M5S, addio alla regola dei due mandati?

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2018-03-15

«Se si dovesse tornare al voto entro un anno non faremmo le parlamentarie per le liste. Confermeremmo i candidati di questa legislatura», ha detto Di Maio ai suoi secondo il Corriere della Sera. Una mossa che era nell’aria e che apre diverse prospettive all’interno del MoVimento

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Il vincolo dei due mandati è sacro e va rispettato, ha detto l’altroieri Luigi Di Maio alla Stampa Estera dove ha catechizzato i giornalisti sullo strano concetto di democrazia adottato dal MoVimento 5 Stelle per queste elezioni. Proprio per questo, spiega oggi Francesco Verderami sul Corriere della Sera, il M5S è pronto all’eccezione che conferma la regola.

M5S, addio alla regola dei due mandati?

“Ogni volta che deroghi ad una regola praticamente la cancelli”, diceva la buonanima di Gianroberto Casaleggio. Ma non aveva fatto i conti con il contingente, spiega oggi il Corriere:

«E se si dovesse tornare al voto entro un anno — dice Di Maio —non faremmo le parlamentarie per le liste. Confermeremmo i candidati di questa legislatura». L’argomento è stato affrontato giorni fa dal vertice del Movimento, ed è una scelta che verrà formalizzata se e quando ce ne sarà bisogno.

In prospettiva garantirebbe al leader — che è al secondo giro in Parlamento — la possibilità di ricandidarsi a Palazzo Chigi. Nell’immediato servirà a blindare i gruppi di Camera e Senato, perché dovrebbe agire come deterrente verso quanti sono già al secondo mandato e potrebbero cadere in tentazione, cambiando casacca pur di non tornare subito a casa.

luigi di maio stampa estera

La strategia è chiara e lungimirante: chi è al secondo mandato con il M5S sa che questa è la sua ultima avventura parlamentare. Perciò potrebbe “cadere in tentazione” per farsi una carriera politica al di là del grillismo. Al costo, certo, di finire additato come traditore e rischiando un crollo di popolarità presso chi l’aveva portato in politica. Con questa affermazione di principio Di Maio offre prima di tutto un cambio di prospettiva alla sua truppa parlamentare: se la legislatura dura poco avreste di nuovo il posto confermato al prossimo giro, per lo meno nella corsa alle elezioni, poi il voto deciderà i sommersi e i salvati.

Le parlamentarie bloccate

Certo, a nessuno sfugge la coincidenza con gli interessi personali dello stesso Di Maio: anche lui è al secondo mandato e anche lui beneficerebbe del vantaggio della conferma generalizzata per farne un terzo. Così come Fabio Fucci, a cui è stata negata la corsa con il M5S a Pomezia nonostante il suo primo mandato fosse durato appena un anno e mezzo, avrà sicuramente qualcosa da ridire sulla vicenda. D’altro canto anche Alessandro Di Battista alla Festa del Fatto qualche tempo fa aveva detto che  “noi abbiamo sempre interpretato la regola dei due mandati come massimo dieci anni nelle istituzioni”.

regola due mandati m5s

La notizia forse verrà accolta con gioia anche a Roma, dove Daniele Frongia, Enrico Stefàno, Marcello De Vito e soprattutto Virginia Raggi hanno interrotto anzitempo la consiliatura quando era sindaco Ignazio Marino e quindi hanno diritto ad un altro giro di giostra, anche se non completo ma di altri due anni e mezzo. E la “riforma” interpretativa apre anche a interessanti problematiche sostanziali: se la regola dei due mandati in realtà si interpreta come “massimo dieci anni”, allo scoccare del decimo anno il consigliere o il parlamentare eletto per tre volte si deve dimettere? E se per caso è un sindaco in carica, che fa? Fa cadere il consiglio e la Giunta?

Gli attivisti aspetteranno il loro turno?

Certo, magari la questione non sarà presa benissimo dagli attivisti storici, che invece magari contavano proprio sul “naturale ricambio” per proporre la loro candidatura mentre il MoVimento 5 Stelle ha il vento in poppa. Ma si sa, l’attivismo politico è pura generosità totalmente disinteressata, soprattutto quello grillino. Quindi non ci saranno di sicuro problemi di sorta da questo punto di vista…

alessandro di battista m5s regola due mandati

Mentre la possibilità di fornire una squadra “collaudata” al prossimo giro di urne potrebbe sostanzialmente avvantaggiare il MoVimento 5 Stelle, a patto che questo non finisca per partecipare anche alle ipotesi di governissimo circolate in questi giorni. D’altro canto ormai è appurato che si stiano aprendo spazi di collaborazione con la Lega mentre quelli con il PD sono restati chiusi sin dall’inizio. La partita della legislatura non sembra per niente chiusa. Anzi.

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