Fermi tutti! Il M5S si è accorto di aver presentato una legge contro l’obbligo vaccinale

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2019-04-01

Il deputato Giorgio Trizzino scrive su Facebook  «non sarò mai complice per una morte che potrebbe essere evitata grazie all’utilizzo dei vaccini!». La senatrice Fattori chiede di ritirare l’emendamento che toglie l’obbligo di presentare la certificazione vaccinale per l’accesso a scuola. Ma nessuno dei due si accorge che il DDL 770 abroga la quasi totalità della legge Lorenzin, compresi i dieci vaccini obbligatori. E senza l’obbligo che senso ha presentare la certificazione?

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Entra nel vivo la discussione sul DDL 770 recante Disposizioni in materia di prevenzione vaccinale. Si tratta di una proposta di legge a prima firma dei senatori M5S Patuanelli, Castellone, Sileri dei leghisti Romeo e Fregolent che prevede esplicitamente l’abrogazione (non esiste il “superamento” dal punto di vista normativo, quello è solo marketing) del “decreto-legge 7 giugno 2017, n. 73, convertito, con modificazioni, dalla legge 31 luglio 2017, n. 119” .

L’ira dell’onorevole Trizzino contro il DDL 770

La proposta di legge prevede quindi già l’abrogazione della legge Lorenzin ma curiosamente nel M5S lo hanno scoperto solo in questi giorni a seguito di un emendamento presentato dai senatori Cantù, Fregolent e Sileri che prevede che a decorrere dall’approvazione della legge “la presentazione della documentazione comprovante l’effettuazione delle vaccinazioni” non costituisca più un requisito d’accesso per i servizi educativi dell’infanzia, le scuole per l’infanzia e per tutti i gradi d’istruzione. Vale la pena far notare che ad oggi le vaccinazioni costituiscono un requisito d’accesso solo nella fascia d’età fino ai sei anni. Dai 6 ai 16 anni rimane l’obbligatorietà vaccinale (per il completamento del Piano Nazionale di Prevenzione) ma la presentazione della certificazione non costituisce un requisito per la frequenza scolastica.

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Il testo della proposta di legge prima dell’emendamento

L’emendamento deve avere risvegliato i sostenitori della scienza del MoVimento 5 Stelle perché l’onorevole Giorgio Trizzino medico e  specialista in Igiene e medicina preventiva, ha fatto sapere «Non sarò mai complice per una morte che potrebbe essere evitata grazie all’utilizzo dei vaccini! Mentre ancora oggi un neonato è morto di pertosse, un ennesimo tentativo di stravolgimento del disegno di legge sui vaccini all’esame in Senato, provoca disorientamento e indignazione». Trizzino non si è accorto che quell’emendamento è stato presentato da un senatore del M5S (che aveva ricevuto la delegazione dei 146 portavoce pentastellati contrari all’obbligo) e non solo dai leghisti però sostiene che si tratti di un emendamento «a firma Lega che mira ad eliminare l’obbligo dei vaccini».

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L’emendamento, trovate le differenze Fonte

Ed è curioso perché tutto il DDL 770 punta ad eliminare l’obbligo vaccinale salvo nel caso da un monitoraggio emerga la necessità di intervenire in caso di emergenze sanitarie o di  compromissione dell’immunità di gruppo. «Mi spiace constatare – prosegue  Trizzino- che da parte di autorevoli voci di parlamentari amici e medici, vengano assunte posizioni così in contrasto con indiscutibili indicazioni scientifiche alle quali è solo doveroso attenersi, senza possibili spazi di dissenso. Assurde posizioni ideologiche potrebbero causare morti evitabili e questo la nostra coscienza non può permetterlo. Sono da sempre rispettoso di ogni confronto che si svolga dentro i canoni della democrazia, come è giusto che sia. Ma affermo ancora una volta e con tutta la mia forza che il libero pensiero che anima ogni confronto democratico deve trovare nelle evidenze scientifiche un muro insormontabile». Insomma Trizzino dice, come aveva già fatto prima di lui il dottor Burioni, che la scienza non è democratica.

