocca. Il numero di vaccini rimane invariato anche con i 5 Stelle al Governo (una legislatura dura cinque anni), con buona pace di quelli che sui vaccini la pensano come Travaglio. Oppure, a seconda delle interpretazioni, si passerebbe da dieci vaccini a “solo” sette. I quattro obbligatori “pre Lorenzin” più i tre contenuti nella trivalente morbillo-parotite-rosolia. Questo perché il MoVimento è per il raggiugimento della massima copertura vaccinale e prevede qualora la soglia scenda sotto il 95% (per coorte vaccinale) di introdurre l’obbligo. Il che è esattamente il motivo per cui è stata varata la legge Lorenzin. Calcolando che attualmente i quattro dell’obbligo sono contenuti nel vaccino esavalente (che protegge contro la difterite, il tetano, la pertosse, la polio, l’epatite B e le infezioni da Haemophilus influenzae tipo b) che è il vaccino che è più comunemente somministrato e che il MPR (MMR in inglese) è stato integrato con il vaccino anti-varicella (MPRV) nella migliore delle ipotesi si passerebbe da 10 a 9 vaccini (6+3).

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