Le restituzioni del M5S tra Maldive e altre scuse improbabili

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2019-12-30

La deputata Ehm ha spiegato di non essere in regola con le restituzioni perché c’è un problema tecnico con il suo account che non viene risolto dal febbraio scorso. Non si fa fatica a crederci, visto che “l’informatico” (copyright Luigi Di Maio) del M5S usava la password “davidavi” per accedere al suo account. In tutto solo il 12% dei parlamentari è attualmente in regola

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Il caso più eclatante è quello della deputata Yana Chiara Ehm, che dopo aver pubblicato uno scatto delle sue vacanze alle Maldive ha spiegato di non essere in regola con le restituzioni perché c’è un problema tecnico con il suo account che non viene risolto dal febbraio scorso nonostante sia stato segnalato. Non si fa fatica a crederci, visto che “l’informatico” (copyright Luigi Di Maio) del M5S usava la password “davidavi” per accedere al suo account.

Le restituzioni del M5S tra Maldive e altre scuse improbabili

Il problema però è che le restituzioni del MoVimento 5 Stelle stanno diventando una barzelletta che non fa ridere i vertici, visto che oggi appena 15 parlamentari su 317 totali del M5S risultano in regola con la «restituzione» di parte del denaro pubblico ricevuto come indennità: una percentuale del 12% che mostra come ormai sia molto difficile far credere all’esterno che Di Maio sia il Capo Politico dei grillini. Il Corriere della Sera spiega oggi che intanto è scattata la corsa a mettersi in regola, sollecitata soprattutto da quegli attivisti che in questi giorni si presentano nelle pagine facebook degli eletti a ricordare loro gli impegni: c’è chi si è trovato nella lista nera, come Carla Ruocco, che contesta il mancato aggiornamento del sito. E  molti stanno pagando in questi giorni.

Stando al sito, ci sono tre senatori che non hanno rendicontato nulla nel 2019 e ben poco nel 2018: sono Vittoria Bogo Deledda, Alfonso Ciampolillo (sotto processo per le posizioni sulla xylella) e Luigi Di Marzio (in odore di Misto). Ci sono ben 14 supermorosi, ovvero parlamentari che non hanno (ancora) restituito un centesimo nel 2019. Sono 11 deputati e 3 senatori. Tra i primi ci sono Acunzo, Aprile, Cappellani, Dieni, Fioramonti, Frate, Galizia, Grande, Lapia, Romano e Vallascas. Tra gli ultimi, Anastasi, Di Micco e Mario Giarrusso.

Seguono molti altri che non hanno rendicontato diversi mesi, tra i quali Rachele Silvestri, Andrea Colletti, Yana Ehm, Paolo Lattanzio, Dalida Nesci, Gianluca Vacca. Ma sono dati parziali e in aggiornamento. Federica Dieni, per esempio, sta rendicontando tutto in questi giorni. I più solerti sono 39: a ora, secondo questi dati, sarebbe in regola solo il 12 per cento dei parlamentari.

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Dietro i mancati aggiornamenti ci sono storie diverse. Come quella di Bogo Deledda, “guarita” dopo la candidatura secondo le accuse delle Iene a cui il M5S non ha mai risposto. C’è Ciampolillo, il Senatore Rampante della Xylella che abbraccia gli alberi ma non vota la fiducia al governo Conte (come Paragone) senza che venga cacciato come è successo a Gregorio De Falco. E c’è Mario Giarrusso che ha invece scoperto di recente che il M5S è guidato per successione ereditaria, mentre Giulia Grillo è offesa per come è stata defenestrata dal ministero della Sanità.

Il redde raionem per Gianluigi Bombatomica

Per Gianluigi Bombatomica Paragone invece potrebbe essere arrivato il tempo del redde rationem, visto che oggi Simone Canettieri sul Messaggero scrive che sarà espulso nei primi giorni del 2020, magari mentre l’alcool obnubila ancora per un po’ le menti degli attivisti. I quali sono in buona parte ancora con lui, perché evidentemente non hanno capito il giochino dell’ex direttore della Padania.

yana ehm maldive

In mezzo ci sono le accuse dell’ex Veronica Giannone, la quale ha scritto su Facebook che ” tanti tra i “rendicontisti” più diligenti, portano in detrazione alla Camera dei Deputati la spesa dei 300€ mensili da destinare a Rousseau, che in realtà dovrebbero pagare di tasca loro, e non far pagare ai cittadini con i rimborsi delle spese di mandato! C’è chi poi inserisce sul Tirendiconto (e magari vi rendeste conto!!!) le spese degli abiti, delle scarpe… una sorta di spese di rappresentanza. Come? Semplice, fanno uno screenshot della spesa dall’applicazione bancaria, cancellano tutti i dati tranne data e importo, e il gioco è fatto!!”. E già questo dovrebbe dirci molto sulla situazione. Che è disperata, ma non seria.

Leggi anche: Veronica Giannone: l’ex deputata M5S e quelli che si fanno rimborsare dalla Camera i soldi per Rousseau

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