La Fattori scarica i colleghi “no obbligo”

A fianco di Trizzino è scesa in campo anche la senatrice Elena Fattori (sì, proprio la stessa che consigliava di tenere a casa i bimbi immunodepressi), che dopo il voto in Aula sul “salva Salvini” si è avviata sulla via della dissidenza. La senatrice chiede il ritiro dell’emendamento che cancella l’obbligo di certificazione vaccinale per l’ingresso nelle scuole. Ma non chiede di eliminare dalla proposta di legge l’articolo 7 che prevede l’abrogazione delle norme contenute nella legge Lorenzin che dispongono l’obbligatorietà delle vaccinazioni per i minori di sedici anni (articolo 1 della legge 119/2017).

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L’OMS,scrive la Fattori su Facebook, «ha incluso l’esitazione vaccinale tra i pericoli per la salute mondiale del 2019 e nel nostro Paese si piangono ancora morti per malattie che non dovrebbero essere più in circolazione. Per questo occorre dare messaggi univoci e chiari e fondati sulle regioni della medicina e della scienza. La salute dei bimbi e soprattutto dei più piccini e dei più deboli non può essere sacrificata a logiche di equilibri politici e ad ambizioni elettorali».

Quando il M5S voleva introdurre il modello “scandinavo” a partire da Regioni Pilota

Eppure qualche giorno fa quello che era (ed è?) il consulente per la vaccination policy del MoVimento 5 Stelle, il dottor Guido Silvestri, spiegava su Facebook che c’era stato molto rumore per nulla su quell’emendamento perché “non c’è niente di anti-scientifico o anti-vaccinista nel proporre ed implementare politiche vaccinali che non contengano misure coercitive”. È il cosiddetto “modello scandinavo” che dal maggio 2017 dovrebbe costituire la posizione ufficiale del MoVimento sui vaccini e che è basato su quattro quattro punti fondamentali non negoziabili da seguire che ora sono diventati tre: investimenti sull’informazione, rimozione degli ostacoli logistici alla vaccinazione e severità massima contro la propaganda no-vax.

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Per la verità due anni fa i punti non negoziabili proposti da Silvestri erano diversi visto che si parlava anche di “implementazione graduale” in “regioni pilota” del modello basato sulla raccomandazione (che non c’è nel DDL 770) e il fatto che la scelta a non vaccinare venisse data con un “permesso” dopo aver seguito un percorso “educativo”. Insomma: vaccinazione consapevole ma anche non-vaccinazione consapevole e seguita passo passo dallo Stato.

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Tutto questo non c’è nella legge. Che non parla di regioni pilota, che non parla di implementazione graduale a fasi (della durata di due-cinque anni), che non introduce alcun “nuovo” sistema educativo e di informazione per sostituire la coercizione con un modello basato sulla volontarietà informata. Si parla sì di interventi educativi, ma questo c’era anche nella Lorenzin. Nella legge c’è invece l’abrogazione di tutte le forme di obbligo vaccinale attuali e – con l’emendamento – anche quello di presentare le certificazioni (quest’ultimo già superato dall’obbligo “intelligente” della ministra Grillo). Silvestri dice di avere fede perché  le cose non sono ancora definitive.

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Ma ricordiamo a Silvestri che durante la campagna elettorale per le politiche 2018 aveva spiegato che non si sarebbe arrivati all’abrogazione immediata della legge Lorenzin ma che si sarebbe tornati ad un obbligo “precedente” ovvero con quattro vaccini obbligatori (vaccinazione antidifterica, antipoliomielitica, la vaccinazione antitetanica e vaccinazione antiepatite virale B) e tre raccomandati. Ora abrogando la Lorenzin si dovrebbe tornare alla situazione dell’obbligatorietà precedente quindi non sarebbe nemmeno vero che si passa ad un modello “scandinavo”. Semplicemente nel M5S non hanno ancora capito quali consigli seguire.

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