«L'epoca dell'uno vale uno è finita»

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2017-02-23

Paolo Pace, presidente dell’VIII Municipio, si sfoga e chiarisce: «È finita la fase dei meetup, degli attivisti. Non l’hanno ancora capito. Basta c…ate, basta. Adesso ci stanno i portavoce che rappresentano i cittadini». E i precedenti gli danno ragione EDIT: Pace smentisce

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«È finita la fase dell’uno vale uno. È finita la fase dei meetup, degli attivisti. Non l’hanno ancora capito. Basta c…ate, basta. Adesso ci stanno i portavoce che rappresentano i cittadini»: a parlare è Paolo Pace, presidente dell’VIII Municipio, e le sue frasi sono riportate oggi da Messaggero e Repubblica: sono state pronunciate alla fine della riunione con Beppe Grillo a Palazzo Senatorio e servono a chiarire una volta per tutte l’orientamento degli eletti a 5 Stelle nei confronti della cosiddetta base.

«L’epoca dell’uno vale uno è finita»

Un orientamento del quale i più accorti già avevano contezza, per quanto riguarda Pace: nel suo municipio da mesi ormai è in atto una guerra tra lui e gran parte della sua maggioranza a causa di un progetto, quello della riqualificazione dei Mercati Generali all’Ostiense, che i consiglieri vorrebbero far saltare per difendere papere e germani ma il cui iter autorizzativo è ormai concluso: una situazione che ricorda quella dello stadio della Roma a Tor di Valle e per la quale si è arrivati alle minacce e alle mozioni di sfiducia paventate. E infatti anche sullo stadio a quanto pare non si farà nessun referendum: le agenzie di stampa al termine dell’incontro di Grillo con Raggi hanno diffuso qualche giorno fa una serie di lanci sulle notizie ufficiali riguardo l’incontro. Da queste si evince che Grillo ha detto a Raggi che la decisione deve essere presa “dagli amministratori capitolini”, senza lasciarsi influenzare “dalle pressioni esterne” (e quindi anche da quelle degli attivisti). E il referendum?

Al centro del confronto anche il dossier stadio. Al riguardo, sempre a quanto si apprende, Beppe Grillo si è fatto raccontare dal sindaco Raggi tutta la situazione inerente alla possibile realizzazione dell’arena a Tor di Valle, dalla delibera Marino in poi. Sempre a quanto si apprende Grillo ha manifestato particolare interesse alla questione ambientale e all’impatto zero del progetto e poi ha sottolineato rivolgendosi agli amministratori capitolini che quella finale è una decisione che devono prendere loro e che è importante che non si facciano condizionare dalle pressioni esterne. Dello stesso avviso anche Davide Casaleggio che ha raccomandato di non lasciarsi influenzare. Nel corso dell’incontro, durato quasi tre ore, non si sarebbe parlato di un referendum o una consultazione sullo stadio dell’As Roma. All’incontro non hanno preso parte il presidente dell’aula Marcello De Vito e il capogruppo capitolino del M5s Paolo Ferrara.

Si è quindi conclusa l’epoca in cui Beppe Grillo diceva che gli eletti erano tutti uguali. Il capo dei 5 Stelle ha qualche giorno fa poderosamente cazziato Roberta Lombardi, “rea” di aver espresso un parere discordante con quello di Virginia Raggi sullo Stadio della Roma a Tor di Valle, con un pps sul blog nel quale si segnalava che sullo stadio della Roma “decidono la giunta e i consiglieri. I parlamentari pensino al loro lavoro”. Il giorno prima Beppe aveva ammonito: «Per le questioni inerenti le amministrazioni guidate dal MoVimento 5 Stelle gli unici titolati a parlare, in nome e per conto del M5S, sono gli eletti. Chiunque altro si esprime solo a titolo personale e come tale devono essere prese le sue dichiarazioni». E la Lombardi ha rettificato (o meglio: ha tentato di rettificare) la sua posizione sostenendo che lei la pensa come la sindaca.

È la democrazia rappresentativa, bellezza

C’è però chi ha ricordato che l’11 agosto 2015 lo stesso Beppe Grillo pubblicava sul suo blog un ragionamento leggermente diverso rispetto a quello di oggi. All’epoca un post del consigliere comunale Vittorio Bertola sull’immigrazione faceva quattro proposte tra cui un giro di vite sui permessi di soggiorno e per motivi umanitari e l’istituzione di sistemi efficienti per il rimpatrio forzato delle persone a cui viene respinta la domanda di asilo. Il post suscitò la reazione del senatore Maurizio Buccarella, il quale segnalò che la posizione del M5S era un’altra. E allora Beppe pubblicò questo post sul suo blog:

nel Movimento 5 Stelle non esistono gerarchie, tipiche invece dei partiti. Non c’è differenza fra un portavoce consigliere comunale e un portavoce senatore. Nel Movimento 5 Stelle esistono posizioni e discussioni, come quella in corso sull’immigrazione.

beppe grillo
Oggi insomma qualcuno è più uguale degli altri. È la democrazia rappresentativa, bellezza. E tu non puoi farci niente.
EDIT: Paolo Pace smentisce le affermazioni riportate da Simone Canettieri sul Messaggero:
paolo pace municipio viii
La stessa frase era stata riportata da Lorenzo D’Albergo su Repubblica. Ilario Lombardo su La Stampa invece la attribuiva a Grillo.
 

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