Germana Giacomelli: le accuse di maltrattamenti alla “Grande Madre d’Italia”

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2019-04-01

Per alcuni è un esempio di italiano per bene, una persona che ha dedicato la sua vita al prossimo e per questo è stata insignita del titolo di Commendatore della Repubblica. Secondo una trentina di ex ospiti della sua casa famiglia invece la signora Giacomelli avrebbe maltrattato i bambini che le sono stati affidati. Nessuno fino ad oggi ha mai indagato sulle denunce fatte dai bambini, spesso definite “esagerazioni”

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Ieri Pablo Trincia e le Iene sono tornati sulla vicenda di Germana Giacomelli la “super mamma” di Cavriana (Mantova) che a fine dicembre è stata insignita del titolo di Commendatore della Repubblica. Un’onorificenza concessa dal Presidente della Repubblica «per aver dedicato tutta la sua vita all’accoglienza e all’inclusione di minori in condizioni di disagio e di abbandono». La signora Giacomelli è conosciuta come la “Grande Madre d’Italia” e ha avuto fino ad oggi 121 “figli”. Solo 5 sono figli della donna, altri otto sono stati adottati mentre gli altri sono bambini dati in affido dai tribunali dei minori di Lombardia e Veneto.

Chi è Germana Giacomelli, la mamma d’Italia

Da 33 anni la signora Giacomelli e il marito hanno aperto le porte di casa loro all’accoglienza di bambini e minori presi in carico dai servizi sociali che, per ragioni diverse, non potevano più vivere assieme ai propri genitori. L’ufficio stampa del Quirinale ha spiegato a Trincia di aver iniziato l’istruttoria per la concessione del titolo di Commendatore a partire da questo articolo di Stefano Lorenzetto sul Corriere della Sera (che ne aveva già raccontato la storia nel suo libro “Italiani per bene” pubblicato da Marsilio nel 2002). L’eroismo della Grande Madre d’Italia ha commosso molti che dopo la cerimonia al Quirinale le hanno dedicato articoli per raccontare l’impresa epica di questa donna di settant’anni che da trenta si prende cura dei figli degli altri. Le Iene però hanno scoperto dell’altro.

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Perché dopo gli articoli di giornale e i servizi televisivi molti ex ospiti della casa della signora Giacomelli hanno deciso di denunciare i maltrattamenti subiti (o visti subire dai loro “fratelli” d’affido) durante la loro permanenza nella casa famiglia di Cavriana. Non è sempre stato così, racconta Viola una donna che è stata data in affido a Germana 35 anni. Inizialmente l’atmosfera era proprio quella di una grande famiglia allargata. Le cose hanno iniziato a peggiorare – spiega Viola – quando Germana, il marito e i figli si sono trasferiti in una casa più grande e quindi il numero di bambini e bambine affidatari ha iniziato ad aumentare.

Le testimonianze dei maltrattamenti raccolte dalle Iene

Mano a mano che il numero dei bambini aumentava “le cose hanno iniziato a degenerare” con la casa famiglia che si è progressivamente trasformata in una specie di caserma. E non è solo Viola a raccontarlo. Dopo aver visto il servizio andato  in onda quindi giorni fa in cui otto ex ospiti della casa raccontavano di aver subito dei maltrattamenti durante il loro periodo di permanenza a casa della signora Giacomelli altre persone si sono fatte avanti a denunciare. Ad oggi le Iene hanno raccolto trenta testimonianze di presunti abusi nei confronti di minori. Presunti perché al momento nessuno oltre alle Iene ha indagato sulla vicenda. O meglio, negli Anni 90 qualcosa era successo ma al momento di testimoniare i bambini avevano ritrattato. Il motivo? Durante la testimonianza i ragazzini affidati dovevano raccontare la loro versione dei fatti in presenza della signora Germana e del marito. Il che li ha come bloccati.

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Il procedimento finì con un’assoluzione. Ma è per questo che nessuno fino ad oggi ha mai sospettato della signora Giacomelli e i servizi sociali dei comuni della Lombardia e del Veneto hanno continuato a dare in affido minori alla casa famiglia di Cavriana? Qualcuno ci aveva provato. È il caso di un bambino che – durante uno degli incontri mensili – ha consegnato alla madre naturale un biglietto in cui chiedeva aiuto e “denunciava” percosse e maltrattamenti. I servizi sociali però non diedero peso alla denuncia dicendo che era il ragazzo ad inventarsi tutto e la cosa finì lì.

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Ma se è vero che spesso e volentieri i bambini e le bambine che finiscono in una casa famiglia farebbero di tutto pur di tornare a casa è anche vero che le testimonianze raccolte dalle Iene sono molte. E soprattutto diverse persone raccontano di aver assistito agli stessi episodi di maltrattamenti nei confronti di uno di loro. Ad esempio quello di una bambina costretta a farsela addosso perché le era stato negato il permesso ad andare in bagno “per punizione”. Possibile che persone diverse si siano tutte “inventate” un ricordo in comune solo per gettare fango sulla signora Giacomelli?

I turni di pulizia e le presunte violenze

Tra i racconti torna spesso il tema delle pulizie. Turni definiti estenuanti cui dovevano sottoporsi tutti gli ospiti della casa indipendentemente dall’età. Niente di strano, per carità, perché in  una casa così grande e con così tante persone è in qualche modo “giusto” dare una mano e fare la propria parte. Ma il problema non erano le pulizie era che – raccontano gli ex ospiti – se le cose non venivano fatte bene c’erano i maltrattamenti: urla, insulti, botte, spintoni, “vaporetto” bollente puntato addosso.

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Ci sono poi anche casi di maltrattamenti “psicologici”. Ricordiamo che i bambini dati in affido non sono solo orfani, sono anche ragazzi tolti dal giudice dai propri genitori a causa di maltrattamenti o perché la madre o il padre sono in carcere o non sono ritenuti in grado di prendersene cura. Vengono insomma da situazioni difficili, a quanto pare Germana Giacomelli infieriva spesso andando ad utilizzare proprio il vissuto dei bambini come arma per insultarli.

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È senza dubbio difficile capire se un bambino in affido è felice (anche tenendo conto delle storie individuali) ed è molto complicato riconoscere quando sta inventando o esagerando una situazione che ha vissuto. Eppure i servizi sociali si avvalgono di psicologi specializzati che dovrebbero avere gli strumenti e le competenze per valutare lo stato della cura offerta ai minori. La cosa più drammatica è che nella casa lavorano anche degli educatori che però non hanno mai denunciato niente. Nessuno in questi anni ha mai sospettato di nulla, perché? Quanti dei bambini, oggi adulti, che hanno vissuto in quella casa hanno subito maltrattamenti senza che nessuno alzasse un dito per aiutarli? Solo oggi il responsabile dei servizi sociali di uno dei comuni che hanno dato in affido i bambini alla signora Giacomelli ha deciso di presentare un esposto ai Carabinieri.

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