Fact checking
Il grande ritorno della guerra tra Roberta Lombardi e Virginia Raggi
Alessandro D'Amato 17/02/2017
La deputata torna all’attacco su Facebook sullo Stadio della Roma a Tor di Valle. Smentendo quanto sostenuto dalla sindaca sul blog di Grillo. Proprio ieri Beppe aveva avvertito che a nome del M5S potevano parlare solo gli eletti. Lo ha preso in parola
Ieri Beppe Grillo aveva avvertito con un p.s. che soltanto gli eletti potevano parlare riguardo le amministrazioni a 5 Stelle: un chiaro segnale agli attivisti romani, e in particolare a chi, come Francesco Sanvitto, aveva rilasciato interviste e dichiarazioni pubbliche in cui criticava l’atteggiamento dell’amministrazione a Roma, prendendosela in particolare con Donatella Iorio, Daniele Frongia e Virginia Raggi. L’odore del napalm al mattino deve però aver evidentemente stimolato Roberta Lombardi, che invece è eletta e in un post sulla sua pagina Facebook chiede di annullare la delibera di pubblico interesse votata dalla giunta Marino sullo stadio della Roma. Ovvero l’esatto contrario di quello che ha sostenuto la stessa Raggi sul blog di Grillo, parlando di una «causa multimilionaria all’orizzonte che la società potrebbe intentare contro il Comune di Roma».
Il grande ritorno della guerra tra Roberta Lombardi e Virginia Raggi
Roberta Lombardi comincia il suo status con un meraviglioso gioco di parole che abbiamo già ammirato in occasione della propaganda del M5S contro l’obbligo dei vaccini in Regione Lazio. Lì si diceva “sì ai vaccini ma no all’obbligo” (e quindi no ai vaccini), qui si dice “sì allo stadio ma non con questo progetto”. Rispolverando tutti i cavalli di battaglia dei 5 Stelle all’epoca della campagna elettorale – compresa la bufala del rischio idrogeologico – la Lombardi infatti torna a chiedere l’annullamento della delibera che ha certificato il pubblico interesse:
Questo progetto, approvato dall’ex giunta Marino, non è realizzabile. Lo dico da romanista convinta, come sanno molti di voi, ma qui dobbiamo fare tutti uno sforzo in piu’ e capire che si sta parlando della nostra città. Dove siamo cresciuti, dove continueremo a crescere e dove cresceremo i nostri figli. Questa è Roma e io non ci sto a vederla martoriata per soddisfare la volontà di qualche imprenditore. Bisogna annullare subito la delibera che stabilisce la pubblica utilità. Mi auguro che l’amministrazione capitolina faccia la scelta giusta e chieda al proponente di avanzare dunque un nuovo progetto che rispetti la legge e la Capitale.
Ma c’è un problema: cosa succederebbe in caso di annullamento della delibera? «Causa multimilionaria all’orizzonte che la società potrebbe intentare contro il Comune di Roma, per via degli atti amministrativi compiuti dalla giunta Marino in accordo col Pd che hanno creato i presupposti per il mancato guadagno», ha scritto soltanto due giorni fa Virginia Raggi sul blog di Beppe Grillo.
Non solo: la Lombardi dovrebbe sapere che in caso di annullamento della delibera, a prescindere dagli strascichi legali, non è affatto detto che la proprietà giallorossa torni a presentare un progetto per lo Stadio come lei sostiene, per il semplice fatto che il proponente è già sfiancato da mesi e mesi di trattative che parlavano soltanto di tagli di cubature. La “romanista” Lombardi non si è purtroppo accorta che sono ormai tre anni che va avanti questa storia dell’impianto sportivo: se alla fine tutto dovesse concludersi con un nulla di fatto è più probabile che la società rinunci al progetto piuttosto che passare altri tre anni a litigare con amministrazioni che cambiano idea ogni due per tre usando come argomenti delle bufale come il rischio idrogeologico. Anzi, potrebbe anche considerare l’ipotesi di vendere le quote di proprietà: una cosa che farebbe felici però i tanti che non si trovano (più) bene con la gestione di Pallotta e aizzano da anni i tifosi contro lo stadio dalle radio romane. Ma tutto fa brodo per fare la guerra alla Raggi.
La guerra di Lombardi a Raggi sullo stadio della Roma a Tor di Valle
In più è impossibile non notare che sulla bacheca della Lombardi non sembra esserci la solita unanimità che caratterizza le prese di posizioni dei grillini. “Roberta mi raccomando….mai affrontare i problemi in casa propria… Quello che traspare da questo atteggiamento è che non ci sia alcuna possibilità di dialogo e che l’unica maniera per bloccare questa iniziativa sia comportarsi da esterni, quasi all’opposizione….”, scrive Giulio. “Continuare a mettere dei post come il tuo su discorsi di rischi idrogeologico nell’area significa non essersi addentrati nel progetto e vi espone a brutte figure”, segnala Maurizio, che evidentemente, a differenza della Lombardi, sa di che parla. C’è anche chi è d’accordo con la Lombardi ma chiede anche un referendum: “Sì allo stadio ma non oggi, si allo stadio quando Roma potrà tornare a chiamarsi “città” e non “cumulo di macerie”. Roberta Lombardi questo argomento riguarda tutti noi cittadini e l’unico modo per sciogliere questo nodo con dignità è lasciare che i siano i cittadini romani a decidere”. E soprattutto c’è chi fa notare l’ovvio:
D’altro canto che la Lombardi non sappia di che parla quando parla di stadio è un dato di fatto che si evince da questa perla di commento:
La Lombardi parla di “duecento palazzi” quando la metà del progetto è un parco e soprattutto sostiene che gli stadi si fanno senza business park e grattacieli ovunque mentre Rotterdam (oltre a tutti gli ultimi stadi costruiti in Europa) dimostra che è vero il contrario di quello che dice lei.
Intanto sul blog di Grillo, dopo il p.s. di ieri per gli attivisti, è arrivato un PPS dedicato proprio a lei: